Che Cosa Significa “Moralità”? Differenze Individuali Legate all’Ideologia Politica

Sensibilità al disgusto, ideologia e giudizio morale

Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha evidenziato dei legami molto forti tra il giudizio morale, l’ideologia politica e una delle emozioni primarie (si veda glossario): il disgusto. Molteplici studi (ad es., Eskine, Kacinik, & Prinz, 2011; Schnall, Haidt, Clore, & Jordan, 2008) hanno, infatti, indicato che i giudizi morali espressi nei confronti di comportamenti ritenuti moralmente sbagliati tendono ad essere più duri se espressi in un contesto ambientale capace di suscitare l’emozione di disgusto. Inoltre, sebbene il legame tra disgusto e giudizio morale appaia essere generalizzabile, ovvero riscontrabile in quasi tutti gli individui, esso sembra particolarmente rilevante per coloro che abbracciano un’ideologia politica più conservatrice, i quali mostrano sia livelli maggiori di sensibilità al disgusto sia giudizi più intransigenti riguardo alle questioni morali inerenti la purezza.

L’emozione del disgusto può essere facilmente suscitata da un odore, da un suono, da una parola, o dalla visione di qualcosa di repellente. Quest’emozione primaria (Ekman, 1994) si esprime attraverso risposte comportamentali atte ad allontanare da sé l’oggetto che ha causato tale stato emotivo. La stessa espressione facciale associata a questa emozione, comprendente l’arricciamento del naso, il sollevamento del labbro superiore e la fuoriuscita della lingua, sembra essere un meccanismo teso ad espellere il cibo malsano dalla bocca e ad impedire l’ingresso di agenti patogeni nelle cavità nasali (Susskind, Lee, Cusi, Feiman, Grabski, & Anderson, 2008). Alcuni studiosi (ad es., Curtis & Biran, 2001; Schaller & Duncan, 2007) indicano il disgusto come un elemento di un più ampio “sistema immunitario comportamentale” che, prodotto dell’evoluzione, svolgerebbe la funzione adattiva di motivare atteggiamenti e comportamenti finalizzati ad evitare i pericoli di contaminazione, di contagio e di malattia.

 

 

Nonostante l’antecedente primario dell’emozione del disgusto sia costituito dalla presenza di oggetti contaminati e malsani, come cibi maleodoranti o decomposti, il disgusto va ben oltre il dominio fisico e la prevenzione del contagio, tanto da poter essere suscitato anche da comportamenti ritenuti immorali o impuri. A questo proposito, ad esempio , in uno studio di Zhong e Liljenquist (2006) nel quale si chiedeva ai partecipanti di ricordare comportamenti immorali commessi in passato, è emerso che questa minaccia alla propria integrità morale provocava in loro un aumento del bisogno di lavarsi. In un altro studio (Schnall et al., 2008) si è osservato che i partecipanti fatti accomodare ad un tavolo sporco giudicavano più negativamente comportamenti moralmente discutibili rispetto ai partecipanti che sedevano ad un tavolo pulito. Altri studiosi (Eskine et al., 2011) hanno somministrato ai partecipanti una bevanda dolce, amara oppure neutra, e successivamente hanno chiesto loro di esprimere un giudizio rispetto ad una serie di vignette raffiguranti comportamenti moralmente trasgressivi. I risultati hanno mostrato che più la bevanda era stata percepita amara, ovvero disgustosa, più i giudizi morali viravano al negativo.

L’intimo legame tra disgusto e moralità è emerso anche in alcuni studi aventi l’obiettivo di misurare la relazione tra la sensibilità al disgusto (rilevata attraverso dei questionari) e gli atteggiamenti nei confronti di alcune tematiche socio-politiche (ad es., Inbar, Pizarro, Knobe, & Bloom, 2009; Terrizzi, Shook, & Ventis, 2010). In generale, i risultati hanno mostrato come la sensibilità al disgusto sia predittiva di posizioni più conservatrici in ambito sociale come, ad esempio, un atteggiamento più negativo nei confronti dell’immigrazione, dell’aborto, dell’eutanasia, dei matrimoni gay e della ricerca sulle cellule staminali. Sembra, pertanto, che a una maggiore sensibilità al disgusto corrispondano sia posizioni più negative rispetto a questioni sociali che coinvolgono il contatto intergruppi e quindi una possibile contaminazione del corpo, sia un’affiliazione politica più conservatrice come emerso anche da uno studio condotto negli Stati Uniti da Inbar e collaboratori (Inbar, Pizarro, Iyer, & Haidt, 2012). I loro risultati hanno evidenziato che la sensibilità al disgusto e, in particolare, la paura di contaminazione, era predittiva di un’intenzione di voto alle presidenziali americane più favorevole a John McCain (il candidato conservatore) rispetto a Barack Obama.

In conclusione, quindi, la forte reazione emotiva di disgusto elicitata non solo da elementi tangibili ma anche da comportamenti immorali, appare essere una sorta di meccanismo di difesa in grado di aumentare il ricorso protettivo a credenze di tipo conservatore. Essa sembra, quindi, attivare una serie di meccanismi psicologici funzionali allo scopo di gestire e ridurre la paura e lo stato di incertezza determinati da pensieri come la paura del contagio fisico. Questo potrebbe, quindi, spiegare in parte perché il conservatorismo possa essere associato anche al maggior ricorso a politiche sociali di chiusura, di salvaguardia e di difesa da possibili contaminazioni.

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