Realtà Virtuale e psichedelia: le potenzialità delle esperienze tecnodeliche alla conquista della mente

Infatti, mancano dati di neuroimaging (risonanza magnetica funzionale, elettroencefalografia, ecc.) che chiariscano se vi sia un effetto sul Default Mode Network e se in generale le esperienze tecnodeliche possano in qualche modo mimare l’azione farmacologica delle sostanze psichedeliche. Se si riuscisse ad ottenere ciò attraverso media digitali immersivi come la VR, con la medesima efficacia clinica delle sostanze psichedeliche, si aprirebbe la strada all’uso delle esperienze tecnodeliche come terapia psichiatrica teoricamente priva di effetti collaterali significativi. Inoltre, la progettazione di esperienze tecnodeliche in grado di favorire il pensiero creativo potrebbe rappresentare uno strumento innovativo in grado incrementare le capacità di problem solving in maniera sicura e salutare. È inoltre concepibile che le esperienze tecnodeliche siano in grado di riprodurre altri effetti benefici attribuiti alle sostanze psichedeliche, ad esempio il senso di comunione con gli altri e con la natura, favorendo  in tal modo comportamenti altruistici e ambientalisti (Forstmann et al., 2017; Hysek et al., 2014). È quindi importante che la ricerca sull’uso della tecnologia per indurre stati alterati di coscienza possa entrare attivamente nel Rinascimento Psichedelico che ha dato il via alla riscoperta della psichedelia, in maniera sicura e verso una direzione che favorisca il benessere mentale per tutti gli individui, ma senza sottovalutare la possibilità che le esperienze tecnodeliche celino effetti negativi ancora non noti.

 

Bibliografia

 
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