Superare le avversità preadottive: l’importanza di una buona genitorialità per l’adattamento positivo dei minori adottati
In particolare, la letteratura ha evidenziato l’importanza del cosiddetto parenting positivo, definibile come ‘il comportamento dei genitori che assicura il soddisfacimento dell'interesse superiore del/la bambino/a, che sia nutriente, responsabilizzante e non violento, che fornisca riconoscimento e guida, e che implichi la definizione di confini che consentano il pieno sviluppo del/la bambino/a’ (Council of Europe, 2006).
Sul piano empirico, gli studiosi hanno considerato il parenting positivo da più punti di vista, utilizzando diversi indicatori per misurare l’effetto del parenting degli individui adottanti sull’adattamento dei/lle minori adottati/e. Alcuni autori, per esempio, hanno esplorato la disponibilità emotiva del caregiver ed esaminato l’influenza della sensibilità genitoriale - intesa come la capacità del caregiver di interpretare correttamente i segnali del/la bambino/a e rispondervi contingentemente e adeguatamente - sui percorsi di sviluppo delle persone adottate (e.g., Barone et al., 2019; Garvin et al., 2012). Altri studiosi hanno messo in luce l’importanza di una buona relazione genitore-bambino per l’adattamento comportamentale dei minori adottati e si sono concentrati sul calore dei genitori adottivi come fattore capace di compensare gli effetti negativi delle avversità preadottive (e.g., Anthony et al., 2019; Kriebel & Wentzel, 2011). Altri ancora hanno esplorato la dimensione cognitiva della genitorialità, valutando l’impatto dell’autoefficacia genitoriale sull’adattamento comportamentale di bambini e bambine adottati/e (Finet et al., 2020). Le differenze nel modo di operazionalizzare il parenting positivo, che rispecchiano sia le fasi evolutive dei minori sia gli approcci teorici degli studiosi, si ripercuotono nei risultati eterogenei riportati in letteratura.
Le nostre ricerche
Per spiegare come mai, seppure in presenza di esperienze avverse, alcune persone che vengono adottate raggiungano migliori livelli di adattamento rispetto ad altri coetanei con esperienze di vita simili (Finet et al., 2020), il nostro gruppo di ricerca ha preferito impiegare, negli studi sull’adozione, una prospettiva ecologica, allo scopo di esaminare il complesso intreccio tra fattori di rischio a cui i minori sono esposti nel periodo preadottivo e specifici fattori di protezione che caratterizzano l’ambiente post-adottivo. Si è cercato, cioè, di valutare in che modo la qualità del parenting possa influenzare l’impatto delle avversità precoci vissute dal minore sul suo successivo adattamento emotivo e comportamentale (Balenzano et al., 2021). In linea con la teoria dell’accettazione/rifiuto genitoriale (Rohner et al., 2012), abbiamo concettualizzato il parenting come un costrutto unidimensionale, che va dall’accettazione al rifiuto genitoriale; il parenting positivo è stato, quindi, valutato in termini di accettazione genitoriale, misurabile come l’attitudine del genitore a mostrare calore, affetto, cura, sostegno e amore nella relazione con il/la bambino/a. Inoltre, considerando che l’adattamento è maggiormente influenzato dalla concomitanza di avversità preadottive (Jiménez-Morago et al., 2015), per valutare l’impatto della storia preadottiva sull’adattamento è stato costruito un indice di rischio cumulato, che tiene conto sia delle avversità vissute nel contesto socio-ambientale preadottivo sia delle caratteristiche individuali del/la bambino/a. In particolare, in un primo studio effettuato su un campione di bambini/e e adolescenti in adozione internazionale (Balenzano et al., 2021), abbiamo misurato l’impatto delle avversità preadottive sull’adattamento dei minori adottati e il contributo del parenting dei genitori adottivi, ipotizzando che l’interazione delle persone adottanti con minori che hanno vissuto maggiori avversità preadottive possa influenzare negativamente la qualità della genitorialità che, a sua volta, impatta sull’adattamento del minore (Brodzinsky & Pinderhughes, 2005). I risultati dello studio confermano che le avversità preadottive influenzano l’adattamento dei/lle ragazzi/e, sia in modo diretto, sia attraverso la loro influenza negativa sulle competenze di parenting delle madri. Tali evidenze suggeriscono che bambini/e con maggiori problematiche intaccano le abilità genitoriali (Crnic & Low, 2002; Patterson & Fisher, 2002) e che tale limitazione, a sua volta, esacerbi l’impatto negativo delle esperienze preadottive, ovvero influenzi negativamente l’adattamento dei/lle ragazzi/e sul piano emotivo e comportamentale. Un secondo studio (Balenzano et al., in preparazione) ha esaminato l’influenza del parenting positivo su diverse variabili di outcome, nell’idea che la riuscita dell’adozione non possa essere misurata facendo affidamento su un solo indicatore, ma che venga stimata in modo più attendibile prendendo in considerazione più esiti. I risultati mostrano che l’influenza della genitorialità positiva sul percorso di crescita dei/lle ragazzi/e adottati/e cambia a seconda delle variabili esplorate; più specificamente, essa appare più rilevante quando gli esiti riguardano aspetti socio-emotivi e comportamentali del percorso di crescita dei/lle ragazzi/e, mentre si rivela meno significativa quando si esaminano aspetti di area cognitiva (ad esempio, funzionamento scolastico e apprendimento). Considerati nel loro insieme, le evidenze degli studi presentati mettono inluce il ruolo cruciale che i genitori adottivi rivestono nel percorso di vita dei/lle minori adottati/e e confermano come l’impatto delle avversità preadottive sull’adattamento dei/lle minori possa essere mitigato da esperienze relazionali positive vissute nell’interazione con le persone adottanti.