Quando il pensiero vale più dell'oro: la relazione tra cognizione e prestazione negli atleti olimpici

Per gli atleti olimpici e le atlete olimpiche che cercano di ottenere prestazioni di alto livello sul più grande palcoscenico del mondo, alti livelli di preparazione personalizzata sono fondamentali perché anche le più sottili differenze hanno un impatto profondo sui risultati delle prestazioni (Zentgraf & Raab, 2023). Una preparazione che consiste solo nell'allenamento e nella preparazione fisica sarebbe tuttavia limitata. Essa dovrebbe piuttosto basarsi su un approccio olistico che includa alimentazione, genetica, valori ematici, abilità motorie, vita sociale e aspetti cognitivi. Gli attuali approcci di ricerca pongono quindi particolare enfasi sulla cooperazione interdisciplinare, concentrandosi sul miglioramento individuale dell'atleta in più aree e sulle loro possibili interazioni. Spesso sottovalutati perché meno visibili della forma fisica, ma fondamentali per la prestazione atletica, sono i processi cognitivi che saranno il focus di questo articolo (Figura 1).
 
 
 
Figura 1: Misure multidisciplinari per lo sviluppo dell’atleta con particolare attenzione alle funzioni cognitive
 
Le sfide cognitive negli sport agonistici sono molteplici e comprendono, ad esempio, il mantenimento della concentrazione, il multitasking, il processo decisionale o le prestazioni della memoria di lavoro (Kalén et al., 2021). La ricerca cognitiva nello sport differenzia teoricamente le abilità cognitive (cioè l'uso efficace delle conoscenze specifiche in ambito sportivo durante la prestazione) dalle funzioni cognitive (cioè i meccanismi cognitivi generali che richiedono uno sforzo e sono rilevanti per l'azione diretta all'obiettivo). Le funzioni cognitive sono state ulteriormente differenziate in funzioni di base, funzioni superiori e capacità decisionali (Kalén et al., 2021).
Soprattutto negli sport intercettivi e di squadra, è stato dimostrato che la cognizione svolge un ruolo centrale nello sviluppo di competenze sportive straordinarie (Kalén et al., 2021). Di seguito, prendiamo come esempio la pallacanestro per comprendere meglio come la cognizione si intersechi con la competenza atletica. I giocatori e le giocatrici di pallacanestro devono costantemente prendere decisioni in una frazione di secondo e contemporaneamente eseguire movimenti fisici complessi. Durante una partita, importanti funzioni cognitive di base consentono di prestare attenzione alla posizione dei/lle compagni/e o di elaborare le informazioni in arrivo, come le indicazioni dell'allenatore. Le funzioni cognitive superiori comprendono anche il recupero e l'aggiornamento delle informazioni in memoria di lavoro, l'inibizione delle risposte e il task switching (il passaggio rapido ed efficiente da un compito cognitivo a un altro) quando le circostanze cambiano. Inoltre i giocatori e le giocatrici  hanno bisogno di abilità cognitive specifiche, che permettano di anticipare il comportamento degli/lle avversari/e, valutare future strategie alternative di gioco e prendere decisioni in momenti di massima pressione (Figura 2). Seguiteci durante una giornata di allenamento speciale della cestista della nazionale olimpica, Sofia, che fa parte del progetto di ricerca interdisciplinare “in:prove”, volto a migliorare le prestazioni atletiche attraverso valutazioni e interventi individualizzati. Esploreremo insieme il ruolo della cognizione e della valutazione cognitiva. 

 

Preparazione mentale olimpica?

 
Ore 7.00. Sofia fa colazione prima di recarsi al palazzetto dello sport.
Ore 7.15. Prima sessione di allenamento di basket. Dopo il riscaldamento il primo esercizio cognitivo prevede la disposizione di coni, numerati e di colore diverso, in un quadrato. Sofia si posiziona al centro palleggiando. Quando l'allenatore grida un numero, lei deve toccare il rispettivo cono con la mano che non palleggia e tornare alla posizione di partenza il più velocemente possibile. Dopo qualche minuto la regola cambia e richiede di rispondere ai colori dei coni, prima di cambiare nuovamente richiedendo a Sofia di toccare i coni con la mano sinistra per i numeri e con la mano destra per i colori. Questo esercizio coinvolge molti costrutti cognitivi rilevanti: Sofia deve concentrare l'attenzione sui coni ed elaborare rapidamente i comandi dell'allenatore (velocità di elaborazione), ricordare la posizione dei coni (memoria di lavoro), adattarsi in modo flessibile alle regole che cambiano (task switching) e inibire le risposte "sbagliate" (ad esempio usare la mano "sbagliata").
Ore 8.00: Presentazione del progetto di ricerca “in:prove”. Dopo essere state accolte dal ricercatore responsabile del progetto, tutte le giocatrici eseguono un test che mette alla prova la velocità di elaborazione cognitiva. In questo test, le partecipanti lavorano sotto pressione e hanno 30 secondi, per ciascuna delle quattro prove, per collegare i numeri da 1 a 100 il più velocemente possibile.

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