Editoriale "Olympic Mind: The Psychology of Extraordinary Sports Performance"

Realizzare il Biles 3 nella ginnastica artistica, correre i 100 metri in 9.58 secondi o sollevare 267 kg sono solo alcuni straordinari esempi di prestazioni da record mondiale negli sport olimpici. Nel 2024, il mondo intero sarà nuovamente testimone di circa 10.500 atleti/e provenienti da 206 Comitati Olimpici Nazionali che giocheranno tutte le proprie carte in 32 discipline sportive. A Parigi, gli atleti e le atlete internazionali daranno il meglio di sè, mentre allenatori, allenatrici, genitori e spettatori e spettatrici incoraggeranno e tiferanno le loro straordinarie prestazioni sportive. Tali prestazioni non sono unicamente determinate da eccellenti doti fisiche, ma anche dalla mente, che gioca un ruolo cruciale. Questo numero speciale di In-Mind (link al sito web ENG) si concentra sui diversi fattori psicologici (ad esempio, la gestione della „pressione”), sociali (ad esempio, il supporto genitoriale) e contestuali (ad esempio, il vantaggio di giocare in casa) che impattano la mente olimpica. Inoltre, verranno presentati diversi training che adoperano tecniche di respirazione, regolazione del sonno e la realtà virtuale
 
 
Figura 1. Nuvola di parole relativa ai temi principali emersi dai titoli degli articoli del numero speciale internazionale (traduzione dai titoli in lingua inglese). Sono incluse tutte le parole menzionate più di una volta.
 
Gli esiti della prestazione atletica sono influenzati da determinanti psicologiche e fattori sociali e contestuali che differiscono da atleta ad atleta (Zentgraf & Raab, 2023). Per quanto riguarda le determinanti individuali delle prestazioni sportive d’élite, van Yperen (2024) spiega come il traguardo della vittoria olimpica possa essere raggiunto attraverso obiettivi basati sui compiti e personalmente controllabili. Focalizzandosi sui prerequisiti cognitivi delle prestazioni, Sanchez et al. (2024) descrivono le richieste percettivo-cognitive di una giovane disciplina olimpica: l’arrampicata. Gli autori sottolineano il ruolo della pianificazione embodied e della previsione delle vie come chiavi per il successo. Anche Will et al. (2024) si concentrano sull’importanza delle competenze cognitive. L’articolo fornisce approfondimenti sulla vita quotidiana degli atleti e delle atlete d’élite che si preparano per le Olimpiadi, eseguendo test cognitivi generali e specifici per lo sport con l’obiettivo di migliorare le proprie prestazioni.
 
Per quanto riguarda le influenze contestuali, gli articoli inclusi in questo numero speciale esplorano vari agenti sociali, dai genitori (Eckardt et al., 2024), al pubblico e al sistema sportivo in generale (Schwender et al., 2024). In alcuni casi, questi fattori possono avere un impatto positivo sulle prestazioni sportive. Eckardt et al. (2024) analizzano il ruolo centrale dei genitori come fonte di supporto socio-emotivo per gli atleti e le atlete d’élite, offrendo numerosi esempi celebri in cui i genitori hanno contribuito significativamente al successo dei propri/e figli/e. Van Meurs et al. (2024) approfondiscono invece l’effetto positivo della folla, concentrandosi in particolare sul “vantaggio di giocare in casa”. Al contrario, Chareyre et al. (2024) si focalizzano sulla pressione esercitata sugli atleti e sulle atlete da terze persone, che può avere effetti benefici o dannosi sulle prestazioni. Gli autori indagano i possibili effetti negativi della pressione esterna in base alla situazione e alle caratteristiche dell’atleta e degli altri attori presenti, suggerendo come mitigarli attraverso routine pre-performance.
 
A livello di benessere degli atleti e delle atlete, Isoard-Gautheur et al. (2024) e Schwender et al. (2024) discutono criticamente il sistema e la cultura dello sport di alto livello. Isoard-Gautheur et al. (2024) mostrano che gli atleti e le atlete d’élite sono a rischio di sviluppare burnout, descrivendo interventi basati su autodeterminazione, tecniche cognitive, pratiche di mindfulness e strategie organizzative per mitigare e prevenire il burnout. Schwender et al. (2024) presentano ricerche su come salvaguardare gli atleti d’élite dalla violenza, illustrando progetti dedicati a questo fondamentale obiettivo.
 

Un altro gruppo di articoli approfondisce gli interventi psicofisiologici che possono fare la differenza nella preparazione di un atleta alle competizioni più importanti. Un esempio semplice, ma fondamentale, è la respirazione: Iskra et al. (2024) esplorano l’impatto profondo delle tecniche di respirazione sulle prestazioni e sul benessere degli atleti e delle atlete d’élite, mostrando come tali tecniche possano migliorare la concentrazione e accelerare il recupero. Laborde et al. (2024) esaminano invece il monitoraggio della variabilità della frequenza cardiaca (HRV), sottolineandone il potenziale per migliorare le prestazioni, il recupero e il benessere generale degli atleti e delle atlete di alto livello, e spiegano dettagliatamente come utilizzare l’HRV per ottimizzare i regimi di allenamento e prevenire il sovrallenamento. Analogamente, Hoedlmoser et al.

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