Hashtag d’ordine #recovery: Instagram e i disturbi del comportamento alimentare.
"La gente non ha vie di mezzo, proprio come la malattia.
O ti sostiene al massimo, o ti affonda"
Francesca, utente di Instagram.
Introduzione
Le parole di Francesca, una delle tante ragazze affette da disturbi del comportamento alimentare che cercano supporto online. Queste parole comunicano in maniera diretta lo stato d’animo comune a chi cerca sostegno su Instagram, dove ideali di bellezza irrealistici si confondono con la realtà, fatta di piccoli traguardi e fallimenti, durante la fase di guarigione. Come succedeva con i forum, durante la prima epoca del web, anche all’interno dei social network sono nate comunità di sostegno attraverso le quali persone che soffrono dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) offrono e ricevono sostegno da altri individui nella medesima condizione.
A questo proposito, la letteratura sui DCA ha esplorato gli effetti positivi e negativi derivanti dall’utilizzo dei social media, ma il dibattito rimane ancora aperto. Il presente lavoro vuole quindi offrire una panoramica dello stato della ricerca in ambito psicosociale rispetto alla relazione tra l’utilizzo dei social media e i DCA.
Pochissimi studi hanno infatti analizzato i meccanismi derivanti dai social media nell’ostacolare o nel supportare il percorso di guarigione. Nonostante l’ampia diffusione dei social e il proliferare di fotografie legate al cibo su Instagram, la questione riguardante il loro utilizzo e i DCA, rimane ad oggi ancora da chiarire.
Social media, ideali di bellezza e disturbi del comportamento alimentare
Una delle rivoluzioni che è stata possibile grazie allo sviluppo del web è quella rappresentata dai social media (Kaplan & Haenlein, 2010) Fra questi, i social network hanno attirato maggiormente l’interesse delle scienze sociali. Essi consentono alle persone di interagire fra di loro, portando alla nascita di vere e proprie comunità online (Riva, 2010), innalzando la rete ad un ambiente in cui coltivare relazioni sociali spesso significative per la sfera personale (McKenna & Green, 2002; McKenna, Green, & Gleason, 2002). Proprio grazie a questa caratteristica, unitamente al bisogno di supporto e approvazione da parte degli altri, i social network hanno favorito negli ultimi anni la nascita di gruppi online di sostegno per persone affette da DCA. Questo tipo di disturbi è caratterizzato da una persistente alterazione dell’alimentazione, o da comportamenti collegati ad essa, che determinano un alterato consumo del cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale dell’individuo (DSM 5, 5th ed.; American Psychiatric Association, 2013). In particolare, l’anoressia e la bulimia nervose sono tra i DCA più conosciuti e più frequenti. La caratteristica principale dell’anoressia nervosa è il mantenimento del proprio peso corporeo al di sotto di quello minimo normale per età, genere, percorso di sviluppo e salute fisica (DSM 5, 5th ed.; American Psychiatric Association, 2013), un’intensa paura di aumentare il grasso corporeo e disturbi nella percezione del proprio peso e forma corporea. La bulimia nervosa è invece caratterizzata da episodi ricorrenti di ingestione e il frequente ricorso a condotte compensatorie inappropriate per prevenire l’aumento di peso (come vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici; Crowther, Sanftner, Bonifazi, & Shepherd, 2001).
Diversi studi suggeriscono come i mass media favoriscano la diffusione di ideali di bellezza legati alla magrezza. Infatti, sono coloro che guardano di più la televisione ad essere maggiormente predisposti all’interiorizzazione dei messaggi culturali relativi alla magrezza e a sentirsi quindi meno soddisfatti del proprio corpo (Fouts & Vaughan, 2002; Stice & Hoffman, 2004). Questo confronto si traduce in un aumento del livello di insoddisfazione corporea (Botta, 1999; Tiggemann & McGill, 2004; Tiggeman & Slater, 2004). La relazione tra mass media e soddisfazione corporea non riguarda soltanto le persone affette da DCA ma influenza lo stile di vita di buona parte delle persone. La ricerca suggerisce infatti che l’influenza dei media agisca sulla percezione del proprio corpo attraverso due possibili meccanismi: l’interiorizzazione degli ideali di bellezza imposti della società e un maggiore confronto del proprio aspetto fisico con quello degli altri (Thompson, Heinberg, & Altabe, 1999; Van den Berg, Thompson, Obremski-Brandon, & Coovert, 2002) facilitando così una maggiore insoddisfazione per il proprio aspetto fisico (Grabe, Ward, & Hyde, 2008; Groesz, Levine, & Murnen, 2002)
A tal proposito, il gran numero di immagini che vengono pubblicate sui social media (Mayer-Schonberger & Cukier, 2013) offre opportunità frequenti per gli utenti di mettere in atto confronti sociali legati all'aspetto favorendo così un'immagine negativa e oggettivata del proprio corpo (Myers & Crowther, 2009).
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