Falchi o colombe? Fiducia e cooperazione nei processi decisionali inclusivi

Si ritiene generalmente che un atteggiamento fiducioso nei confronti delle istituzioni politiche favorisca la partecipazione nelle sue forme più tradizionali, mentre un atteggiamento disilluso e cinico incoraggi l’adozione di forme di protesta (Craig, Niemi, & Silver, 1990; Shingles 1988). Secondo una proposta teorica di tipo cognitivista (Castelfranchi & Falcone, 2000) l’atto del fidarsi presuppone che un soggetto A reputi l’individuo/sistema B di cui fidarsi come competente. Tuttavia, ciò non è sufficiente: è anche necessario che l’istituzione voglia agire nella direzione che il soggetto si aspetta. La fiducia dipende, secondo Newton (1999), oltre che dalla coincidenza tra aspettative e risultati, anche dal grado di consapevolezza che i soggetti possiedono del funzionamento delle istituzioni. Sono quindi molteplici i concetti che orbitano attorno all’atto del fidarsi; c’è una dimensione legata all’altro (percepire l’altro competente e riporre in esso delle aspettative) e ve ne è una di tipo individuale, connessa al livello di conoscenza. Secondo Pasquino (2002) si creerebbe una sorta di circolo vizioso tra la scarsa conoscenza e la scarsa fiducia: quest’ultima rappresenterebbe l’origine del disinteresse verso la politica che, a sua volta, condurrebbe a delle limitate conoscenze politiche. Da qui, poi, genererebbe un senso d’inefficacia personale il quale, infine, non farebbe altro che alimentare ulteriormente la sfiducia verso il mondo politico.

Significativa è anche la fenomenologia del rapporto decisori-cittadini. Se i decisori si collocano nella relazione secondo la logica del gioco a somma zero (per richiamare il paradigma del dilemma del prigioniero), consentire ai cittadini una partecipazione reale significa perdere quote di potere, dunque la strategia delle cooperazione risulta perdente. Al contrario, se essi si pongono nella logica del gioco a somma positiva, aprire la strada al coinvolgimento del cittadino nei processi decisionali significa accrescere il potere di entrambi. Analogo discorso riguarda i cittadini: quale vantaggio traggono dal partecipare? La valutazione varia in base al grado di fiducia riposto nelle istituzioni e, più in generale, al tipo di rappresentazione che le accompagna: in presenza di scarsa fiducia, è probabile che l’individuo ritenga più vantaggioso agire a tutela dei propri bisogni e interessi. Se l’istituzione è percepita come inaffidabile, altro da sé, nemica, elemento da negare, la scelta cooperativa non è sentita come opzione praticabile. In definitiva, in situazioni di crisi della fiducia nelle istituzioni, le persone giudicano rischioso adottare comportamenti cooperativi esponendosi al rischio di essere “sfruttati” da istituzioni egoiste.

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