A Casa Mia Si Fa Così: La Trasmissione Interpersonale Dell’Oggettivazione e Dell'Auto-oggettivazione Sessuale

Il Circolo Vizioso Dell’Oggettivazione Sessuale

Diversi studi mettono in evidenza come il modellamento – l’apprendimento per osservazione –   (Bandura, 1977) possa sostenere il circolo dell’oggettivazione sessuale. Nelle relazioni genitori-figli, per esempio, più le madri si auto-oggettivano, più le figlie riportano di fare altrettanto (Arroyo & Andersen, 2016; McKinley,1999). In un recente lavoro di Perez e collaboratori, che ha coinvolto madri e figlie di età compresa tra i 5 e i 7 anni, l’auto-oggettivazione delle madri risultava positivamente associata a quella riportata dalle bambine (Perez, Kroon Van Diest, Smith, & Sladek, 2018). È legittimo pensare che l’oggettivazione sessuale, più che un percorso lineare che comincia con l’esperienza di oggettivazione e termina con una serie di conseguenze negative per la vittima, sia un fenomeno più complesso.

Strelan e Pagoudis (2018) sostengono che l’oggettivazione sessuale sia un processo che si auto-alimenta, vale a dire, le persone che sperimentano con maggior frequenza esperienze oggettivanti sono esse stesse maggiormente propense a perpetuarla. Questa idea trova ampio riscontro empirico in ricerche che hanno mostrato come donne che si auto-oggettivano – che hanno quindi interiorizzato la prospettiva oggettivante – sono maggiormente inclini a oggettivare altre donne (Puvia & Vaes, 2013; Strelan & Hargreaves, 2005). Nelle relazioni di coppia, i partner che si auto-oggettivano sono più propensi a oggettivare i loro compagni. Ad esempio, Zurbriggen e collaboratori hanno dimostrato come la tendenza, riportata da studentesse e studenti universitari, a monitorare il proprio corpo fosse associata a una maggiore propensione a controllare l'apparenza esteriore dei propri partner (Zurbriggen et al. 2011). L’oggettivazione sessuale può quindi essere considerata come un circolo vizioso: l’esperienza dell’oggettivazione sessuale favorisce l’auto-oggettivazione che, a sua volta, alimenta l’oggettivazione degli altri.

 

L’Oggettivazione Sessuale Nella Famiglia

Nel 2007, l’American Psychological Association (APA) pubblica un report delle conseguenze e delle fonti che promuovono la sessualizzazione (si rimanda al glossario) di bambine e ragazze, concentrandosi in particolare sul ruolo dei media oggettivanti e sottolineando come, ai genitori e alla famiglia, spetta un ruolo importante nel moderare gli effetti dell’oggettivazione sessuale sui loro bambini. I genitori, tuttavia, come dimostrato da alcune ricerche (Arroyo & Andersen, 2016; McKinley, 1999; Perez et al., 2018), possono alimentare i messaggi oggettivanti e promuovere gli stessi atteggiamenti nei figli. A tal proposito, Bigler, Tomasetto e McKenney (2019) evidenziano come, unitamente all’esposizione mediatica e al ruolo dei pari, i genitori influenzano il comportamento di bambine e bambini. Nel modello proposto dagli autori, genitori che trasmettono (direttamente e indirettamente) l’idea che il valore delle donne derivi principalmente dalla loro apparenza esteriore possono sostenere l’interiorizzazione della sessualizzazione nei bambini, promuovendo, ad esempio, una maggiore oggettivazione delle donne, nei maschi, e una maggiore tendenza all’auto-oggettivazione, nelle femmine (Bigler et al., 2019).

Ad oggi, infatti, sappiamo che i processi associati all’oggettivazione sessuale agiscono anche nei preadolescenti e nei bambini (Lindberg, Hyde, & McKinley, 2006; Murnen, Smolak, Mills & Good, 2003; Perez et al., 2018; Tiggemann & Slater, 2014; per una rassegna di questi studi, si consiglia Daniels, Zurbriggen, & Ward, 2020) a livelli molto simili a quelli trovati negli adulti (Jongenelis, Byrne, & Pettigrew, 2014). In una recente ricerca (Pecini, Andrighetto, Di Bernardo, & Crapolicchio, in preparazione) che ha coinvolto bambini di 9, 10 e 11 anni è stata indagata l’associazione tra la percezione di essere oggettivati dai genitori e i livelli di auto-oggettivazione riportati dai bambini. I risultati rivelano come la preoccupazione per il corpo riportata dai bambini, sia maschi che femmine, è associata alla percezione di essere oggettivati dai genitori. Ai bambini, infatti, è stato chiesto di indicare quanto i loro genitori mostravano delle preoccupazioni per l’aspetto fisico e l’apparenza dei figli (ad esempio, “mia mamma confronta spesso il mio aspetto con quello degli altri”). L’associazione tra la percezione di essere oggettivati e i livelli di auto-oggettivazione riportati dai bambini ci mostra, da un lato, che l’interiorizzazione dello sguardo oggettivante si verifica già nella preadolescenza e, dall’altro, ci invita a riflettere sul ruolo che i genitori, accanto ai media (Vandebosch, Driesman, Trekels, & Eggermont, 2017) e ai pari (Petersen & Hyde, 2013; Rousseau & Eggermont, 2018) hanno nell’alimentare il processo dell’oggettivazione sessuale.

 

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