Violenza sessuale su bambine e adolescenti: Tre libri che ci costringono a confrontarci con ciò che vogliamo ignorare
Patrizia Romito, autrice di tante ricerche sulla violenza contro le donne, mi ha segnalato l’uscita negli ultimi anni, in Francia, di una serie di libri che invitano a riflettere sulle pratiche di violenza sessuale contro bambine e bambini. Si tratta di libri che hanno suscitato nell’opinione pubblica d’oltralpe un grande dibattito, che ha coinvolto intellettuali e società civile [1], e che ci invitano a riflettere, per contrasto, sulla situazione del nostro paese, in cui, citando il titolo di un libro fondamentale di Romito, questi temi sono circondati da “un silenzio assordante” (Romito, 2005). Colpisce infatti quanto poco in Italia siano oggetto di dibattito, come se la denuncia e la riflessione intorno a essi fossero riservate a pochi addetti ai lavori e non dovessero coinvolgere l’intera comunità; questo nonostante anche da noi i numeri relativi a violenze e maltrattamenti siano impressionanti, come impressionanti ed estremamente gravi sono le conseguenze sulla vita delle vittime (subire violenza aumenta il rischio di tossicodipendenza, comportamenti violenti, ulteriori vittimizzazioni sessuali, disturbi alimentari, depressione, tentativi di suicidio; Bianchi & Moretti, 2006). Credo sia questo uno dei non rari casi in cui la letteratura, occupandosi di un tema cruciale, ma poco frequentato, lo sottopone all’attenzione collettiva invitando, tra gli altri, anche noi psicologi a una riflessione più approfondita. I tre libri di cui parleremo hanno delle affinità che vanno segnalate perché costituiscono spunti di riflessione. Due su tre raccontano vicende che si svolgono in ambienti privilegiati, colti, intellettuali, il terzo riguarda un contesto “alternativo” ma ben integrato, sfatando così il mito che le violenze sessuali alberghino soprattutto in ambienti economicamente e culturalmente degradati. Tutti e tre sono scritti a grande distanza dai fatti, cosa che ribadisce come sia difficile per le persone ferite parlare al momento della violenza e come la denuncia e la testimonianza abbiano nella gran parte dei casi bisogno di una presa di distanza dagli episodi e di un lungo e sofferto travaglio psicologico.
Partiamo da La famiglia grande (2021), un libro che ha sollevato un dibattito particolarmente vivace in Francia per la notorietà dei protagonisti, autrice Camille Kouchner. Il titolo invita il lettore a entrare nell’ambito di una famiglia allargata al centro del milieu privilegiato dell’intellighenzia culturale e politica parigina, dove si pensa di poter infrangere le regole comuni in nome di un’assoluta libertà. Il patrigno della scrittrice, celebre politologo, membro dell’élite accademica e politica progressista, è in realtà un predatore che insidia durante l’adolescenza il fratello gemello dell’autrice, la quale decide, dopo molti anni, di rivelare la verità, per fare i conti con una vicenda che continua a ossessionarla e a causarle infiniti e ingiustificati sensi di colpa, i sensi di colpa che sempre le vittime hanno proprio per essere state vittime. Il libro è importante perché racconta una violenza reiterata per anni nel silenzio complice della famiglia e di un intero mondo intellettuale che garantisce impunità al perpetratore, è un atto di denuncia di una società che si gira dall’altra parte per non vedere, permettendo così l’orrore.
Il secondo libro che vorrei segnalare è il più bello dal punto di vista letterario; si tratta di Triste Tigre di Neige Sinno, uscito in Francia nel 2023, un libro che ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico, è stato pluripremiato e tradotto in questi mesi in italiano. Narra la violenza sessuale subita dall’autrice tra i 7 e i 14 anni a opera del patrigno, il complesso percorso che l’ha portata a 19 anni a denunciare quanto subito, il processo, la condanna dell’abusante, la nuova vita di Neige lontano dalla Francia, fino alla decisione di fare i conti con un passato tanto pesante attraverso la narrazione. Si percepisce, nel racconto, l’urgenza di portare testimonianza, per usare le parole di Primo Levi, comunicando l’irreparabilità del danno subito. Sinno non può infatti dimenticare, non reputa possibili né resilienza, né perdono. Ma ritiene che parlare alla comunità sia il solo modo per squarciare il velo di omertà, che permette la violenza, e alleviare la solitudine delle vittime, che continuano a essere circondate dal consueto silenzio assordante.
Ho lasciato per ultimo Le consentement, di Vanessa Springora (2020), che in realtà precede gli altri due dal punto di vista cronologico, perché non è ancora stato tradotto in italiano. Mi pare tuttavia importante parlarne perché le similarità con i volumi di Kouchner e Sinno ci portano a riflettere sulla ricorrenza del fenomeno e a ribadire la necessità di metterlo al centro di un dibattito. La vicenda narrata si svolge negli anni Ottanta, quando una tredicenne amante della lettura e trascurata in famiglia, (abbandonata dal padre e poco seguita dalla madre), V., incontra a una cena uno scrittore di cui ignora gli scritti e gli agiti pedofili. V. è immediatamente incantata dal carisma del cinquantenne G. e lusingata dall’attenzione che lui le riserva. Più tardi G. le dichiara il bisogno “imperioso” di vederla, colmandola di rassicurazioni: l’ama e non le farà alcun male. La violenza sessuale (sodomia) avverrà fin dal secondo incontro: violenza categorizzata in quanto tale dalla legge francese per la differenza di età, anche in assenza di aggressioni fisiche. Seguiranno mesi in cui G. si approprierà di corpo e anima della ragazzina, allontanandola dalla sua vita di liceale, pur continuando ad avere altre relazioni con adolescenti. V. scoprirà queste relazioni così come le pratiche di turismo sessuale del suo amante e lo lascerà; G. non lo accetterà mai, continuando a intromettersi nella sua vita e a sfruttarla, pubblicando senza consenso lettere e fotografie di lei.
Dietro le apparenze dell’intellettuale colto e amabile, si nasconde un predatore, anche in questo caso coperto dall’omertà di buona parte dell’ambiente letterario. Solo trent’anni dopo, e dopo molta sofferenza, Vanessa Springora riuscirà a raccontare la violenza vissuta da adolescente, trovando le parole per rielaborare il processo di manipolazione psichica subito e offrendoci uno spunto di riflessione preziosa sul significato del “consenso” in situazioni di profonda disuguaglianza.
Bibliografia
Bianchi, D., & Moretti, E. (a cura di) (2006). Vite in bilico. Indagine retrospettiva su maltrattamenti e abusi in età infantile. Firenze: Istituto degli Innocenti.
Kouchner, C. (2021). La familia grande. Paris: Seuil. Trad. it.: La famiglia grande. Milano: La Nave di Teseo.
Romito, P. (2005). Un silenzio assordante. La violenza occultata su donne e minori. Milano: Franco Angeli.
Sinno, N. (2023). Triste tigre. Paris: P.O.L. (Trad. it.: Triste tigre, 2024). Vicenza: Neri Pozza.
Springora, V. (2020). Le consentement. Paris: Grasset.