Quando amare fa male: la pervasività dello stigma verso la non-monogamia consensuale

Sebbene, come argomentato, la monogamia sia una norma affermatasi nella maggioranza delle società e ciò di per sé possa portare a stigmatizzare relazioni non monogame, è anche plausibile ipotizzare che il livello di stigma associato a relazioni CNM vari considerevolmente in funzione di altri sistemi valoriali, caratteristici di una certa cultura o di uno specifico sottogruppo. Uno di questi è quello che gli psicologi chiamano individualismo vs collettivismo (Triandis, 2001). Nelle culture individualiste, come ad esempio gli Stati Uniti, l’imperativo morale è di affermare la propria individualità nel mondo, che spesso è sinonimo di distinguersi dalle altre persone. Non a caso, un celebre detto americano recita: “la ruota cigolante ottiene il grasso”, a indicare che risaltare è il modo per ricevere attenzioni e risorse (Markus & Kitayama, 1991). Nelle culture collettiviste invece, come ad esempio il Giappone, chi si distingue non viene premiato, ma è l’individuo che si conforma alle regole sociali e che antepone i bisogni del proprio gruppo rispetto ai propri a ottenere riconoscimento. Infatti, un altrettanto famoso detto giapponese dice che “il chiodo che sporge viene martellato”, a testimoniare come prioritizzare le esigenze del gruppo sia il comandamento principale in tali culture (Markus & Kitayama, 1991). Soffermandoci sul contesto italiano, la ricerca ha evidenziato che il Sud Italia è rappresentato da valori più collettivistici rispetto al Nord Italia, caratterizzato invece da uno scenario culturale più individualista (e.g., Piumatti et al., 2016). Sebbene nessuno studio abbia finora analizzato differenze di stigmatizzazione verso la non-monogamia consensuale tra contesti culturali individualisti e collettivisti, sarebbe ragionevole aspettarsi un maggior grado di discriminazione in una cultura collettivista e, pertanto, che nel Sud Italia le relazioni CNM siano più fortemente discriminate. Similmente, la ricerca ha mostrato come anche all’interno di specifiche comunità minoritarie, come ad esempio quelle di persone con orientamento non eterosessuale, il livello di stigmatizzazione si riducesse, forse per via di una maggiore tolleranza alle deviazioni dal modello eteronormativo (Cohen & Wilson, 2017).

Secondo la psicologia evoluzionistica, la monogamia si è affermata come norma sociale poiché funzionale alla distribuzione delle risorse alla generazione successiva (Fortunato & Archetti, 2010). Per le donne poteva essere un modo per assicurarsi che i padri investissero le risorse esclusivamente sui loro figli, mentre per gli uomini una scelta a garanzia della loro paternità, permettendo così la continuazione della loro stirpe

(Fortunato, 2015) . Sebbene oggi le condizioni siano mutate, è possibile che la norma della monogamia, ideologicamente condivisa tanto a lungo, possa essere stata internalizzata dagli individui delle società occidentalizzate, diventando, come menzionato, una questione morale.

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