Il racconto di un muro di Nasser Abu Srour
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Cyberbullismo: di cosa parliamo?
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V13 di Emmanuel Carrère
V13 di Emmanuel Carrère
Non avrei probabilmente mai letto questo libro se non mi fosse stato regalato, l’argomento mi pareva troppo duro da affrontare. Invece si è rivelato una lettura importante, che è rimasta a lungo nei miei pensieri facendomi riflettere. Il titolo si riferisce a Venerdì 13 novembre 2015, giorno in cui Parigi è stato teatro degli attentati terroristici del Bataclan, dello Stade de France e di alcuni bistrot, attentati che hanno provocato centotrenta morti e trecentocinquanta feriti (Carrère, 2022). Il...
/ AltroSudafrica: quanto dura l’apartheid?
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Come vediamo una persona che ci racconta di stare male e quanto siamo disponibili ad aiutarla? Il ruolo del genere (e non solo)
Parole chiave:
rappresentazione della malattia / comportamenti di aiuto / bias / gender bias / gender health gap
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"Se l'è cercata": il victim blaming nei confronti delle vittime di violenza di genere
Parole chiave:
victim blaming / violenza di genere / miti dello stupro
"Se l'è cercata": il victim blaming nei confronti delle vittime di violenza di genere
Nel poema epico-mitologico le Metamorfosi, Ovidio racconta di Medusa, mostro con capelli di serpente, in grado di trasformare in pietra chiunque la guardasse. Quello che è meno noto di Medusa è come sia divenuta un mostro. Medusa viene descritta da Ovidio come originariamente di una bellezza rara, ricordata soprattutto per la magnificenza dei suoi capelli. Una delle interpretazioni del mito di Medusa narra che un giorno il dio del mare, Poseidone, violentò Medusa nel tempio di Minerva, dea...
/ AltroScopo raggiunto? Il ruolo degli obiettivi sessuali nell’influenzare percezioni e atteggiamenti delle donne nelle relazioni sessualmente oggettivanti
Parole chiave:
oggettivazione sessuale / obiettivi sessuali / analisi costi-benefici / intenzioni sessualmente oggettivanti
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Esilio di Enzo Bettiza. Le parole delle emozioni
Esilio di Enzo Bettiza. Le parole delle emozioni
Tra Eccellenza e Benessere. Strategie per equilibrare lavoro e vita privata nei contesti di lavoro flessibile: il caso dell’accademia
Parole chiave:
Work-life balance / accademia / benessere / competizione / produttività
Tra Eccellenza e Benessere. Strategie per equilibrare lavoro e vita privata nei contesti di lavoro flessibile: il caso dell’accademia
Trovare un equilibrio soddisfacente tra vita lavorativa e privata in contesti lavorativi flessibili, creativi e intellettuali, come l’accademia, è allo stesso tempo una sfida e un’opportunità. Nonostante la flessibilità sia associata nell’immaginario collettivo ad una grande libertà di gestire il proprio tempo (libero e di lavoro), questa libertà spesso non si traduce in un sano equilibrio, a causa di elementi di tipo organizzativo, sociale e individuale. Un modello centrato sul lavoro, spesso guidato da una persistente agenda neoliberale, che attribuisce maggiore importanza alla performance rispetto al benessere è il primo ostacolo. La cultura ipercompetitiva, unita alla precarietà lavorativa, mina l’equilibrio tra lavoro e vita privata erodendo il benessere complessivo. Questo clima organizzativo, inoltre, diventa terreno fertile per coltivare disuguaglianze tra uomini e donne. La consapevolezza degli effetti negativi di un disequilibrio tra lavoro e vita ha portato a un nuovo e crescente interesse verso lo sviluppo di strategie volte a potenziare la capacità di stabilire confini tra la vita professionale e personale. In questo articolo offriamo dieci suggerimenti basati sull’evidenza scientifica per migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita privata in lavori come l’accademia. Sebbene le esigenze di questo tipo di lavori possano avere alcuni risvolti particolarmente problematici per la conciliazione dell’attività professionale e la sfera privata, l'adozione di queste strategie potrebbe contribuire a promuovere il benessere e migliorare la qualità della vita complessiva di chi lavora in questi contesti. “Lavorare meno per lavorare meglio" potrebbe essere il motto per promuovere un ambiente lavorativo più sostenibile.
La relazione tra mindfulness in scenari naturali virtuali e awe: principali evidenze in letteratura e nuove prospettive di ricerca
Parole chiave:
Awe / Mindfulness / realtà virtuale / ambienti naturali virtuali / restorativeness
La relazione tra mindfulness in scenari naturali virtuali e awe: principali evidenze in letteratura e nuove prospettive di ricerca
Numerosi studi in psicologia ambientale hanno recentemente approfondito il ruolo della natura nell’incrementare stati emotivi positivi. Tra questi, un filone sempre più corposo di ricerca si è focalizzato sull’awe, una emozione complessa generata dall’osservazione di qualcosa di straordinario e trascendente, i cui benefici si riflettono sia da un punto di vista psico-fisico che sociale. Studi recenti hanno dimostrato come sia possibile generare awe, con effetti paragonabili a quelli della natura in vivo, anche in virtuo, attraverso l’esposizione a scenari naturali tramite realtà virtuale. Nonostante questo, la letteratura fornisce poche evidenze rispetto a quali siano i possibili facilitatori di questo processo. In questo articolo vengono illustrate le principali evidenze in letteratura sul ruolo della mindfulness, una pratica che consiste nel portare consapevolmente l’attenzione sul momento presente senza giudizio rispetto alle proprie azioni e pensieri. Recenti evidenze suggeriscono come la mindfulness, associata ad ambienti naturali virtuali, potrebbe favorire i processi attentivi legati all’osservazione degli stimoli esterni e ciò permetterebbe di sperimentare con maggior efficacia l’esperienza di awe. Infine, sono presentate nuove prospettive di ricerca, che vedono la restorativeness, la capacità degli ambienti naturali di garantire sollievo dallo stress e recupero di energie psico-fisiche, giocare un ruolo nella relazione tra mindfulness in ambienti naturali virtuali e awe.
Several studies in environmental psychology have recently explored the role of nature in enhancing positive emotional states. Among these, an increasingly large research strand has focused on awe, a complex emotion generated by the observation of something extraordinary and transcendent, whose benefits are reflected both psycho-physically and socially. Recent studies have shown how it is possible to generate awe, with effects comparable to those of nature in vivo, even in virtuo, through exposure to natural scenarios via virtual reality. Despite this, the literature provides little information regarding the possible facilitators of this process. This article outlines the main evidence in the literature concerning the role of mindfulness, a practice that consists of consciously bringing one's attention to the present moment without judgment with respect to one's actions and thoughts. Recent evidence suggests that mindfulness, when associated with virtual natural environments, may enhance attentional processes related to the observation of external stimuli, which may enable the awe experience to be accessed more effectively. Finally, new research perspectives are presented, which foresee restorativeness, the ability of natural environments to provide stress relief and recovery of psycho-physical energy, playing a role in the relationship between mindfulness in virtual natural environments and awe.
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