Promuovere i comportamenti pro-ambientali per un futuro sostenibile

Considerazioni pratiche e conclusioni

L’obiettivo principale di questo articolo è quello di definire un framework generale per l’identificazione di linee guida efficaci per la promozione di comportamenti pro-ambientali. Mentre in Psicologia Ambientale un forte accento è stato posto nell’identificare quali siano gli strumenti più utili per tale promozione, ancora poco è stato fatto per spiegare quando l’utilizzo di tali strumenti sia appropriato. Basandosi sul framework del CBSM, si può definire proprio quest’ultima dimensione. La classificazione che risulta dall’intersezione di barriere e benefici associati all’attuazione di un comportamento pro-ambientale fornisce delle linee guida efficaci per la selezione delle strategie utili a promuovere il cambiamento comportamentale desiderato (Schultz, 2015).

Quando nella popolazione si riscontrano bassi livelli motivazionali, le strategie e gli strumenti più efficaci prevedono l’uso d’incentivi, competizioni e influenza sociale normativa. Ad esempio, in un recente studio condotto in California, ai partecipanti è stato dato un piccolo display della grandezza di uno smartphone che mostrava in tempo reale (tramite connessione wireless) il consumo energetico della casa. Tale informazione era accompagnata dal costo orario medio di tale consumo energetico, oppure dalla media del consumo energetico degli altri partecipanti (principalmente erano case dello stesso quartiere), oppure da nessun’altra informazione: ebbene, confermando il potere persuasivo delle norme sociali, quando il consumo energetico casalingo è comparato al consumo energetico dei vicini, tale consumo diminuisce in maggior misura rispetto alle altre condizioni sperimentali, nonostante i partecipanti credano che il consumo diminuisca maggiormente se accompagnato dall’informazione relativa al suo costo (Schultz, Estrada, Schmitt, Sokoloski, & Silva-Send, 2015). Invece, se il livello motivazionale è elevato, cambiamenti strutturali per facilitare l’occorrenza del comportamento, campagne educative e di feedback, e prompts ambientali o cognitivi, sembrano essere le strategie più efficaci a produrre il cambiamento desiderato. Figura 4. Esempio di prompt ambientale efficace nell’incentivare il riciclaggio.Figura 4. Esempio di prompt ambientale efficace nell’incentivare il riciclaggio.Ad esempio, durante una campagna di sensibilizzazione al riciclaggio in due università della Florida, è stato dimostrato che l’utilizzo di prompts ambientali è molto efficace nell’aumentare il riciclaggio (Austin et al., 1993), purché tali prompts (a) presentino una richiesta chiara e specifica (“Materiale NON riciclabile”, “Carta”, “Cartucce stampanti”), (b) siano molto vicini al luogo in cui gli individui debbano mettere in atto il comportamento richiesto (direttamente sopra il cestino) e (c) richiedano comportamenti facili da mettere in atto (il contenitore “Cartucce stampanti” posizionato di fianco la stampante). Benché queste possano sembrare indicazioni intuitive, rappresentano una condizione necessaria per la messa in atto di comportamenti pro-ambientali (Figura 4).

Sebbene il framework proposto fornisca delle linee guida chiare ed efficaci per promuovere un cambiamento comportamentale positivo, ed anche degli esempi concreti di applicazioni efficaci di tali linee guida, esistono delle importanti implicazioni pratiche da tener presente per la definizione finale del programma d’intervento (Schultz, 2011, 2015): in primo luogo l’impatto del trattamento deve essere massimizzato su larga scala, e deve tenere in considerazione i costi relativi a materiali, implementazione pratica del progetto e forza lavoro; in secondo luogo, è fondamentale tenere in considerazione l’importante bilanciamento tra riduzione delle barriere e aumento dei benefici associati al comportamento target, ponderando quindi la scelta su dove intervenire; infine, si deve considerare l’obiettivo temporale dell’intervento: se l’intervento proposto si pone come un’attività che si intende svolgere una sola volta (per esempio un evento di pulizia collettiva di una spiaggia), allora proporre una competizione o un contest produrrebbe una risposta comportamentale importante; si deve però tenere a mente che tali strategie, poiché fondate su motivazioni tipicamente estrinseche, non sono efficaci per programmi la cui implementazione è prevista a lungo termine, per i quali sarebbe preferibile puntare su strategie basate su motivazioni intrinseche (Ryan & Deci, 2000).

In conclusione, se da un lato la Psicologia Ambientale fornisce la teoria, gli strumenti pratici e le strategie per promuovere un cambiamento comportamentale verso un futuro incentrato sulla sostenibilità (Schultz & Kaiser, 2012), dall’altro lato il CBSM propone un framework per individuare quando tali strumenti debbano essere usati.
In tutto il mondo, gli psicologi ambientali vengono sempre più spesso inseriti in task forces mirate all’implementazione di programmi d’intervento per la promozione di comportamenti pro-ambientali (Schultz, 2015). Adottando un approccio basato sul CBSM e implementando quegli strumenti emersi in quasi trent’anni di ricerca, gli psicologi ambientali possono fornire una serie di insights, conoscenze teoriche, raccomandazioni, linee guida, strumenti e strategie per l’attuazione di programmi d’intervento efficaci per la transizione verso un futuro sostenibile

 

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