Leadership e Identità Sociale: L’Importanza della Dimensione Morale

Stimolati da questi risultati, nel tentativo di coniugare l’approccio dell’identità sociale alla leadership con le evidenze sopra citate circa il ruolo della moralità nella regolazione intragruppo, abbiamo condotto una serie di studi sperimentali (su campioni di convenienza) e correlazionali (su lavoratori reali; Giannella et al., under review). L’ipotesi sottesa a questi studi era che la moralità (più della competenza) rappresentasse la base primaria della percezione di prototipicità di un leader e che questa poi si riverberasse sulle intenzioni di sostenere il leader in futuro. Negli studi sperimentali, abbiamo dunque manipolato il comportamento passato di un leader, presentando ai partecipanti informazioni circa la moralità e la competenza di questi comportamenti, e successivamente abbiamo rilevato il grado in cui il leader veniva percepito come un membro prototipico del gruppo e il grado di sostegno nel futuro. I risultati di tali studi hanno confermato la predominanza della dimensione morale nelle valutazioni dei follower e nel sostegno al leader, rispetto alla dimensione della competenza legata alla leadership. Le percezioni che i partecipanti esprimevano risultavano essere più positive quando il leader si comportava in modo morale, rispetto a quando si comportava in modo competente. Inoltre, se il leader si comportava in modo immorale, allora veniva percepito come meno prototipico, rispetto a quando si dimostrava essere incompetente. Il leader immorale veniva percepito anche come più minaccioso per la reputazione del gruppo, rispetto al leader incompetente. Queste informazioni influenzavano, così, le intenzioni dei follower di sostenere e riconfermare il leader nel futuro. In un follow up di questi studi abbiamo invece presentato informazioni divergenti circa la moralità e la competenza del leader: in una condizione veniva descritto come morale ma incompetente e in un’altra come competente ma immorale. Di fronte a questa divergenza, le reazioni dei follower erano ancora una volta guidate dalle informazioni circa la moralità del leader, a prescindere dalla sua competenza. Nel tentativo poi di fornire una maggior validità ecologica a questi risultati, abbiamo condotto studi correlazionali sulle percezioni di lavoratori reali in merito al proprio leader. In questo caso, tanto la percezione di moralità quanto quella di competenza del leader erano in relazione con la valutazione positiva di un leader e dell’azienda nel suo complesso: tuttavia, attraverso analisi statistiche specifiche (i.e., correlazioni parziali; vedi Glossario) siamo riusciti a dimostrare che la moralità di un leader è legata alla valutazione positiva dei follower a prescindere dalla competenza attribuita al leader stesso, un risultato apparentemente controintuitivo visto il peso che comunemente si attribuisce alla competenza in ambito manageriale.

 

Conclusioni

La comprensione del processo che lega un leader ai suoi follower è di fondamentale importanza in psicologia dei gruppi e delle organizzazioni. L’approccio dell’identità sociale, in questo senso, offre un supporto teorico di grande interesse per concettualizzare il rapporto tra questi due attori sociali come costruzione e mantenimento di un’identità sociale condivisa, dotata di significati simbolici e conseguenze affettive. Coniugando questo approccio con gli studi che hanno indagato l’effetto di diverse dimensioni valutative sulle percezioni e sui comportamenti delle persone, abbiamo tentato di mostrare che anche nel processo di leadership le valutazioni morali giocano un ruolo determinante sulla valutazione e sul sostegno da parte dei follower. Questo non vuol dire in alcun modo che la moralità sia l’unica dimensione importante nella formazione dei giudizi e nell’efficacia della leadership. Qualora fosse così, non avremmo così bisogno come invece abbiamo di competenza e professionalità alla guida delle organizzazioni. I risultati, invece, indicano che gli effetti dei possibili fallimenti dei leader sulle valutazioni dei follower sono più negativi quando intaccano la dimensione morale. Certamente entrambe producono valutazioni negative, entrambe producono una minore percezione di prototipicità e una maggiore minaccia reputazionale e certamente entrambe diminuiscono le intenzioni a sostenere il leader; ma le evidenze dimostrano che la moralità ne influenza gli effetti con maggior potenza e quindi si presuppone che i membri di un gruppo siano molto più attenti a come un leader si comporta nell’ambito della dimensione morale.

L’esito di questi studi e, in generale, del ragionamento proposto in questa sede ha delle implicazioni pratiche importanti in ambito aziendale e in altri ambiti applicativi (come ad esempio l’ambito politico), suggerendo che per avere successo e per produrre i cambiamenti desiderati, un leader deve essere percepito come membro prototipico di un gruppo, ne deve rappresentare i valori, l’etica e la morale, deve comportarsi in modo da non tradirne gli aspetti identitari centrali per non minare la reputazione del gruppo, per essere sostenuto e per produrre comportamenti positivi tra i membri.

  

Glossario

Approccio della Contingenza. Classe di teorie che spiegano un particolare processo (per esempio la leadership o il potere) nei termini dell’interazione tra la personalità di un individuo e le caratteristiche dell’ambiente in cui egli opera.

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