Razionalità: Variazioni sul tema

Razionalità e Responsabilità Sociale

Sebbene sia possibile attribuire un valore alla razionalità di per sé, è più semplice valutarla positivamente se si crede che sia associata alla moralità e alla responsabilità sociale. L’idea che razionalità e moralità vadano di pari passo ha una lunga tradizione nel pensiero occidentale. Può essere fatta risalire al filosofo greco Platone fino ad arrivare allo psicologo americano Robyn Dawes1.  Tuttavia, questa idea ha dei limiti. Ritornando all’osservazione di Simon che molto dipende dalla natura del compito, è possibile considerare esempi in cui razionalità e moralità sono negativamente associate, positivamente associate o non associate. 

Nei dilemmi sociali (o giochi), spesso si assume che razionalità e moralità siano in opposizione tra loro. Una persona (o “giocatore”) deve scegliere tra essere morale o razionale. Non può essere entrambe le cose. Consideriamo il dilemma del prigioniero. In questa situazione, una persona che coopera è considerata carina ma ingenua, una persona che non coopera è considerata intelligente ma avara (Krueger & Acevedo, 2007). In contrasto, alcune teorie della percezione sociale trattano razionalità e moralità come aspetti di due ampi e indipendenti insiemi di tratti. Questi modelli a due fattori operano una classificazione degli individui in quattro tipi, di cui uno – quello sia razionale che morale – è sicuramente il più desiderabile (Cuddy, Fiske, & Glick, 2008). Infine, una vera corrispondenza tra razionalità e moralità è possibile in certe circostanze. Il classico “problema dei punti,” descritto da Paccioli nel 1494, è un esempio. In questo gioco di probabilità, A e B hanno ciascuno una probabilità di .5 di vincere un turno. Il primo che segna 6 punti vince l’intera partita. Il gioco viene interrotto quando A ha vinto 5 turni e B ne ha vinti 3. Come dovrebbero dividersi la posta in gioco? La soluzione razionale è quella di calcolare la probabilità che il giocatore in testa finisse per primo il gioco se questo continuasse, e dividere il denaro di conseguenza. La soluzione è razionale perché evita contraddizioni, ed è, per questa ragione, giusta (Krueger, 2000). 

Conclusione

Questa breve rassegna attraverso le concezioni moderne di razionalità suggerisce che il concetto di razionalità è ben lontano dall’essere monolitico. Vi sono molte prospettive “ragionevoli”. È fuori da ogni dubbio che una specifica prospettiva diventerà dominante in un dato momento. Rimane cruciale, per gli autori, spiegare dettagliatamente cosa intendono per razionalità e dove la collocano nell’ecologia persona-compito. Herbert Simon ha lucidamente e instancabilmente sottolineato questo punto. Simon dice che una scienza che cerchi di dimostrare che le persone sono fondamentalmente razionali o fondamentalmente irrazionali non andrà molto lontano. Da un punto di vista pragmatico, la sfida è di ampliare i domini in cui razionalità e moralità guidano insieme il comportamento. 

1Un’intervista a Robyn Dawes si può trovare qui: http://www.youtube.com/watch?v=oR9YmEj9D_c

Glossario

Dissonanza cognitiva: Stato psicologico spiacevole che deriva dalla percezione di una discrepanza interna alla persona (ad es., tra un atteggiamento e un comportamento che è rilevante per quell’atteggiamento), che spinge alla sua rimozione. 

Teoria della decisione: Una prospettiva sull’accuratezza, che distingue due tipi di errori (falsi positivi e risposte mancate) e due tipi di risposte corrette (successi e rifiuti corretti). La qualità di una decisione dipende dalle probabilità associate a questi quattro eventi e dal valore personale che viene loro assegnato. 

Dilemma del prigioniero: Un gioco interpersonale in cui due giocatori possono cooperare o non cooperare e in cui la ricompensa di ciascun giocatore dipende dalle scelte di entrambi. Le ricompense sono ordinate in modo che la non cooperazione unilaterale è la più remunerativa, seguita dalla mutua cooperazione e dalla cooperazione unilaterale. 

Regressione statistica: Un principio di base della previsione, che afferma che il valore previsto non sarà mai più estremo del valore del previsore. Il classico esempio dell’altezza intergenerazionale illustra bene questo principio.  L’altezza di padri e figli è positivamente associata; padri alti tendono ad avere figli più alti, rispetto ai padri bassi. Tuttavia, i figli dei padri più alti tendono ad essere più bassi dei loro padri e i figli dei padri più bassi tendono ad essere più alti dei loro padri (Galton, 1886).   

Bibliografia

Arkes, H. R., & Blumer, C. (1985). The psychology of sunk cost. Organizational Behavior and Human Performance, 35, 129-140. 

Baer, J., Kaufman, J. C., & Baumeister, R. F. (2008). Are we free? Psychology and free will. New York, NY: Oxford University Press. 

Boyer, P. (2001). Religion explained. New York, NY: Random House. 

Cialdini, R. B. (2001). Influence: Science and practice (4th ed.). Boston, MA: Allyn & Bacon.

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