Cosa Determina i Pregiudizi? Gli effetti del Contatto Positivo e del Contatto Negativo

La ricerca in Psicologia Sociale si è anche interrogata su quale delle due tipologie di contatto abbia effetti più forti sul pregiudizio, ovvero se il contatto positivo riduca il pregiudizio più di quanto il contatto negativo lo aumenti o viceversa. I risultati di queste ricerche non sono però del tutto coerenti.

Pettigrew (2008), analizzando il punto di vista di rispondenti tedeschi intervistati riguardo agli episodi di contatto positivo e negativo con immigrati in Germania e il pregiudizio verso i musulmani, ha trovato che gli effetti del contatto positivo sulla riduzione del pregiudizio erano più forti degli effetti del contatto negativo sull’aumento del pregiudizio verso i musulmani. Simili risultati sono stati trovati da Visintin (2013, Studi 3 e 4), che ha condotto due studi su contatto positivo e negativo di rispondenti italiani con immigrati in Italia, considerando gli effetti di queste forme di contatto su varie forme di pregiudizio, quali emozioni ed atteggiamento verso gli immigrati, e infraumanizzazione (si veda glossario) degli immigrati. Nei due studi, il contatto positivo influenzava tutte le forme di pregiudizio considerate, migliorando l’atteggiamento e le emozioni positive, quali fiducia ed empatia, e riducendo l’infraumanizzazione ed emozioni negative quali l’ansia intergruppi (si veda glossario); il contatto negativo, invece, aveva effetti più deboli, influenzando solo alcune delle forme di pregiudizio considerate: nello Studio 3 riduceva l'empatia e peggiorava l'atteggiamento verso gli immigrati; nello Studio 4 aumentava l'ansia intergruppi e riduceva la fiducia verso gli immigrati.

Uno studio sperimentale di Harwood, Paolini, Joyce, Rubin e Arroyo (2011) fornisce un suggerimento della maggiore efficacia del contatto positivo rispetto alla potenziale dannosità del contatto negativo. Gli autori hanno utilizzato il paradigma del contatto immaginato (Crisp & Turner, 2009, 2012), che consiste nella simulazione mentale guidata di un’interazione con un membro di un gruppo esterno. In questo specifico esperimento, i partecipanti, studenti universitari americani, erano invitati a immaginare un’interazione positiva (condizione di contatto immaginato positivo) oppure un’interazione negativa (condizione di contatto immaginato negativo) con un immigrato irregolare proveniente dal Messico; un terzo gruppo di partecipanti era invitato a immaginare una scena all’aperto (condizione di controllo). Gli studenti che avevano immaginato un’interazione positiva con un immigrato irregolare valutavano più positivamente gli immigrati irregolari rispetto ai partecipanti assegnati alla condizione di contatto immaginato negativo e a quelli assegnati alla condizione di controllo. Le valutazioni degli immigrati irregolari tra i partecipanti assegnati a queste ultime due condizioni invece non erano diverse. Il contatto immaginato positivo aveva quindi migliorato l’atteggiamento verso gli immigrati irregolari, mentre il contatto immaginato negativo non aveva peggiorato l’atteggiamento verso l’outgroup rispetto alla condizione di controllo.

Altre ricerche hanno invece proposto che il contatto negativo influenzi il pregiudizio maggiormente rispetto al contatto positivo. Partendo dall’ampia evidenza sperimentale che le persone danno maggiore importanza alle informazioni negative che a quelle positive (Baumeister, Bratslavsky, Finkenauer, & Vohs, 2001), Barlow e collaboratori (2012) hanno condotto due studi per verificare se il contatto negativo aumentasse il pregiudizio più di quanto il contatto positivo lo riducesse. Nel primo studio hanno analizzato dati di precedenti ricerche riguardanti quantità e qualità di contatto di partecipanti australiani bianchi con membri di vari outgroup (australiani neri, musulmani e persone che richiedono asilo politico), e pregiudizi verso questi outgroup. Per tutti i tre outgroup, quando il contatto era percepito come negativo, maggiore contatto aumentava il pregiudizio. La relazione tra quantità di contatto e pregiudizio quando il contatto era percepito come positivo era invece più debole, e il contatto positivo riduceva il pregiudizio solo per quanto riguarda i rifugiati politici. Nel secondo studio, gli autori hanno misurato la frequenza di contatto positivo e la frequenza di contatto negativo di rispondenti americani bianchi con americani neri, oltre a varie misure di pregiudizio verso i neri. Il contatto positivo riduceva il pregiudizio, mentre il contatto negativo aumentava il pregiudizio. Gli autori hanno anche comparato, tramite test statistici, quale delle due forme di contatto influenzasse maggiormente il pregiudizio, e hanno trovato che il contatto negativo aumentava il pregiudizio più di quanto il contatto positivo lo riduceva.

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