Quarantena e compressione identitaria: come sopravvivere tra lavoro professionale, lavori domestici e compiti dei figli

In questi giorni  molti italiani si trovano a gestire tempi vuoti e solitudine, ma paradossalmente nello stesso tempo una buona fetta di persone si trovano nel perimetro stretto del loro appartamento di città a condividere spazi e tempi con datore di lavoro, coniuge e figli. 

E in questa situazione il senso di mancanza d’aria che alcune e alcuni potrebbero avvertire non deriva dal contagio avvenuto dal virus, ma da quella che io chiamerei un fenomeno di compressione identitaria. 

La nostra identità infatti è fatta di tanti elementi, tante risposte che diamo alla domanda “io chi sono?” (ad esempio io sono una ricercatrice, una donna, una madre, una compagna, ecc.). Ciascun aspetto della nostra identità è legato a luoghi, odori, reti sociali e relazionali che la richiamano e che la vivificano.  

E in questo momento complicato in cui i nostri ambiti di vita (le nostre identità!) si sovrappongono e si angustiano costrette in un unico spazio affollato, ed alcune rimangono del tutto inespresse (come ad esempio quelle legate alle nostre attività sportive o passioni), quello che ci può far star male è anche una minaccia alla nostra identità, il perdere contatto con parti di noi stessi che sono importanti perché alimentano bisogni fondamentali come l’autostima, il senso della vita, l’appartenenza ,ecc. (Vignoles & Manzi, 2014).

La teoria dell'Auto-Affermazione (Cohen & Sherman, 2014) ci può venire in aiuto. Questa teoria parte dal presupposto che quando l'identità è minacciata in un dominio, l'affermazione dell'identità in un dominio diverso ripristina un senso di adeguatezza. Questa strategia può esserci molto utile per  attenuare gli effetti avversi della compressione identitaria.

 

Come si fa allora ad Auto-affermarsi? Ecco alcuni suggerimenti che si sono dimostrati efficaci nelle ricerche empiriche:

1. Riflettere sugli aspetti positivi di noi stessi. 

Non facile da fare in questi momenti in cui per il sovraccarico di lavoro probabilmente ci pare di fare tutto male… A volte un passaggio sui nostri profili SNS può aiutare in questo senso. O possiamo provare ogni sera a fare il bilancio della giornata, trovare quello che è andato bene, ed applaudirci un po’ per come siamo stati bravi in quella situazione; oppure soffermarci a rivedere foto e ricordi di qualche buona azione compiuta o successo ottenuto nella nostra vita (McQueen & Klein, 2006).

 

2. Esprimere i nostri valori.

Certamente questo è più facile in questo momento in cui le occasioni di esprimere solidarietà, affetto e amicizia sono all’ordine del giorno. Anche la partecipazione a espressioni comunitarie come flash mob, raccolte fondi ecc. può essere importante. In alternativa  può bastare anche fermarsi un attimo a scrivere una lista di quali sono i valori di vita importanti per noi. La visualizzazione di questi aspetti sembra essere uno strumento molto importante per “ristorare” la nostra identità (Schmeichel and Vohs, 2009).

Queste semplici strategie, come ci hanno mostrato gli studi, possono rafforzare il nostro concetto di sé e potenziare le nostre funzioni di autoregolazione. Potrebbero aiutarci in altre parole a rendere questi giorni più semplici da vivere, perché maggiormente radicati in chi siamo veramente.

 

Riferimenti bibliografici

 

Cohen, G. L., Sherman, D. K. (2014). The psychology of change: Self-affirmation and social-psychological intervention. Annual Review of Psychology, 65, 333-371.

McQueen, A., Klein, W. M. P. (2006). Experimental manipulations of self-affirmation: A systematic review. Self and Identity, 5, 289-354.

Schmeichel, B. J., Vohs, K. (2009). Self-affirmation and self-control: Affirming core values counteracts ego depletion. Journal of Personality and Social Psychology, 96, 770-782.

Vignoles, V.L., & Manzi, C. (2014). Identity motives. In A. Michalos (Ed.), Encyclopedia of quality of life research (3061-3064). Dordrecht, Netherlands: Springer.