La comunicazione non verbale. Caratteristiche e funzioni

Altri studiosi hanno indagato gli aspetti interattivi della menzogna, in quanto, i bugiardi devono gestire, oltre al carico cognitivo ed emotivo dovuto all’inganno, anche la lettura dei feedback (spesso non verbali) da parte dell’interlocutore, per capire se viene creduto e, in caso, “aggiustare il tiro”. Questa prospettiva fornisce un quadro concettuale per spiegare come il comportamento di entrambi, emittenti (bugiardi) e riceventi contribuisca al successo (o al fallimento) degli ingannatori e alle impressioni che i riceventi si fanno di loro. Emittenti e riceventi influenzano entrambi l'interazione. Quando le persone comunicano tra di loro, entrano in gioco processi di interazione, come la sincronia e la corrispondenza. A volte, l’inganno può essere dunque frutto di un adattamento comunicativo ai segnali non verbali dell’interlocutore. Pertanto, l'esame della menzogna come funzione della comunicazione richiede l'esame del comportamento di tutti i partecipanti nell'interazione.

 

Conclusioni

Il linguaggio e i codici non verbali costituiscono un sistema affascinante ed eterogeneo attraverso cui è possibile creare e condividere il senso tra i membri di una comunità sociale. I codici non verbali cinesico, vocale, apparenza esteriore, prossemico, aptico, cronemico e artificiale, separatamente o in combinazione tra loro e con componenti linguistici, svolgono finalità di comunicazione quali produrre e comprendere i messaggi; esprimere e interpretare le emozioni; creare e comunicare identità personali e sociali e presentare sé stessi; gestire le interazioni; definire le relazioni interpersonali; influenzare gli altri; perpetrare o scoprire l'inganno. La CNV è un fenomeno interattivo che coinvolge a diversi livelli di intenzionalità e consapevolezza tutti i partecipanti all’interazione comunicativa.

Nonostante la comunicazione adesso passi perlopiù attraverso dispositivi elettronici, messaggistica, social media, ecc., dunque attraverso una comunicazione scritta il linguaggio del corpo rimane un canale fondamentale di scambio comunicativo. Attraverso questi ambienti virtuali, per compensare l’assenza degli aspetti meta-comunicativi propri della CNV, utilizziamo una serie di strumenti “ortografici” alternativi atti ad aumentare la potenza espressiva della comunicazione scritta: gli emoticon. Questi ultimi rappresentano i lineamenti di un volto stilizzato capaci di rievocare alcune espressioni del viso (es., J - L). Servono principalmente per trasmettere le proprie reazioni affettive, ma anche per disambiguare e alleggerire quanto viene detto, per mostrare accordo/disaccordo (col pollice in alto o verso). Inoltre, in sostituzione di segnali vocali e non verbali, negli scambi comunicativi attraverso computer e smartphone sono utilizzati anche il carattere maiuscolo per enfatizzare e marcare certi punti del messaggio; le vocalizzazioni (ehm; brr; grr; ops, ecc.) e la punteggiatura strategica, come ad esempio punti esclamativi e/o interrogativi (!!!; ??; ?!), di sospensione (...) ecc., i quali indicano stati psicologici e atteggiamenti interpersonali (Maricchiolo et al., 2002). L’esigenza, sempre viva, mai scomparsa, di percepire e inviare segnali non verbali al nostro interlocutore, che sia presente o remoto, è avvertita negli sviluppi attuali sempre più sofisticati delle nuove tecnologie (anche di quelle considerate più “antiche”, e fino a poco tempo fa solo vocali come il telefono o la radio). Molte radio utilizzano web-cam che riprendono i deejay durante la trasmissione, fruibili via internet (Bonaiuto & Maricchiolo, 2009). L’introduzione della video-camera nei cellulari consente, ovunque ci troviamo, in qualunque momento, se lo vogliamo, di farci vedere e di vedere la persona con cui interagiamo a distanza, tramite l’invio di fotografie di sé (selfie), brevi filmati, gif animate (o giphy piccole frequenze di frame), che trasmettono le nostre espressioni e/o movimenti, vale a dire i nostri segnali non verbali. Resta dunque sempre forte, anche a distanza, l’esigenza di inviare via etere le nostre emozioni e di percepire le emozioni dell’altro. Non verbalmente.

 

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