La politica degli hashtag: personalizzazione e demagogia digitale

Ciò è collegato, in prima battura, alla rapidità di produzione e informazione, e secondariamente poi, al fatto che il/la leader politico/a può produrre informazioni e contenuti in tempi istantanei, senza nessun bisogno di via libera o controllo da parte dei partiti di riferimento. Infine, come già espresso, c’è la possibilità di sfruttare un filo diretto con l’elettorato, creando un senso d’interazione parasociale che crea però un legame effettivo, poiché il politico si interfaccia con una persona che si presenta (solitamente) con il proprio nome e cognome dando così forma reale all’elettore tipo. Questo, non è mai stato possibile prima, in quanto i mass-media raggiungevano le masse senza creare contatti con i singoli.

Il potere delle immagini

L’avvento di Instagram fra i social media a partire dal 2010, l’immagine si è posizionata al centro della comunicazione online, che è diventata istantanea, semplice e in grado di catturare l’attenzione senza prevedere l’interazione verbale. La rapida diffusione e evoluzione di smartphone ha incentivato l’utilizzo dell’immagine. Instagram ha puntato tutto sulla comunicazione visiva, invertendo il paradigma dei precedenti social media. In sintonia con alcune caratteristiche e atteggiamenti degli e delle utenti, tra cui la vicinanza percepita, la possibilità di evadere dalla realtà, ma anche di sognare. Tuttavia, uno dei fattori più importanti è la capacità di archiviazione e la possibilità di visualizzare linearmente una storia. Le immagini pubblicate giorno per giorno creano un cyber diario della vita dell’utente, lasciandone una traccia visiva indelebile (Lee et al., 2015). La forza di Instagram si esprime anche attraverso uno storytelling che sviluppa immagine dopo immagine una narrazione articolata. Alcune ricerche si sono concentrate sulla capacità dei contenuti personalizzati da parte di attori politici di instaurare un maggiore sentimento di identificazione nei cittadini; in altre parole una diminuzione della distanza psicologica tra politico e il/la potenziale elettore/elettrice. La ricerca sulla comunicazione visiva suggerisce che le immagini hanno l’effettivo potenziale di influenzare l'opinione pubblica, riscuotendo maggiore successo nel catturare l'attenzione degli spettatori, trasmettere emozioni e cambiare il comportamento politico. Ciò rende Instagram uno strumento chiave per l’analisi della politica contemporanea. Secondo il lavoro di ricerca di Parmelee e Roman (2019) molti seguaci sono interessati ad avere post politici su Instagram che guidino le loro decisioni di voto e opinioni politiche, alimentando la loro conoscenza della politica confinata solo ad un singolo argomento. Sulla capacità di coinvolgimento delle immagini si sono concentrati Muñoz e Towner (2017), attraverso un focus su numerosi profili Instagram appartenenti ai deputati statunitensi durante le presidenziali del 2016, con lo scopo di identificare le peculiarità responsabili di un maggior investimento psicologico e dunque sostegno politico. Nella ricerca psicologica, la predominanza dell’immagine su fonti testuali è denominata "effetto di superiorità dell'immagine"; tradotto nella sfera politica contemporanea, una fotografia postata su Instagram ha la capacità di influenzare i giudizi di un elettore su una varietà di caratteristiche dell’esponente politico. La personalizzazione dello storytelling gestisce dunque le prime impressioni e ne influenza l’andamento. Un secondo elemento viene ritrovato dagli autori nella teoria del framing; sviluppata da Goffman nel 1974, il concetto di framing pone l’attenzione su come una notizia o un’informazione viene presentata. Il frame è una cornice interpretativa, rappresenta i sottotitoli che consentono alle persone di dare un senso a ciò che leggono o vedono, attingendo alle loro precedenti esperienza: in altri termini, gli individui percepiscono un’informazione a seconda del contesto in cui essa viene presentata. L’uso dell'immagine, enfatizzando l'individualità dei politici, permea le strategie di comunicazione digitale e influenza la creazione delle impressioni del pubblico.

Diversi studi si sono posti l’obiettivo di scandagliare i piani comunicativi di diversi esponenti politici. Fra tutti, lo studio del 2017 di Liebhart e Bernhardt pone al vaglio le immagini del profilo di Alexander Van der Bellen, nono Presidente della Federazione Austriaca. Secondo gli autori, una presentazione efficace e positiva è in grado di influenzare pensieri e giudizi percepiti consciamente o inconsciamente; al centro dello studio c’è l'uso della piattaforma come canale di campagna da parte del candidato di successo Alexander Van der Bellen. A tal proposito, i contenuti visivi su Instagram sono stati classificati tramite un’analisi in base al tipo di immagine, con l’obiettivo di ricostruire le routine di selezione e il piano editoriale sottostante. Le 12 categorie utilizzate nello studio si configurano nel seguente elenco - tra parentesi è riportato il numero di contenuti: (a) campagna elettorale (119); (b) lavoro con i media (79); (c) contatto con il pubblico (60); (d) call to action, ossia coinvolgimento del pubblico (59); (e) background, elementi che raffigurano il candidato nella vita di tutti i giorni (57); (f) osizionamento politico (45); (g) dibattiti con altre figure istituzionali (18); (h) fan art (17); (i) sostegno da parte del pubblico (17); (l) famiglia (14); (m) incontro con i politici (11); (n) visite ai luoghi (8). L’analisi mediante lo storytelling di Van der Bellen mostra una preferenza verso un’immagine istituzionale ideale, sottolineando il profondo legame con il team, pur con numerose immagini personali e private, che manifestano la volontà di mostrarsi come affine all’elettorato.

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