Differenze di Genere nella Comunicazione Mediata dal Computer: Tra Stereotipi che Resistono e Nuove Androginie

Le donne quando scrivono una e-mail a un destinatario sia maschile sia femminile esprimono più emozioni di quanto non facciano gli uomini, a prescindere dall’argomento trattato (Palomares, 2009), e appaiono più fluenti nella produzione di emozioni (O’Kearney & Dadds, 2004). Ancora, nei commenti degli studenti in un forum scolastico (Guiller & Durndell, 2006), nei contenuti dei blog (Savicki, Kelley, & Oesterreich, 1999) piuttosto che nel possedere un avatar di un genere specifico (Palomares & Lee, 2010), l’espressione delle emozioni varia anche in un senso qualitativo. Le donne esprimono più emozioni positive e gli uomini più emozioni negative, sebbene le donne si percepiscano come esprimenti più emozioni negative (Williams & Mendelsohn, 2008): se maschi e femmine che comunicavano fra loro dovevano in seguito autovalutarsi e valutare il partner rispetto all’emotività negativa (ovvero: essere irritabili, lunatici, ansiosi), emerge che le donne si valutano come più emotivamente negative di quanto facciano gli uomini e di quanto le valutino i loro interlocutori.

Stereotipi e pregiudizi nella CMC

La presenza femminile sul web è andata aumentando nel tempo. Già dal 2000 al 2004 le donne sono passate dall’essere il 40% al 50% degli utenti della rete (Kim, Lehto, & Morrison, 2007) sebbene alcuni sostengano che siano meno competenti nell’ utilizzarla (Li, 2005).

Nelle discussioni on-line emergono tuttavia ancora grosse disparità nella quantità e nella qualità della partecipazione femminile e maschile. Infatti, sia che le donne partecipino più degli uomini postando più commenti (Caspi, Chajut, & Saporta, 2008), sia che esse non lo facciano (Atai & Chahkandi, 2012), uno svantaggio femminile permane. Nel primo caso sembra che le donne postino di più on-line poiché percepiscono questa modalità di comunicazione come una possibilità di esprimersi senza venire interrotte dagli altri, condizione questa, secondo gli autori, più frequente nella comunicazione faccia-a-faccia (si veda glossario). Nel secondo caso, la scarsa partecipazione femminile potrebbe essere stata influenzata dal contesto culturale in cui è stato condotto lo studio, ovvero quello iraniano, in cui la figura femminile fatica ancora a trovare un suo spazio anche nel mondo virtuale. Sebbene questi due risultati possano sembrare contradditori in realtà così non è: nel primo caso lo svantaggio si qualifica sotto il profilo della comunicazione quotidiana vis-à-vis, nel secondo esso si manifesta nella comunicazione sia diretta sia mediata dal computer.

D’ altra parte, l’antico stereotipo della donna gentile, educata e orientata all’altro sembra non abbandonare le relazioni neanche nel mondo del web. In effetti, quando le donne tradiscono tale aspettativa vengono valutate come più incompetenti (Sierpe, 2005) e per questa ragione le donne che negoziano on-line, ovvero che devono trattare con altri attraverso la rete, tendono ad utilizzare un linguaggio più incerto quando parlano con un uomo, allo scopo di essere più influenti (Carli, 1990; Stuhlmacher, Citera, & Willis, 2007). Tuttavia, questa modalità è in conflitto con un ruolo, quello del negoziatore, da molti considerato di successo se espresso attraverso la forza, il dominio, l’assertività e la razionalità, caratteristiche stereotipiche maschili.

Ma ci sono, e se si quali, delle differenze tra la comunicazione faccia-a-faccia e la CMC? Sembra che nella comunicazione faccia-a-faccia i partecipanti, maschi o femmine, siano più sensibili alla valutazione degli altri e di loro stessi, tendano ad essere più riservati e ad avere più autocoscienza (Adrianson, 2001). Inoltre, le donne producono più messaggi (soprattutto mostrando accordo) di quanto non facciano nella CMC, e hanno tra loro più scambi di opinione. I loro giudizi, oltretutto, sono più positivi in ogni circostanza rispetto ai giudizi formulati dagli uomini. E’ stato anche osservato come effettivamente le donne siano più ostili nelle negoziazioni virtuali rispetto a quelle faccia-a-faccia, mentre gli uomini non differiscano nel loro modo di negoziare nei due contesti (Stuhlmacher, Citera, & Willis, 2007). Non solo, quando ai partecipanti ad un quiz on-line vengono fatte delle domande, all’aumentare della difficoltà della domanda aumenta in generale la conformità nella scelta. Gli uomini si conformano di più delle donne, tuttavia le donne, se si paragonano le loro risposte date al quiz on-line rispetto a quelle in una comunicazione faccia-a-faccia, sono più conformiste in quest’ultima modalità (Rosander & Eriksson, 2012).

Differenze di genere negli obiettivi della conversazione

Può apparire curioso, eppure l’uso frequente di un pronome personale può dire molto sugli scopi per cui una persona comunica. Sembra infatti che le donne, quando comunicano on-line, tendano ad utilizzare il pronome “noi” molto più di quanto non faccia la controparte maschile e ciò avviene, secondo alcuni autori, a causa di una maggiore attenzione alla relazione da parte delle donne (Baron, 2004; Dalampan, 2006; Guiller & Durndell, 2006). Pare infatti che le donne, rispetto agli uomini, si esprimano attraverso la CMC con l’obiettivo di creare una relazione positiva con gli altri, e ciò sarebbe la manifestazione di una loro necessità di affiliazione. Per questa ragione le comunicazioni femminili appaiono maggiormente caratterizzate da aspetti socio-emotivi come un linguaggio più cortese, meno aggressivo e più cooperativo e una tendenza a contraddire il meno possibile l’interlocutore (Asha & Vaibhavi, 2005; Huffaker & Calvert, 2005).

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