Lo Trovi Difficile? Allora Stai Imparando Qualcosa di Nuovo: Comunicare il Mindset di Crescita nei Contesti Educativi

Quando affrontiamo un compito difficile, ciò che pensiamo riguardo alle nostre capacità può fare la differenza. Questo è il cuore del concetto di mindset. Introdotto da Carol Dweck (1999), si riferisce alle credenze personali sulla flessibilità o staticità di caratteristiche come l’intelligenza. Il mindset può essere statico (fixed mindset) o di crescita (growth mindset). Chi possiede un mindset statico considera le proprie capacità (tra cui l’intelligenza, o abilità cognitive più specifiche, come ad esempio quelle matematiche, etc.) come difficilmente modificabili, se non addirittura immutabili. Ad esempio, uno studente o una studentessa che pensa "Non sono portato/a per la matematica, non ci riuscirò mai" potrebbe evitare esercizi difficili o sfidanti per paura di fallire, rinunciando così a migliorarsi. Al contrario, il mindset di crescita si basa sulla convinzione che le abilità possano essere sviluppate con lo sforzo e le giuste strategie e che questo sia valido per tutte le persone, indipendentemente dal proprio punto di partenza. Uno studente o una studentessa con questa prospettiva potrebbe quindi affrontare gli stessi esercizi con l’idea che ogni errore rappresenti un’opportunità di apprendimento, magari pensando: “Anche se è difficile, posso imparare con la pratica”. 
La ricerca ha dimostrato come il mindset di crescita sia strettamente legato ad un approccio costruttivo all’apprendimento, in quanto caratterizzato da una maggiore apertura verso le sfide e dalla convinzione che l’intelligenza e le abilità intellettuali possano essere sviluppate (per delle rassegne, Dweck & Yeager, 2019; Yeager & Dweck, 2012; per una lettura divulgativa, Dweck, 2017). Chi ha un mindset di crescita tende ad interpretare gli errori come opportunità per crescere e non come fallimenti (si veda ad esempio Chouvalova et al., 2024; Sik et al., 2024). Mostra inoltre maggiore motivazione e persistenza di fronte alle difficoltà, con un impatto positivo sulle performance scolastiche e lavorative (si veda ad esempio Blackwell et al., 2008; Murner & Hessler, 2020; Shen et al., 2016). Al contrario, chi adotta un mindset statico tende ad evitare le sfide. Tende ad interpretare gli insuccessi come conferma di una mancanza di abilità; in questo modo ostacola il miglioramento e riduce le possibilità di successo, specialmente in contesti che richiedono adattamento continuo e sforzo costante (si veda ad esempio Diener & Dweck, 1978; Robins & Pals, 2002). Ne consegue che chi ha un mindset di crescita, grazie al proprio approccio all’apprendimento, ha maggiori probabilità di riuscita, soprattutto nell’acquisizione di competenze complesse che richiedono sforzo e perseveranza. 
Sulla base dei risultati ottenuti in ricerche di laboratorio sono stati sviluppati degli interventi nelle scuole. Ultima, e forse più importante per ampiezza, è una sperimentazione che si è tenuta negli Stati Uniti (Yeager et al., 2019) e che ha coinvolto 12490 studenti e studentesse del primo anno delle superiori (di 14-15 anni). Essa ha evidenziato come un breve intervento (di meno di un’ora) volto alla promozione di un mindset di crescita sia efficace a migliorare nel tempo le prestazioni di studenti e studentesse che avevano risultati scolastici scarsi. Alla fine dell’anno scolastico le loro prestazioni risultavano sensibilmente migliorate. A trarre beneficio dagli interventi sono stati però studenti e studentesse con insegnanti con un mindset di crescita, ma non quelli che avevano insegnanti con un mindset statico (Yeager et al., 2022); un risultato che sottolinea come sia fondamentale anche il mindset del corpo docente. Secondo Hecht e colleghi (2021) ciò accade perché un o una docente che ha un mindset statico può creare un contesto che ostacola il mantenimento e lo sviluppo di un mindset di crescita da parte dello studente o della studentessa. Docenti con un mindset statico, ad esempio, possono adottare pratiche didattiche e valutative che rendono il mindset di crescita di fatto inefficace e inapplicabile - in altri termini lo invalidano nel contesto specifico. Fare interventi mirati a promuovere un mindset di crescita focalizzandosi solo su studenti e studentesse è come piantare un buon seme in un terreno sterile: senza il giusto supporto, quel seme non ha possibilità di crescere e prosperare (Yeager et al., 2022; Walton & Yeager, 2020). 
Recenti studi hanno offerto ulteriori indicazioni sull’importanza del mindset del corpo docente. Ad esempio, studenti e studentesse che percepiscono il mindset del o della docente come statico (vs. di crescita) provano maggiori sentimenti di vulnerabilità in classe (i.e., minore senso di appartenenza, maggiore preoccupazione legata alla valutazione, etc.), che predicono a loro volta maggiori intenzioni di dropout, minore frequenza delle lezioni e voti più bassi (Muenks et al., 2020). Il mindset di crescita dell’insegnante è anche associato alla scelta da parte di studenti e studentesse di esercizi complessi e sfidanti (vs. più semplici), soprattutto quando anche lo studente o la studentessa si identifica in un mindset di crescita (Hecht et al., 2023).

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