Quando il pensiero vale più dell'oro: la relazione tra cognizione e prestazione negli atleti olimpici

Le metodologie di standardizzazione devono essere adattate all'elevato livello di base degli atleti e delle atlete, per stimare accuratamente le loro capacità cognitive (Adjetey et al., 2023).

Controllo dei dati: Garantire l'integrità dei dati sul campo è essenziale. Oltre a una base dati sicura è essenziale che gli atleti e le atlete concordino attivamente con chi e con chi non desiderano (l'allenatore/trice nazionale, il/la medico/a) condividere e informazioni personali che vengono eventualmente protette, si tratta di una scelta libera.
 

“Dietro le quinte” II: Progettazione e valutazione degli interventi cognitivi

 
La valutazione cognitiva e il feedback individuale consentono di identificare il proprio potenziale di sviluppo. L'obiettivo del progetto è quindi quello di sviluppare piani di intervento personalizzati tenendo conto sia dei punteggi individuali sul compito cognitivo sia delle esigenze specifiche dello sport. Per esempio l'allenamento della flessibilità cognitiva può essere più significativo per un giocatore di pallacanestro, che deve destreggiarsi in ambienti di gioco dinamici, che per una ginnasta che esegue delle routine. In ogni caso esistono pochissimi interventi standardizzati per funzioni cognitive specifiche o multiple (specifiche per lo sport). Un possibile approccio prevede la ripetizione quotidiana o settimanale di compiti cognitivi generali (ad esempio il multiple object tracking) per un certo periodo di tempo, per valutare se anche le prestazioni sportive migliorano. Tali effetti di trasferimento (dal compito cognitivo alla prestazione sportiva) si riferiscono ad abilità che non sono direttamente allenate e possono eventualmente manifestarsi in compiti simili (near-transfer) o in situazioni simili al gioco (far-transfer) (Fleddermann, Heppe & Zentgraf, 2019). Esistono, tuttavia, risultati contrastanti sugli effetti di near-transfer e far-transfer, che alimentano l'esigenza di elaborare compiti cognitivi e interventi specifici per lo sport. Siamo favorevoli a una strategia alternativa che non preveda interventi basati su compiti relativi ad abilità cognitive generali, ma piuttosto l'esercizio costante e l'aumento delle richieste cognitive durante l'allenamento regolare. Ad esempio, aumentando il numero di decisioni che l'atleta deve prendere, creando più richieste di doppio compito o utilizzando strumenti di allenamento come macchine lanciapalle, grandi schermi di proiezione con più zone bersaglio a cui reagire, o simulazioni di realtà virtuale e realtà aumentata. Proponiamo questa soluzione perché ci aspettiamo che, attraverso un allenamento specifico per lo sport, le richieste cognitive in situazioni competitive vengano gestite in modo più efficace a vantaggio di prestazioni superiori anche in eventi agonistici importanti come le Olimpiadi.
Nel caso dello sport d’élite la difficoltà principale consiste nel far accettare ad allenatori/trici ed atleti/e la sperimentazione di questo tipo di interventi. L'accettazione è più probabile quando le esigenze individuali vengono riconosciute e tradotte in approcci individuali personalizzati, con adeguamento di tempi e orari di tutte le parti coinvolte. Inoltre è necessario che allenatori, allenatrici, atleti e atlete siano consapevoli del valore aggiunto dell’intervento di valutazione generale e di valutazione specifica per lo sport e che siano a conoscenza del rapporto costi-benefici. Gli interventi cognitivi online rappresentano un'alternativa a basso costo che non interrompe i programmi di allenamento e può avere un rapporto costi-benefici positivo, ma in questo caso è difficile tenere sotto controllo l’adesione dell’atleta nel tempo. Anche lo/a psicologo/a dello sport può ottenere un rapporto costi-benefici favorevole concentrandosi su singole funzioni cognitive specifiche per lo sport invece di proporre batterie di test polivalenti.
In conclusione, la valutazione degli interventi individualizzati è impegnativa, soprattutto negli sport d'élite. In termini di valutazione formativa, gli interventi su misura per il/la cliente vengono seguiti documentando ogni intervento come caso di studio (Andersen et al., 2002; Keegan et al., 2017). Quindi un team composto da ricercatori/trici, allenatori/trici nazionali, scienziati/e dello sport e psicologi/ghe si confronta sui dati relativi agli interventi e garantisce che i parametri di prestazione specifici possono essere utilizzati nelle sessioni di allenamento dentro e fuori dal campo. Questo approccio di lavoro in team (dall’inglese co-productive approach, Smith et al., 2022) mira in generale a integrare le competenze multidisciplinari. La valutazione sommativa integra di conseguenza il feedback di tutti i soggetti coinvolti integrando i dati di gara e di allenamento. In questo modo atleti/e e allenatori/trici trarranno il massimo beneficio sia dalla ricerca in ambito sportivo sia dal supporto psicologico in ambito sportivo.
 

Come sostenere l’atleta olimpico nello sviluppo di una “mente d’oro” capace di sviluppare processi di pensiero per affrontare prestazioni atletiche eccezionali?

 
Come possiamo aiutare gli atleti e le altlete a sviluppare una “mente d’oro”? La ricerca interdisciplinare sottolinea l’importanza dello sviluppo individuale dell'atleta attraverso molteplici ambiti e le intricate interazioni tra essi.

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