Lo stigma sul peso corporeo. Cause, conseguenze e possibili interventi

Benessere psicologico. Non meno importanti sono gli effetti sul benessere psicologico e sulla motivazione ad attuare comportamenti legati alla salute (Puhl & Suh, 2015; Pont et al., 2017; Vartanian & Porter, 2016). Battute, nomignoli o commenti sul peso corporeo peggiorano la qualità di vita di bambini di 8-11anni all’aumentare del peso corporeo (Guardabassi, Mirisola, & Tomasetto, 2018) e possono demotivare gli adulti nel seguire diete o nello svolgere attività sportive (Vartanian et al., 2018). Anche l’aspettarsi di essere discriminati può avere effetti su ansia, depressione, salute percepita, comportamento alimentare (Hunger & Major, 2015; Hunger, Dodd, & Smith, 2020) e la semplice esposizione a contenuti stigmatizzanti può aumentare il consumo di cibi ipercalorici (Pearl, Dovidio, Puhl, & Brownell, 2015; Schvey, Puhl, & Brownell, 2011) o diminuire l’impegno nel seguire una corretta alimentazione (Nolan & Eshleman, 2016). Gli effetti sono ancora maggiori quando lo stigma è interiorizzato (Pearl, Puhl, & Dovidio, 2015). La review di Pearl e Puhl (2018), composta da 74 studi condotti con bambini, adolescenti e adulti, ne mostra le conseguenze su depressione, ansia, autostima e molte altre dimensioni del benessere psicologico (es. alimentazione o attività fisica).

Funzionamento cognitivo. Alcuni ricercatori hanno verificato gli effetti dello stigma sul peso sulle funzioni esecutive: così come altri gruppi discriminati subiscono gli effetti degli stereotipi sulle loro prestazioni cognitive (Spencer, Logel, & Davies, 2016), anche le persone con obesità risentono dello stigma che le riguarda. Major, Eliezer e Rieck (2012) mostrano che le donne in sovrappeso ottengono prestazioni peggiori nelle prove di inibizione cognitiva dopo essere state videoregistrate anziché audio-registrate: percepire di essere valutate in base al proprio aspetto fisico innesca pensieri e reazioni fisiologiche di stress che riducono le risorse cognitive necessarie per lo svolgimento del compito. In modo simile, i risultati degli studi di Guardabassi e Tomasetto (2018; 2019) indicano che adulti e bambini con obesità presentano una riduzione nelle loro capacità di memoria di lavoro, quando la prova di valutazione cognitiva è presentata come un test di intelligenza, ma non quando la stessa prova è descritta come un’attività di distrazione (agli adulti) o come un gioco (ai bambini). Il timore di essere giudicati e di confermare un’immagine negativa e stereotipica che riguarda il sé, può compromettere il funzionamento cognitivo anche delle persone con obesità.

Comunità. La presenza dello stigma sul peso ha conseguenze anche dal punto di vista socio-economico. Secondo Singh, Russell-Mayhew, von Ranson, e McLaren (2019) parte delle spese associate all’obesità sono attribuibili allo stigma sul peso corporeo: così come le malattie associate all’obesità sono ulteriormente compromesse a causa dello stigma sul peso, così i costi pubblici legati all’obesità dovrebbero tener conto anche degli effetti dello stigma. Inoltre, le discriminazioni subite dalle persone con obesità/sovrappeso nei contesti sanitari o lavorativi riducono gli accessi ai servizi sanitari e aumentano le disparità di tipo economico (Hatzenbuehler, Phelan, & Link, 2013; Rubino et al., 2020). Altra conseguenza è l’attenzione politica al tema: nonostante l’obesità riguardi un numero sempre crescente di persone (Hales, Carroll, Fryar, & Ogden, 2017), il budget dedicato alla ricerca è inferiore rispetto a quello destinato ad altre malattie e non è considerato una priorità (e.g. O’Keeffe, Flint, Watts, & Rubino, 2020; Rubino et al., 2020). Del resto non tutti i Paesi definiscono l’obesità come malattia: in Italia, ad esempio, il Parlamento ha approvato una mozione per riconoscerla come malattia cronica nel novembre 2019 (Quotidiano Sanità, 2019).

 Gli interventi per ridurre lo stigma sul peso

Conoscere lo stigma sul peso è fondamentale per scegliere delle linee di azione per ridurne gli effetti: come intervenire?

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