La Dialettica della Creatività

Dialettica 7: il Progresso attraverso la Difesa

L’ultima dialettica sta sulla sottile linea di confine tra creatività e psicopatologia. Freud (1905) riteneva che la produzione culturale (creatività) fosse dovuta alla sublimazione di impulsi sessuali inaccettabili. Weber (1934) riteneva che i Protestanti fossero resi migliori dalle nozioni di depravazione e dannazione. Coloro che adottano la dottrina della predestinazione è più probabile che lavorino duramente e investano i loro guadagni nel tentativo di decifrare i segnali della grazia di Dio. In una linea di ricerca molto creativa, Cohen e coll. hanno unito Freud e Weber, dimostrando che Protestanti con disturbi psichici producono più risultati creativi (poesie, sculture in creta) rispetto a cattolici, Ebrei, e Protestanti senza disturbi (Kim, Zeppenfeld, & Cohen, 2013). Come le altre dialettiche, anche quella del progresso attraverso i meccanismi psicologici di difesa non offre una strada che porti diretta verso la creatività. La creatività emerge dal conflitto e dalla contraddizione. Questa dialettica suggerisce che così come le conseguenze della creatività non sono necessariamente positive, allo stesso modo non sono necessariamente desiderabili o razionali tutte le fonti della creatività.

Conclusione

L’approccio diretto alla creatività supera i modelli lineari. Per quanto i modelli lineari possano rivelarsi utili approssimazioni, non riescono a catturare la natura dinamica della creatività. Può essere vero e utile che andare a farsi una passeggiata e lasciar vagare la mente consentano a un flusso creativo di idee di affacciarsi. Studi sperimentali che supportano questa idea sono frutto del paradigma lineare (Baird, Smallwood, Mrazek, Kam, Franklin, & Schooler, 2012), ma l’approccio lineare ignora la necessità di forze contrapposte. La spontaneità necessita di controllo (dialettica 1), il caso richiede una direzione (dialettica 2), l’innovazione ha bisogno di expertise (dialettica 3), la creazione di distruzione (dialettica 4), l’omeostasi di stress (dialettica 5), l’ideazione mentale di stimoli esterni (dialettica 6), e il progresso culturale ha bisogno di sofferenza psichica (dialettica 7). Considerando i modelli lineari come solo parzialmente corretti, la prospettiva dialettica mette in guardia contro l’idea che ricette semplici per l’incremento della creatività siano realmente ciò di cui abbiamo bisogno. Tentare di aumentare la creatività a comando ha la stessa probabilità di successo che ordinare a qualcuno “Sii spontaneo!”. Dialetticamente parlando, questi sforzi non sono del tutto futili: devono semplicemente essere intesi entro il loro contesto dinamico.

La prospettiva dialettica è simile alle teorie duali sulla cognizione in quanto entrambe postulano una polarità psicologica. Le teorie duali distinguono tra processi efficienti ma imprecisi (intuizione, percezione, emozione, pensiero euristico) e processi precisi ma inefficienti (pensiero deliberato). Questi due tipi di processi o sistemi si ritiene possano lavorare sia in parallelo sia in modo seriale. Secondo l’idea più recente e popolare, il secondo tipo di processo controlla l’operato del primo e solo occasionalmente interviene per correggerne gli errori. Al contrario, la prospettiva dialettica assume che fenomeni interessanti, come il pensiero creativo, emergano dalla tensione tra forze psicologiche in opposizione, nessuna delle quali, da sola, è in grado di produrre un risultato.

Pensate all’illusione di Müller-Lyer (1889). Secondo la psicologia dei processi duali, i processi percettrivi inducono la falsa impressione che le due linee differiscano in lunghezza, mentre i processi cognitivi conoscono la verità – per quanto non siano in grado di cambiare la percezione stessa (Sloman, 1996). Secondo la prospettiva dialettica, un tipo di analisi mentale determina che le due linee verticali sono identiche esattamente come lo stimolo che giunge all’apparato sensoriale. Un altro tipo di analisi nota che brevi linee oblique suggeriscono una direzione particolare. Una linea verticale sembra essere il margine esterno di un corpo tridimensionale, mentre l’altra sembra esserne il margine interno. La soluzione dialettica è quella di assumere che la linea che apparentemente costituisce il margine interno sia più lontana, e benché nella prima analisi appaia di lunghezza identica all’altra, in realtà debba essere più lunga. L’illusione nasce dalla dialettica di un disaccordo tra stimolo fisico e inferenza intelligente. La percezione è creativa.

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