Se il Robot è 'Simpatico' e la Stampante 'Capricciosa': Il Fascino dell’Antropomorfismo
Ciò fa apparire il mondo più sotto il nostro controllo e ci fa sentire più a nostro agio nell’ambiente che ci circonda. La vera domanda è forse quindi quando, come e perché attribuiamo umanità alle macchine. Comprendere le condizioni in cui questi processi emergono — e le motivazioni che li guidano — è cruciale per orientare in modo consapevole il nostro rapporto con le tecnologie sociali del futuro.
Glossario
Antropomorfismo e umanizzazione. Termini usati in questo contesto in modo intercambiabile per indicare il processo attraverso cui gli esseri umani attribuiscono a entità non umane caratteristiche ripicamente umane, tra cui emozioni, intenzioni, stati mentali, comportamenti o tratti fisici. Nell'ambito della robotica sociale, l'antropomorfismo (o umanizzazione) facilita la comprensione e l'interazione, permettendo agli individui di relazionarsi con gli agenti non umani come se fossero agenti sociali simili a loro.
Continuum. Il termine continuum in psicologia sociale si riferisce a un insieme di caratteristiche, atteggiamenti o comportamenti che non sono rigidamente separati
Continuum: Il termine continuum in psicologia sociale si riferisce a un insieme di caratteristiche, atteggiamenti o comportamenti che non sono rigidamente separati in categorie, ma si distribuiscono lungo una scala graduale.
Caregiver: il termine caregiver, nel contesto dello sviluppo infantile, si riferisce alla figura che fornisce cure essenziali per la sopravvivenza e il benessere del neonato, garantendo protezione, nutrimento e supporto emotivo.
Necessità di elaborazione cognitiva: La necessità di elaborazione cognitiva (NEC) è un tratto psicologico che descrive la tendenza individuale a impegnarsi nell’elaborazione mentale e dal pensiero complesso. La NEC influenza il modo in cui le persone elaborano informazioni e prendono decisioni. Ad esempio, chi ha un'alta NEC è più incline a valutare in modo critico gli argomenti e ad approfondire le informazioni prima di formarsi un'opinione, mentre chi ha una bassa NEC potrebbe basarsi più su scorciatoie cognitive o su opinioni di altri. Questo tratto può avere implicazioni nella persuasione, nella formazione di atteggiamenti e nel comportamento decisionale. In questo contesto, anche l’antropomorfismo viene influenzato: persone con un'elevata NEC tendono ad analizzare in modo più critico il comportamento degli agenti non umani e a cercare spiegazioni più razionali. Questo può portarle a ridurre l’antropomorfismo.
Elaborazione cognitiva di tipo configurazionale: L'elaborazione cognitiva di tipo configurazionale si riferisce a un processo mentale in cui le informazioni vengono elaborate considerando la configurazione globale degli elementi piuttosto che analizzarle singolarmente o in modo sequenziale. Questo tipo di elaborazione è tipicamente utilizzato nel riconoscimento di volti e dei corpi, dove il cervello integra rapidamente le relazioni spaziali tra le parti per costruire un'unità coerente.
In psicologia cognitiva, l'elaborazione configurazionale si contrappone all'elaborazione analitica, che invece elabora le informazioni, analizzando le singole parti di un insieme piuttosto che la loro configurazione globale e che viene utilizzata nel riconoscimento degli oggetti. Riassumendo, quando guardiamo un volto, lo riconosciamo nel suo insieme; quando guardiamo un oggetto, invece, lo analizziamo anche nei dettagli. Nel caso citato nell’articolo, gli studi di Sacino et al., (2022) e Andrighetto et al., (2025) dimostrano come l’elaborazione cognitiva dei robot sociali sia più simile a quella messa in atto quando osserviamo un essere umano rispetto a un oggetto.
Robot sociale: Un robot progettato per interagire con le persone utilizzando comportamenti, segnali e modalità comunicative tipiche delle relazioni sociali.
Robot umanoide: Un robot progettato per avere un aspetto e/o movimenti ispirati al corpo umano, con caratteristiche fisiche come testa, tronco, braccia e talvolta gambe.
Uncanny Valley: Fenomeno descritto per la prima volta dallo studioso giapponese Masahiro Mori nel 1970, che si riferisce alla sensazione di disagio o inquietudine che le persone possono provare quando un robot o un agente artificiale appare molto simile, ma non perfettamente identico, a un essere umano. Mori osservò come, man mano che un robot diventa più simile a una persona tende a essere percepito come più familiare e piacevole, fino al raggiungimento di una soglia critica (stimata tra l’80% e l’85% di somiglianza).
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