Contro il Covid-19, tutti gli esseri umani sono il mio gruppo

La vita all’interno dei gruppi soddisfa dei bisogni fondamentali come quello di protezione e di approvvigionamento; ed è proprio questo appagamento che ha spinto e che spinge gli esseri umani ad aggregarsi. Tuttavia, nel corso dell’evoluzione, l’appartenenza a un gruppo sociale ha assunto anche fondamentali significati psicologici. Come mostrato da illustri psicologi sociali, una conseguenza di ciò è che, quando si trovano in una condizione di incertezza o, peggio, di aperta minaccia, gli individui tendono a identificarsi maggiormente con il proprio gruppo, aggrapparsi ad esso, favorendolo anche a discapito di altre categorie sociali. Non a caso, nel corso della storia, quando la comunicazione politica e pubblica ha enfatizzato strategicamente il senso di minaccia o quando i popoli si sono trovati di fronte a pericoli o tragedie reali (il crollo delle torri gemelle dell’11 settembre 2001 per il mondo occidentale, per citare un evento recente), le persone hanno reagito aumentando l’attaccamento con i propri gruppi di riferimento, mostrando un inasprimento di fenomeni quali il nazionalismo, la difesa dello status quo, l’internalizzazione e la giustificazione dell’iniquità sociale, il pregiudizio e la discriminazione verso gruppi diversi dal proprio. 

Ma quali sono i gruppi con i quali ci identifichiamo? Ognuno di noi appartiene contemporaneamente a diversi gruppi sociali. Quali di queste categorie diventa saliente in una condizione di grande incertezza o di pericolo? Diversi sono i fattori che concorrono a determinare quale gruppo valorizzeremo. Generalmente esso deve essere saliente e ben distinto all’interno del contesto sociale più ampio, consensualmente riconosciuto, in grado di assicurare all’individuo senso di padronanza e di protezione a livello realistico e simbolico. Nel 1948, lo psicologo sociale Kurt Lewin sottolineò come non sia la mera somiglianza tra le persone a rendere un gruppo sociologico un gruppo psicologico: la colla sociale che unisce gli esseri umani, che rende saliente una categoria sociale, che promuove un senso di identificazione con essa sarebbe il destino comune, sia positivo sia negativo.

Partendo da questa prospettiva, la minaccia che stiamo vivendo a livello globale a causa della diffusione del Covid-19 ci potrebbe fornire un’occasione unica: quella di identificarci con il gruppo sovraordinato e inclusivo per eccellenza, quello degli esseri umani. Nelle prime fasi della diffusione del virus, come di fronte a una qualsiasi guerra, abbiamo provato ad attivare l’usuale livello inter-gruppo, identificandoci con il gruppo nazionale e discriminando i cinesi. Poi gli italiani si sono trovati nella posizione dei cinesi e, in pochi giorni, è risultato chiaro che il virus non può essere arginato da frontiere e che tutti gli esseri umani, a livello globale, si troveranno probabilmente ad affrontare lo stesso pericolo. Non solo condivideremo così questo destino avverso, in termini di paura, di sacrificio, di lutto ma sarà anche fondamentale la nostra interdipendenza per fronteggiare l’emergenza sanitaria e quella economica e sociale che ne deriverà. 

Se la comunicazione pubblica e gli interventi sociali e politici sapranno promuovere e favorire adeguatamente questo processo di identificazione con l’umanità, gli effetti potrebbero essere straordinari. La letteratura, infatti, ha mostrato come l’estensione del circolo morale a tutti gli esseri umani sia positivamente correlata con la propensione a mettere in atto comportamenti prosociali e solidali, con l’altruismo, l’empatia, il supporto per i movimenti ambientalisti e di difesa dei diritti umani, la preoccupazione per le future generazioni e la riduzione del nazionalismo e del pregiudizio. 

Ho sempre detto ai miei studenti che per promuovere l’identificazione con la categoria sovraordinata, quella degli esseri umani, sarebbe stata necessaria un’invasione aliena: ma potrebbe pensarci un micro-organismo tutto terrestre. 

 

Riferimenti bibliografici

Bonanno, G. A., & Jost, J. T. (2006). Conservative shift among high-exposure survivors of the September 11th terrorist attacks. Basic and Applied Social Psychology, 28, 311-323.

Lewin, K. (1948). Resolving social conflicts. New York: Harper.

McFarland, S., Brown, D., & Webb, M. (2013). Identification with all humanity as a moral concept and psychological construct. Current Directions in Psychological Science, 22, 194-198.