Dallo stigma verso le persone omosessuali alle risposte intelligenti: SKAM Italia
SKAM Italia è una serie italiana originariamente nata in Norvegia che già dal suo titolo, che significa vergogna, racconta qualcosa degli argomenti che vuole affrontare e del modo in cui tenta di farlo. L’adolescenza, le amicizie, gli amori e i conflitti inter-generazionali sono solo alcuni dei temi trattati, ai quali si aggiungono la religione, il femminismo e l’omosessualità.
E’ a quest’ultimo tema che SKAM Italia dedica un’intera stagione attraverso la quale ci racconta la storia di un adolescente che, non solo diventa sempre più consapevole del suo orientamento sessuale, ma cerca le strategie per condividerlo e viverlo nel modo più autentico e libero possibile.
Il protagonista della seconda stagione (del quale non rivelo il nome per evitare spoiler) ci accompagna in un viaggio simile a un dialogo che, da individuale - e interiore - diventa collettivo. Se all’inizio è lui a farsi delle domande per capire chi è, che cosa vuole e come comunicare la sua omosessualità, a un certo punto sono gli altri e le altre protagonisti/e a porsi dei quesiti e, infine, siamo tutti/e a doverci chiedere: quale può essere l’effetto di un atteggiamento negativo e diffuso nei confronti delle persone omosessuali? E, soprattutto, che cosa può aiutarci a evitare di metterlo in atto?
Alla prima domanda, la risposta che viene data è una sorta di sintesi di alcuni concetti chiave della psicologia sociale. Attraverso scorci tratti dalla vita quotidiana, SKAM Italia ci ricorda, da una parte, che ancora oggi l’orientamento sessuale può essere utilizzato contro una persona per sottoporla a un vero e proprio processo di stigmatizzazione - caratterizzato dal disprezzo e dal scredito (Major & Crocker, 2005) - e, dall’altra, che lo stigma può influenzare negativamente la vita di chi ne è bersaglio. In relazione a questo ultimo aspetto, le vicende del protagonista della seconda stagione di SKAM Italia ci mostrano che le persone omosessuali possono anticipare quello che potrebbero pensare o fare gli altri individui se venissero a conoscenza del loro orientamento (stigma percepito), possono far proprie le visioni e le narrazioni culturali ostili sull’omosessualità, sperimentando vissuti ed emozioni negative auto ed etero-dirette (stigma interiorizzato) e, ancora, essere vittime di discriminazioni caratterizzate da più o meno violente aggressioni fisiche e verbali o da ostracismo (stigma vissuto; Meyer, 1995). I tre meccanismi sopra citati possono aprire la strada a un ulteriore e insidioso processo che, sebbene spesso è troppo silente per essere visto tempestivamente, è troppo pericoloso per essere ignorato: il silenziamento. Se nascondere il proprio orientamento sessuale può sembrare (a un primo sguardo) un’efficace strategia per evitare conflitti interpersonali, a lungo termine può influenzare negativamente il benessere psicologico delle persone privandole, come ci mostra efficacemente lo psicologo della serie, del necessario supporto sociale (Meyer, 2003).
Al fine di evitare la messa in atto di un processo di stigmatizzazione verso le persone omosessuali e, dunque, contrastarne gli effetti negativi, lungo tutta la seconda stagione ma, più generale, lungo tutta la serie, SKAM Italia ci suggerisce un primo passo fondamentale da compiere: ascoltare. L’ascolto ci permette di entrare in contatto con il punto di vista, le esperienze e i sentimenti altrui, offrendo agli altri un’opportunità di condivisione e di sostegno, ma ci da anche l’opportunità di mettere in discussione le lenti attraverso le quali osserviamo gli/le altri/i e ci comportiamo nei loro confronti. Affinchè tutto ciò possa realizzarsi è importante seguire almeno alcune delle regole “dell’arte di ascoltare” (Sclavi, 2003): non dobbiamo avere fretta di arrivare a delle conclusioni, dobbiamo chiedere all’altra persona di aiutarci a vedere le cose dalla sua prospettiva, dobbiamo ricordarci che per vedere il nostro punto di vista è importante assumere un punto di vista diverso e, inoltre, dobbiamo trasformarci in esploratori di mondi possibili.
Nell’ascolto delle storie delle persone omosessuali possiamo scoprire qualcosa di loro, evitando generalizzazioni rigide e infondate sull’omosessualità e, al contempo, possiamo provare ad agire in linea con ciò che si auspica il protagonista della seconda stagione di SKAM Italia, ovvero “rispondere in modo intelligente a domande stupide”. Le “domande stupide” non sono domande superflue di cui non abbiamo bisogno, sono solo domande che nella loro formulazione contengono già uno stereotipo o un pregiudizio che può offendere la sensibilità delle persone alle quali sono rivolte. Solo se prima abbiamo ascoltato e ci siamo dati/e l’opportunità di dare forma a un inclusivo modo di guardare alle persone e ai temi come l’omosessualità, allora poi potremmo essere in grado di dare risposte efficaci, che puntano a de-costruire le false credenze e a contrastare le insidie dello stigma e degli effetti negativi che può determinare non solo sulle persone ma, più in generale, sulla società.
Bibliografia
Major, B., & O’Brien, L. T. (2005). The social psychology of stigma. Annual Review of Psychology, 56, 393-421.
Meyer, I. H. (1995). Minority stress and mental health in gay men. Journal of Health and Social Behavior, 36(1), 38-56.
Meyer, I. H. (2003). Prejudice, social stress, and mental health in lesbian, gay, and bisexual populations: Conceptual issues and research evidence. Psychological Bulletin, 129, 674–697.
Sclavi, M. (2003). Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte. Milano: Pearson Paravia Bruno Mondadori.
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