Cosa Determina i Pregiudizi? Gli effetti del Contatto Positivo e del Contatto Negativo
Nelle società moderne, caratterizzate da persone appartenenti a gruppi diversi che convivono nello stesso territorio, le interazioni tra membri di gruppi diversi (contatto intergruppi; si veda glossario) sono sempre più frequenti, e tali esperienze possono essere vissute come più o meno piacevoli. Passare una serata assieme ad un amico marocchino è un’esperienza piacevole, mentre litigare con un vicino di casa straniero per gli spazi comuni nel giardino condominiale è un’esperienza vissuta come sgradevole. Lo scopo di quest’articolo è approfondire gli effetti del contatto intergruppi, distinguendo tra episodi vissuti come piacevoli (contatto intergruppi positivo; si veda glossario) ed episodi percepiti come negativi (contatto intergruppi negativo; si veda glossario).
La storia degli ultimi decenni è stata caratterizzata da conquiste da parte dei movimenti per i diritti civili, che hanno portato a desegregazione nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle città, e da un incremento della mobilità. Le opportunità di contatto con membri di gruppi esterni (outgroup) sono quindi aumentate notevolmente. Nonostante l’aumento delle possibilità di conoscenza approfondita tra membri di gruppi diversi, i rapporti intergruppi continuano ad essere spesso improntati al pregiudizio (si veda glossario) e alla sfiducia, ed atti di discriminazione continuano ad accadere e a rappresentare un forte ostacolo all’armonia sociale, anche in contesti caratterizzati da diversità etnica (si veda, ad es., Forbes, 2004; Putnam, 2007).
I ricercatori in Psicologia Sociale hanno quindi indagato quali fattori contribuiscano a mantenere pregiudizi e rapporti intergruppi conflittuali, nonostante l’aumento della diversità e delle opportunità di contatto. Da un lato, alcuni studi hanno dimostrato che, nonostante la convivenza tra persone di diversi gruppi nella stessa area, in alcuni contesti le norme sociali spingono alla segregazione, e non al contatto intergruppi (ad es., tra bianchi e neri in Sud Africa; Clack, Dixon, & Tredoux, 2005; Dixon & Durrheim, 2003).
Dall’altro lato, la ricerca si è interessata di approfondire gli effetti del contatto intergruppi. Secondo la formulazione iniziale dell’ipotesi del contatto (Allport, 1954), il contatto con membri di un gruppo esterno, se caratterizzato da condizioni positive, può ridurre il pregiudizio verso l’intero gruppo. La ricerca in Psicologia Sociale ha studiato a fondo l’ipotesi del contatto, e l’efficacia del contatto diretto positivo con membri di gruppi esterni nella riduzione del pregiudizio è stata ampiamente dimostrata (Brown & Hewstone, 2005; Pettigrew & Tropp, 2006, 2011; si veda anche Vezzali & Giovannini, 2012). Per comprendere le dinamiche dei rapporti intergruppi, è però necessario considerare anche il contatto intergruppi negativo, che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel persistere di pregiudizio e conflitto tra i gruppi. La ricerca in Psicologia Sociale ha studiato principalmente il contatto positivo come strategia da promuovere per favorire la riduzione del pregiudizio, ma solo recentemente si è occupata di approfondire gli effetti del contatto negativo. Nella maggior parte degli studi infatti le misure di contatto indagavano la quantità e la qualità del contatto (ad es., Islam & Hewstone, 1993; Voci & Hewstone, 2003), spingendo gli intervistati a rispondere con una media tra i diversi episodi di contatto, che potevano essere positivi o negativi. Le eccezioni a questo tipo di misurazione sono gli studi che hanno indagato gli effetti di una forma particolarmente positiva di contatto intergruppi, ovvero le amicizie intergruppi (ad es., Pettigrew, 1997; Vonofakou, Hewstone, & Voci, 2007; per una rassegna sulle amicizie intergruppi, si veda Davies, Tropp, Aron, Pettigrew, & Wright, 2011), e gli studi che hanno creato in laboratorio situazioni di contatto positivo o cooperativo (ad es., Scarberry, Ratcliff, Lord, Lanicek, & Desforges, 1997; Van Oudenhoven, Groenewound, & Hewstone, 1996). Anche queste ricerche hanno però tralasciato di indagare gli effetti di contatto positivo e negativo separatamente.
La ricerca in Psicologia Sociale su contatto positivo e contatto negativo.
Solo recentemente, la Psicologia Sociale si è occupata di studiare separatamente gli episodi di contatto intergruppi vissuti come positivi e quelli vissuti negativamente, e i loro diversi effetti sul pregiudizio. In vari rapporti intergruppi, gli studi che hanno indagato quest’argomento hanno riscontrato che i partecipanti riportano più spesso contatti positivi che contatti negativi; tale risultato è stato riscontrato ad esempio analizzando i rapporti tra autoctoni ed immigrati in Germania (Pettigrew, 2008; Pettigrew & Tropp, 2011), in Belgio (Dhont & Van Hiel, 2009, Studio 2), in Italia (Pagotto & Voci, 2013; Visintin, 2013, Studi 3 e 4) e tra bianchi e neri negli Stati Uniti (Aberson & Gaffney, 2008; Barlow et al., 2012, Studio 2).
Questi studi hanno costantemente dimostrato che il contatto intergruppi positivo ed il contatto intergruppi negativo sono due esperienze diverse ed indipendenti: una persona che dichiara di aver avuto frequenti contatti positivi con membri di un outgroup, potrebbe non necessariamente avere avuto pochi contatti negativi; la stessa persona può infatti riportare frequenti contatti sia positivi sia negativi con membri di un outgroup. Inoltre, coerentemente con le premesse teoriche, il contatto positivo risulta legato a diminuzione del pregiudizio e migliore atteggiamento verso l’outgroup, mentre il contatto negativo incrementa il pregiudizio.
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