A Casa Mia Si Fa Così: La Trasmissione Interpersonale Dell’Oggettivazione e Dell'Auto-oggettivazione Sessuale

L’oggettivazione sessuale, tuttavia, è un’esperienza comune, che le persone incontrano quotidianamente nelle interazioni sociali (Fredrickson & Roberts, 1997; Roberts, Calogero, & Gervais, 2018). Per questo, ricerche successive si sono focalizzate sull’impatto che le concrete interazioni con gli altri hanno sulle persone (per una rassegna di questi studi, si consiglia Gervais, Sáez, Riemer, & Klein, 2020). In alcune ricerche, sono stati presi in considerazione gli effetti dell’oggettivazione sessuale messa in atto da altri sconosciuti (Garcia, Earnshaw, & Quinn, 2008). Gervais, Vescio e Allen (2011), ad esempio, hanno osservato che le partecipanti, quando interagivano con il complice dello sperimentatore che metteva in atto lo sguardo oggettivante, diminuivano la loro performance in un compito di matematica.

Lo sguardo oggettivante, tuttavia, può essere messo in atto anche da persone socialmente significative nella vita del soggetto. La teoria dell’oggettivazione, infatti, sottolinea come l’oggettivazione sessuale sia un’esperienza capace di verificarsi anche nei contesti non sessuali della vita quotidiana. Nulla esclude quindi che siano proprio le relazioni più intime e vicine ai soggetti ad alimentare il processo dell’oggettivazione sessuale.

 

L’Oggettivazione e l’Auto-oggettivazione Sessuale Nella Coppia

Di recente, l’interesse della ricerca sull’oggettivazione sessuale interpersonale ha preso in esame gli effetti dell’oggettivazione sessuale quando questa viene messa in atto da un partner romantico. Oggettivazione e auto-oggettivazione sessuale continuano a essere processi pericolosi anche quando avvengono all’interno della coppia? Questa è, essenzialmente, la domanda che ha portato gli psicologi sociali a testare la teoria dell’oggettivazione all’interno delle relazioni romantiche. Le relazioni sentimentali, secondo alcuni studiosi, potrebbero rappresentare un contesto in cui le persone vengono oggettivate ma non per questo deumanizzate, e costituire, quindi, una condizione privilegiata in cui le conseguenze negative dell’oggettivazione sessuale non si verificano (Nussbaum, 1995). Se questa prospettiva può sembrare sostenibile dal punto di vista teorico, i risultati delle ricerche condotte finora ci dicono il contrario (ad esempio, Sáez, Riemer, Brock, & Gervais, 2019; Strelan & Pagoudis, 2018; Zurbriggen, Ramsey, & Jaworski, 2011).

La percezione di essere oggettivate dal partner porta le donne a essere meno soddisfatte per la relazione (Ramsey, Marotta, & Hoyt, 2017). La percezione di oggettivazione sessuale perpetuata dal partner è anche associata a livelli più alti di auto-oggettivazione (Rasmey & Hoyt, Studio 2, 2015; Ramsey, et al., Studio 3, 2017) e a maggiore violenza all’interno della coppia (Rasmey & Hoyt, Studio 2, 2015). In un recente studio (Pecini, Andrighetto, Di Bernardo, Crapolicchio, Stathi, & Vezzali, in preparazione) è stata indagata la reale (vs. percepita) oggettivazione maschile della partner tramite la somministrazione di un questionario a entrambi i partner di coppie eterosessuali. Ai partecipanti maschi è stato chiesto di indicare il loro livello di oggettivazione della partner  mentre alle partecipanti è stato chiesto di riportare i loro livelli di auto-oggettivazione e di benessere. Gli uomini hanno quindi indicato la loro tendenza a valutare la propria partner sulla base di caratteristiche osservabili (ad esempio, misure del corpo, peso, tonicità muscolare); le donne hanno invece riportato i loro livelli di auto-sorveglianza del corpo e vergogna per lo stesso, e di benessere. I risultati hanno mostrato che maggiore è la tendenza degli uomini a oggettivare sessualmente la compagna, maggiore è anche il livello di auto-oggettivazione e minore il benessere indicato dalle donne.

Quello che la ricerca ci mostra, quindi, è che anche quando perpetuata da una figura socialmente significativa per il soggetto, come il partner, l’oggettivazione sessuale è associata a numerose conseguenze negative per la vittima di oggettivazione.

Gli studi, inoltre, rivelano che gli effetti dell’oggettivazione sessuale compromettono non solo il benessere della vittima ma anche quello del perpetuatore di tale deumanizzazione, riducendo, ad esempio, la sua soddisfazione per la relazione (Mahar, Webster, & Markey, 2020; Sáez et al., 2019; Strelan & Pagoudis, 2018; Zurbriggen et al., 2011).

 

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