Dio della polvere. Mariapia Veladiano
A metà settembre è uscito Dio della polvere, l’ottavo romanzo di Mariapia Veladiano, che affronta, con la consueta bravura, il tema del male e della responsabilità, parlando della pedofilia all’interno della Chiesa cattolica (Veladiano, 2025). Con un impianto teatrale, il romanzo è imperniato su una serie di conversazioni – meglio sarebbe dire discussioni - tra una fisioterapista, Chiara, e il vescovo della sua città. Chiara cerca il vescovo per denunciare il silenzio della chiesa sui crimini di pedofilia commessi al suo interno e, in particolare, per far luce su uno di tali crimini, di cui è stata vittima una sua paziente, che non riesce più a vivere in conseguenza di quanto successo. Il confronto tra i due è acceso, spesso aspro. Con lucidità intrisa di rabbia, Chiara fa di tutto per mettere il vescovo di fronte alle sue responsabilità; quest’ultimo appare debole, confuso, pronto a ricorrere alle consuete strategie ecclesiastiche di occultamento; la sua profonda onestà lo porterà però a poco a poco a capire le ragioni di Chiara e delle tante vittime offese e ad agire al suo fianco. Il dialogo, a tratti feroce tra i due, permette all’autrice di inserire nel romanzo una serie di informazioni e storie di violenza, tutte documentate, come si scopre nelle pagine di riferimenti, opportunamente poste dall’autrice alla fine del volume. Per frantumare lo scetticismo difensivo che circonda la pedofilia ecclesiastica, scetticismo che si regge sulla volontà della comunità di continuare ad avere fiducia nelle persone che considera guide morali e spirituali, Chiara si esprime con una rabbia che a momenti risulta persino sgradevole, convinta che una sua maggiore gentilezza la esporrebbe al pericolo di venire manipolata dalle pseudo motivazioni con le quali l’istituzione è solita difendersi per mantenere il proprio potere, come l’invocazione a mantenere il buon nome della chiesa, l’opportunità di non esporre la vittima, e così via. Un terzo personaggio accompagna i due protagonisti, suor Mary Ann, una suora venuta dall’Africa, una figura carismatica, che rappresenta le nuove voci femminili all’interno della chiesa, voci potenti ma che non hanno ancora ricevuto il necessario riconoscimento dall’istituzione. Il romanzo affronta un tema scottante, poco frequentato in Italia dove continua a vigere un silenzio ostinato sugli abusi ecclesiastici, oggetto invece di attenzioni, discussioni e denunce in svariati paesi. Pensiamo, per esempio, ad alcuni importanti film apparsi negli ultimi anni che denunciano violenze e complicità. Pensiamo, per esempio, al Caso Spotlight, del 2015, diretto da Tom McCarthy, che racconta l’indagine del quotidiano The Boston Globe sull’arcivescovo di Boston, accusato di aver coperto molti casi di pedofilia avvenuti nella sua diocesi. Un altro film straordinario è Grace à Dieu, del 2019, diretto da François Ozon, basato su fatti realmente accaduti in Francia, che racconta la storia di tre uomini che decidono di denunciare un prete pedofilo che li ha abusati da bambini, unendosi per rompere il silenzio che circonda i drammi delle vittime. Un altro, ancora, è Il Dubbio, del 2008, che racconta lo scontro tra Sorella Aloysius, preside di una scuola cattolica del Bronx, e un sacerdote che insegna nella stessa scuola, Padre Flynn, scontro scatenato dal sospetto della preside di atti illeciti tra il sacerdote e un allievo. Va citato anche il film Clergy (titolo originale polacco Kler), del 2018, diretto da Wojciech Smarzowski, che ha ottenuto molto successo e vinto diversi premi, ma ha anche creato molta discussione in Polonia perché è un vero e proprio atto d'accusa contro la chiesa. Il film, disponibile su Netflix, parla di preti corrotti, di abusi sui bambini presentando un dialogo fra un adulto che va a denunciare le violenze e il vescovo della diocesi, dialogo che può essere considerato come un prototipo di insabbiamento ecclesiale, con tanto di minaccia. Tra i documentari, ricordiamo Religieuses abusées, straordinario documento di giornalismo d'inchiesta realizzato dal canale Art nel 2019, centrato sugli abuso di cui sono vittime le suore [1]. In Italia dominano invece ancora omertà e complicità. In ambito cattolico la sola voce che si leva con competenza e ostinata continuità è costituita dalla rivista Il Regno, che si è dotato di un archivio che raccoglie con sistematicità casi, inchieste, documenti istituzionali e report commissionati a enti indipendenti. Una novità importante è stata la recente pubblicazione sul sito della diocesi di Bolzano-Bressanone di un rapporto di 610 pagine sui 59 casi di abusi sessuali su minori compiuti da preti e religiosi nella chiesa altoatesina negli anni tra il 1963 e il 2023. Il rapporto, affidato a uno studio legale di Monaco di Baviera, è la prima indagine indipendente realizzata in una diocesi italiana, che ha messo a disposizione senza reticenze i fascicoli presenti nei propri archivi. Oltre ai dati generali, presenta nel dettaglio le storie di 24 preti pedofili (di cui tre condannati penalmente). In ambito laico va segnalato il podcast La confessione di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn, prodotto nel 2024 e disponibile su Spotify. Fra i pochi saggi dedicati all’argomento vanno ricordati Peccato o crimine. La Chiesa di fronte alla pedofilia di Francesco Benigno e Vincenzo Lavenia (Laterza, 2021). Di abusi sulle suore si occupano invece il saggio di Anna Deodato, Vorrei risorgere dalle mie ferite. Donne consacrate e abusi sessuali (EDB, 2016), che presenta un repertorio di situazioni tipiche, e quello di Salvatore Cernuzio, Il velo del silenzio. Abusi, violenze, frustrazioni nella vita religiosa femminile (San Paolo, 2021).
Bibliografia
Veladiano, M. (2025). Dio della polvere. Milano: Guanda.
[1] Si veda: https://www.youtube.com/watch?v=zqihT2CjJvM
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