Razionalità: Variazioni sul tema

La corrispondenza viene misurata come un’associazione statistica tra giudizio e criterio in una serie di compiti. Per esempio, in uno studio di psicologia sulla percezione del rischio, si può chiedere alle persone di ordinare le cause di morte in base alla loro frequenza, e queste classificazioni possono essere confrontate con le percentuali effettive di mortalità (Lichtenstein, Slovic, Fischhoff, Layman, & Combs, 1978). Se l’associazione tra giudizio e realtà è perfetta, cioè se il coefficiente di correlazione è uno, la corrispondenza è perfetta. Lo standard da battere è una correlazione di 0, che significa che non c’è alcuna relazione tra giudizio e realtà. Questo standard ha due implicazioni. Primo, per segnare un punto a favore della razionalità, è sufficiente dimostrare che la corrispondenza è migliore di quanto uno si sarebbe aspettato se la risposta fosse stata data a caso. Ricordate che si ha l’opposto quando il giudizio e i criteri sono confrontati in un compito individuale. In questo caso, l’evidenza è contraria alla razionalità se la differenza è significativamente maggiore di zero, cioè, se si trova un errore (Krueger & Funder, 2004). Secondo, la corrispondenza è raramente perfetta, il che significa che c’è regressione statistica (Fiedler & Krueger, 2011). Quando i giudizi (relativi, ad esempio, alla propria abilità) sono molto elevati, i corrispondenti valori di criterio è probabile che siano bassi. Ad esempio, una persona che è sicura in grado massimo della propria abilità, molto probabilmente la sta sovrastimando. Al contrario, una persona che vale molto probabilmente sottostimerà le proprie capacità. Questi errori di sovra- e sottostima sono necessarie conseguenze della regressione statistica. Non ci rivelano nulla relativamente a come la mente lavori.  

Un’implicazione ulteriore del concetto di corrispondenza applicato alla razionalità è che una correlazione perfetta non è necessariamente desiderabile. Le correlazioni possono facilmente avvicinarsi alla perfezione se il modello viene adattato a dati raccolti in passato. La razionalità, tuttavia, non è un adattamento a dati del passato ma una previsione orientata al futuro (Hertwig & Herzog, 2009). Questa strategia accetta l’errore al fine di fare meno errori, per usare una frase memorabile di Hillel Einhorn (1986). 

Un’interessante variante di irrazionalità basata sulla corrispondenza è la tendenza all’iper-identificazione di schemi. Gli esseri umani hanno la squisita capacità di estrarre schemi dal disordine. Possiamo leggere un testo anche se sbavato, e possiamo capire cosa ci sta dicendo un amico anche nel fracasso di una festa. L’aspetto negativo di questa abilità di filtrare è che spesso vediamo schemi anche dove non esistono. Nel 1976, Viking 1 fotografò una formazione rocciosa su Marte che rassomigliava ad un volto. Alcuni entusiasti subito ipotizzarono che qualche civiltà aliena avesse scolpito la roccia. Varrebbe la pena chiedersi perché gli alieni lo avrebbero fatto e perché avrebbero voluto che il volto sembrasse umano. Passando ad una vicenda più triste, molti londinesi nel 1940 pensarono che l’aviazione tedesca stesse bombardando la città seguendo un piano premeditato, facendoli confluire in aree che loro erroneamente ritenevano sicure (Gilovich, 1991). Le forze di erosione (su Marte) e la casualità (a Londra) era tutto ciò che c’era. 

Se dovessimo concentraci solo sul falso riconoscimento di schemi non esistenti, potremmo pensare che le persone sono completamente svitate. Tuttavia, dalla più ampia prospettiva della teoria della decisione, questi falsi allarmi (false alarms) sono visti congiuntamente ai molti successi (come il fatto di riuscire a leggere cosa è scritto sulla sabbia anche dopo che il vento ha iniziato a soffiare). I falsi allarmi sono accettabili se sono meno costosi delle risposte mancate (misses) (Haselton et al., 2009; Swets, Dawes, & Monahan, 2000). I casanova e gli psicologi evoluzionisti lo sanno bene. Corteggiano molte donne e tollerano molti rifiuti cercando così di minimizzare le opportunità mancate.  Un fenomeno collegato sono le credenze in agenti sovrannaturali come gli dei o i demoni (Boyer, 2001) e le teorie della cospirazione (Krueger, 2010). In questi casi, le persone vedono schemi di azione intenzionali e razionalità dove non esistono. 

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