Don’t judge a person by its cover: Human Library un intervento efficace per ridurre i pregiudizi?

Inoltre, il contatto intergruppi in HL coinvolge membri di gruppi stigmatizzati che sono disposti a condividere le loro esperienze, e quindi un contatto che fa leva sulla self-disclosure (la volontà della persona di condividere aspetti significativi di se stessoa; vedi Glossario) e la comprensione intima tra gli interlocutori/interlocutrici, queste due variabili in precedenti studi sono risultate importanti nel determinare l’efficacia del contatto nella riduzione del pregiudizio (e.g., Bagci et al., 2021; Marinucci et al., 2021). Infine, negli eventi HL, i Libri-Persona incarnano i rappresentanti tipici dei gruppi stigmatizzati aumentando così la salienza dell'appartenenza al gruppo, che è un importante facilitatore della generalizzazione degli effetti del contatto (secondary transfer effect, vedi glossario; Brown & Hewstone, 2005).
 

La Human Library sotto la lente della ricerca empirica

Negli ultimi anni sono stati sviluppati alcuni studi internazionali volti a dimostrare l’efficacia della HL come dispositivo di riduzione del pregiudizio intergruppi (Bagci & Blazhenkova, 2020). Orosz e colleghi (2016) si sono proposti di verificare l'efficacia dell'approccio della HL nel ridurre i pregiudizi nei confronti delle persone Rom e LGBT, gruppi minoritari oggetto di pregiudizio e stigmatizzazione nel contesto ungherese. Gli studiosi hanno ipotizzato che i partecipanti che interagivano con un ‘Libro’ Rom, successivamente alla lettura, avrebbero riportato livelli inferiori di pregiudizio, verso le persone Rom in generale; allo stesso modo i partecipanti che interagivano con un ‘Libro’ LGBT, dopo l’interazione, avrebbero riportato livelli inferiori di pregiudizio verso le persone LGBT. Il progetto-intervento prevedeva che i Lettori/Lettrici entrassero in contatto con Libri-Persone provenienti dalla comunità Rom e LGBT (precedentemente formati). Gli studenti e le studenti ungheresi partecipanti all’intervento dapprima compilavano un questionario contenente misure volte a rilevare il pregiudizio verso i gruppi stigmatizzati oggetto dell’intervento e successivamente erano liberi di scegliere, per la sessione di contatto, un ‘Libro’ appartenente a una comunità stigmatizzata (Rom, LGBT, homeless). Gli studenti e le studenti potevano porre ai ‘Libri’ qualsiasi domanda desiderassero e, rispondendo alle domande, i ‘Libri’ potevano condividere le loro storie ed esperienze di pregiudizio, discriminazione ed esclusione sociale. Subito dopo la conversazione, ai partecipanti e alle partecipanti veniva chiesto di compilare nuovamente un questionario con le misure di pregiudizio in relazione alle persone Rom e alle persone LGBT. Lo studio ha rivelato una riduzione della distanza sociale (vedi glossario), tra adolescenti e i membri dei due gruppi, nonché un atteggiamento più favorevoli nei confronti di entrambi i gruppi. I risultati, dunque, hanno fornito una preliminare evidenza relativa al fatto che l’intervento HL potrebbe essere utile nel ridurre i pregiudizi verso le persone Rom e le persone LGBT in un contesto sociale, come quello ungherese, in cui i pregiudizi verso questi gruppi sono salienti ed espliciti nel discorso pubblico. Tuttavia, uno dei limiti di questo studio è che gli effetti dell’intervento sono stati misurati immediatamente dopo l’esperienza HL, precludendo la possibilità di verificare i reali cambiamenti di atteggiamento dei Lettori/Lettrici nei confronti dei gruppi target nel tempo. Oltre a quanto messo sopra in evidenza, in uno studio condotto in Polonia (Groyecka et al., 2019), è stato indagato se partecipare a più sessioni di lettura con Libri-Persona differenti riducesse, in maniera persistente nel tempo, la distanza sociale verso le persone musulmane (una minoranza religiosa di recente presenza in Polonia) e omosessuali. I vari Libri-Persona dell’evento includevano appartenenti a minoranze religiose (persone musulmane, sia uomini sia donne, induiste, ebree), minoranze sessuali (persone omosessuali uomini e donne, transgender) e ulteriori categorie sociali stigmatizzate (persone vegane, rom, siriane, positive all’HIV, ex-alcoliste). I risultati hanno mostrato che la partecipazione all’evento HL ha modificato in modo significativo la distanza sociale delle persone polacche nei confronti dei musulmani rispetto ai dati registrati prima dell’evento. In particolare, nei partecipanti che avevano ‘letto’ più Libri-Persona, la riduzione della distanza sociale verso le persone musulmane era maggiore e tale riduzione era mantenuta al follow-up (vedi glossario). Il cambiamento di atteggiamento nei confronti delle persone omosessuali non è però risultato significativo, aprendo il dibattito sulla efficacia dell’intervento per alcuni gruppi sociali rispetto ad altri. Una spiegazione potrebbe riguardare il diverso livello di conoscenza e percezione di minaccia verso questi gruppi che possono essere attenuati da questo intervento (minore conoscenza e maggiore percezione di minaccia verso i musulmani rispetto agli omosessuali). Inoltre, le evidenze emerse sarebbero da monitorare in termini temporali (ossia, possono gli effetti benefici rilevati post-intervento durare a lungo?) e contestuali (ossia, come potrebbe essere strutturata una HL in quei paesi in cui convivono gruppi ad alta conflittualità?). Alcuni suggerimenti per fare fronte ai limiti riscontrati dai recenti studi (Groyecka et al., 2019; Orosz et al., 2016) potranno essere implementati in prossime ricerche-intervento.

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