Il gruppo psicodinamico tra funzione terapeutica e funzione sociale
Le neuroscienze attualmente documentano come lo sviluppo cerebrale si fondi sull’esperienza relazionale e non solo su un programma genetico (Cozolino, 2017; Edelman, 2004, 2018; Rizzolatti, 2006). In particolare, gli studi delle Neuroscienze Cognitive dello Sviluppo (Macchi Chiassa, Valenza, & Simion, 2012) indagano la relazione tra lo sviluppo cerebrale e lo sviluppo dei processi cognitivi allo scopo di comprenderne l’influenza reciproca: “Questi […] dati hanno permesso di teorizzare modelli di sviluppo neuro-cognitivo basati non più sul concetto di «area» ma di «network» […] per la prima volta, viene attribuita un’importanza fondamentale all’esperienza, che avrebbe il ruolo di plasmare la maturazione cerebrale promuovendo […] la connessione tra aree solo parzialmente funzionanti prima dell’esposizione a specifici stimoli sensoriali linguistici, visivi, ecc.” (Mento & Bisiacchi, 2013, p. 31).
Anche la ”teoria della selezione dei gruppi neuronali” di Edelman (2004, 2018) dimostra che il cervello, sia nella morfologia sia nelle funzioni, si modifica nel rapporto con il mondo.
Tutto questo offre dunque una base neurologica a quella che nell’ambito della psicoterapia psicodinamica di gruppo viene definita “configurazione gruppale della mente” e, congiuntamente, alla valenza specifica che assumono le relazioni interpersonali per l’assimilazione dell’esperienza nel processo di scoperta del mondo, attraverso il quale il cervello si sviluppa. Quest’ultimo aspetto è stato approfondito e documentato dal filone di studi dell’Infant Research (Beebe, 2014; Beebe, & Lachmann, 2014; Stern, 1985; Speranza, 2010).
Inoltre, lo studio delle motivazioni umane mette in luce l’importanza dell’esperienza gruppale per l’individuo: gli studi sui sistemi motivazionali del bowlbiano[1] Liotti hanno cercato di integrare i dati provenienti dall’Infant Research, dalle neuroscienze e dalla pratica psicoterapeutica (Farina & Liotti, 2013). Secondo questa teoria, i sistemi motivazionali sono in stretto rapporto con l’esperienza emotiva e regolano il comportamento umano in funzione di determinate mete filogeneticamente determinate. Sono definiti: il sistema di attaccamento, il sistema di accudimento, il sistema sessuale di coppia, il sistema agonistico di rango ed il sistema cooperativo-paritetico. Di particolare interesse per il tema trattato è proprio quest’ultimo sistema motivazionale. Come gli altri, esso è innato e necessita di un’attivazione “interpersonale”, in quanto esprime quel bisogno fondamentale dell’uomo dell’“essere con l’altro” in una posizione paritaria e cooperativa, né di dipendenza, né di comando, bensì caratterizzata dalla condivisione degli scopi e dalla corresponsabilità delle azioni, in breve dall’inter-dipendenza. Poiché, quindi, far lavorare gli individui attraverso il gruppo stimola una predisposizione naturale, si sottolinea l’importanza nella psicoterapia di gruppo della funzione del conduttore, lo psicoterapeuta di gruppo, ben formato e consapevole della potenza dello strumento a sua disposizione, facilitatore di processi già contenuti nel nostro DNA. Infatti, il sistema motivazionale cooperativo paritetico - che ha quali sistemi secondari correlati il “gioco sociale” e “l’affiliazione al gruppo” - è stato così definito da Liotti & Ardovini (2008, p. 15): “[…] è attivato dalla percezione di obiettivi che, anziché configurarsi alla percezione come risorse limitate per l’accesso alle quali è necessario competere, appaiono […] come meglio perseguibili attraverso un’azione congiunta. Il raggiungimento dell’obiettivo condiviso pone spesso termine [… alla sua] attivazione. Tuttavia, tale sistema sembra aver raggiunto nell’evoluzione della nostra specie una particolare facilità e persistenza di attivazione”.
Note sul gruppo di psicoterapia psicodinamica in Italia tra tradizione e sviluppo
Occorre precisare che esistono diversi tipi di gruppi (psicoeducazionali, socio-riabilitativi, di formazione, psicoterapeutici), che si differenziano in primo luogo per lo scopo e poi per ulteriori variabili che tecnicamente vengono definite “parametri del gruppo” (Lo Verso, 2002; Lo Verso & Giunta, 2018). Come già accennato, in questa sede si tratta del gruppo psicoterapeutico e in particolare del tipo di intervento di cura definito “psicoterapia psicodinamica di gruppo”.
La cultura psicoanalitica italiana, tradizionalmente concentrata sull’analisi del singolo paziente, ha influenzato lo sviluppo e le prime prassi terapeutiche del gruppo psicodinamico. Questo contesto ha prodotto una prima ondata di contributi originali sul piano della teoria e della clinica specificamente dedicate ai gruppi, ma ha limitato la diffusione della ricerca empirica, ossia l’avvio contemporaneo di una verifica scientificamente fondata (supportata da dati empirici) dell’efficacia del gruppo.
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