Il dovere di essere belle: la sessualizzazione interiorizzata

Interiorizzare la sessualizzazione: cosa comporta?

Numerose ricerche accennano a come l’oggettivazione sessuale possa essere fatta propria dalle donne stesse, portandole all’auto-oggettivazione e, cioè, a percepire il proprio corpo soprattutto dal punto di vista altrui, valutandolo ed adeguandolo solo in funzione dell’aspetto fisico (e.g. Calogero, 2012; Fredrickson & Roberts, 1997; Ronchetti, Fasoli & Rusconi, 2018). Lo stesso può accadere per la sessualizzazione: si parla in questo caso di sessualizzazione interiorizzata, ovvero l’interiorizzazione di un determinato ideale di bellezza e dell’idea che essere sessualmente attraenti per gli uomini sia un aspetto fondamentale della propria identità.  Il processo di interiorizzazione inizia in adolescenza, quando le ragazze, costantemente bombardate dai messaggi sessualizzanti presenti nella società in cui si trovano, sviluppano la loro identità sentendo di dover aderire ai suddetti standard (Blakemore, Berenbaum & Liben, 2009; McKenney & Bigler, 2016a).

La sessualizzazione interiorizzata è un costrutto introdotto recentemente da McKenney e Bigler (2016a; 2016b), le quali hanno anche sviluppato un apposito strumento di misurazione. Secondo le autrici, il grado di sessualizzazione interiorizzata può essere rilevato misurando le preferenze delle ragazze nel campo dell’abbigliamento e di contenuti mediatici, le loro credenze rispetto al comportamento che una ragazza dovrebbe tenere nelle relazioni con persone dell’altro sesso e le energie spese in alcune attività collegate alla sfera sessuale. Per quanto riguarda il primo aspetto, lo strumento misura (a) le preferenze delle ragazze per l’abbigliamento sexy, quale ad esempio scarpe con tacchi molto alti, reggiseni in pizzo o micro-bikini, e (b) il grado in cui le ragazze preferiscono contenuti media sessualizzati, come quelli veicolati da programmi televisivi o articoli che insegnano come apparire sempre bellissime, in confronto a contenuti mediatici che affrontano altre tematiche, come documentari o articoli sull’ambiente. In secondo luogo, la sessualizzazione interiorizzata viene misurata facendo riferimento (c) all’accettazione da parte delle ragazze delle opinioni sessualizzate riguardo al proprio corpo e a quello delle altre femmine, ossia l’attribuzione di importanza all’apparire sexy (item di esempio: “L’aspetto di una ragazza è una delle sue caratteristiche più importanti”); (d) all’accettazione dell’idea che l’aspetto fisico debba essere sessualmente attraente per i maschi, anche a costo di non collimare con valori e desideri della persona (ad esempio: “Mi sono sottoposta ad una dieta, o ho pensato di farlo, così che i ragazzi pensino che sono sexy”); (e) alla convinzione che essere sessualmente attraenti dia potere alla persona stessa (ad esempio: “Avere un seno prosperoso è utile per convincere i ragazzi a fare quello che vuoi”). Infine, alle ragazze viene chiesto (f) quanto il gruppo di pari parli di attività sessualizzate o le metta in atto (ad esempio: “Le mie amiche parlano spesso dell’aspetto fisico delle altre ragazze”).

La sessualizzazione interiorizzata ha importanti conseguenze per il benessere personale e l’adattamento psico-sociale di adolescenti e donne adulte. Le ragazze che mostrano alti livelli di sessualizzazione interiorizzata, per esempio, tendono a mostrare maggiori livelli di sorveglianza e vergogna per il proprio corpo (McKenney & Bigler, 2016a). Inoltre, in uno studio McKenney e Bigler (2016b) hanno verificato che un’elevata sessualizzazione interiorizzata nelle ragazze si ricollega a minor impegno in altri ambiti, quali ad esempio quello scolastico. Per esempio, in un esperimento nel quale veniva chiesto a ragazze adolescenti di prepararsi per registrare un breve notiziario,le ragazze con più elevati livelli di sessualizzazione interiorizzata utilizzavano maggior tempo per truccarsi e meno tempo per preparare il discorso rispetto alle ragazze con bassi livelli di sessualizzazione interiorizzata. Inoltre, ragazze con più alti livelli di sessualizzazione interiorizzata hanno mostrato peggiori voti scolastici rispetto alle loro pari con più bassi livelli di sessualizzazione (McKenney & Bigler, 2016b).

Recentemente, uno studio di Moscatelli, Golfieri, Tomasetto, e Bigler (2020) ha evidenziato che la sessualizzazione interiorizzata è collegata anche ad una visione delle donne di tipo sessista da parte delle donne stesse. In altre parole, più le donne tendono ad avere una visione di sè sessualizzata, più mostrano sostegno per una rappresentazione tradizionale dei ruoli di genere (che vedono la donna come principalmente impegnata in ambito familiare e l’uomo come impegnato nella carriera e nelle attività extra-familiari) e per l’utilizzo di standard di giudizio diversi rispetto ai comportamenti di maschi e femmine (quali, per esempio, la credenza che i maschi possano godere di maggiori libertà di azione e di movimento rispetto alle ragazze). Inoltre, la sessualizzazione interiorizzata è risultata associata ad una maggiore tolleranza delle molestie sessuali. I risultati, relativi ad un campione di giovani adulte italiane, hanno infatti evidenziato che più le donne ritengono di dover essere sexy per gli uomini, più sembrano sposare una visione sessista dei ruoli di genere, che a sua volta le porta ad essere più tolleranti verso le molestie sessuali e a colpevolizzare maggiormente le vittime per averle “provocate”.

 

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