Potere mediatico e pregiudizio: I mass-media influenzano la nostra percezione sociale?
In un secondo studio, abbiamo approfondito quale ruolo potesse giocare lo stile linguistico giornalistico sulla forza dell’associazione cognitiva immigrato-arma; ovvero abbiamo deciso di verificare se uno stile linguistico, che definiremo biased, avesse un ruolo diretto nel creare e rafforzare un’associazione cognitiva automatica immigrato-criminale. Il linguaggio biased nella notizia di cronaca (Latrofa, Suitner, Maass, & Vaes, 2012) era caratterizzato da: 1. numerosi riferimenti alla nazionalità dell’aggressore in forma di sostantivo (ad es., il rumeno ha aggredito) anziché di aggettivo (il ladro rumeno ha aggredito) (Carnaghi, Maass, Gresta, Bianchi, Cadinu, & Arcuri, 2008); 2. verbi di aggressione in forma attiva anziché passiva (Bohner, 2001); 3. uso di aggettivi aggravanti l’azione criminale (ad es., l’aggressore pregiudicato); 4. stile linguistico astratto (Geschke et al., 2010). Nello specifico, i partecipanti nelle 4 condizioni sperimentali avevano il compito di leggere una notizia di cronaca che descriveva: con un linguaggio biased, oppure unbiased, un crimine commesso ad opera di un italiano, oppure di un immigrato. Invece, i partecipanti nella condizione di controllo leggevano una notizia di carattere scientifico che descriveva gli effetti dell’agopuntura. Dopo aver letto l’articolo, tutti i partecipanti eseguivano il Weapon Paradigm (Payne, 2001) e, successivamente, tranne che i partecipanti nella condizione di controllo, dovevano valutare la pena più adatta per l’aggressore descritto. Il risultato più interessante mostra che quando una notizia di crimine coinvolge un immigrato in qualità di aggressore e viene riportata utilizzando un linguaggio biased, l’associazione automatica immigrato-arma è più forte e la pena attribuita all’aggressore è più alta rispetto a quando la stessa notizia viene riportata utilizzando un linguaggio neutro. In altre parole parlare di crimini commessi da stranieri, di per sé, non produce pregiudizio, ma è l’utilizzo di un sistematico linguaggio tendenzioso nel descrivere tali reati che pone le basi per un atteggiamento negativo tra i lettori nei confronti del gruppo degli immigrati (Latrofa et al., 2012).
Conclusioni
Le ricerche descritte in questo articolo, sia correlazionali che sperimentali, offrono un importante sostegno empirico all’ipotesi che i mezzi di comunicazione di massa possono esercitare un ruolo chiave nel modellare il pregiudizio verso alcuni gruppi sociali. È interessante sottolineare che l’esposizione mediatica di per sé non ha necessariamente un effetto negativo sugli atteggiamenti sociali; il potere dei media risiede nel tipo di informazioni enfatizzate, nello stile linguistico utilizzato per trasmetterle, nel contesto sociale e politico in cui tali informazioni vengono inserite. Inoltre, è da ricordare che l’informazione mediatica per avere effetti sugli atteggiamenti sociali agisce su aspetti emotivi (ad es., paura del crimine), cognitivi (ad es., percezione del numero di immigrati criminali) e sociali (ad es., norme di non-discriminazione) degli spettatori.
L’aspetto che qui vogliamo sottolineare è che se da un lato i media possono esacerbare il pregiudizio verso gli immigrati, dall’altro i mezzi di comunicazione possono svolgere un ruolo chiave nel migliorare gli atteggiamenti sociali fra gruppi. Approfondire questa linea di ricerca sarebbe utile non solo ad accrescere le conoscenze degli psicologi sociali nell’ambito dei processi di comunicazione, ma offrirebbe anche spunti interessanti per ideare nuovi interventi di riduzione del pregiudizio basati proprio sull’impiego di strategie comunicative mediatiche (Paluck, 2009).
Glossario
Linguistic Intergroup Bias: E’ un errore sistematico nell’uso del linguaggio secondo cui i comportamenti positivi dei membri dell’ingroup e i comportamenti negativi dei membri dell’outgroup vengono descritti con livelli di astrazione maggiori dei comportamenti negativi dell’ingroup e postivi dell’outgroup. Il linguaggio ha quattro principali livelli di astrazione: verbi descrittivi/d’azione (ad es., colpire, abbracciare); verbi interpretativi (ad es., ferire, accogliere); verbi di stato (ad es., odiare, volere bene); aggettivi (ad es., aggressivo, affettuoso). Più la descrizione di un comportamento implica l’uso di verbi di stato e aggettivi, più il linguaggio sarà astratto. Un linguaggio più astratto nella descrizione del comportamento aumenta la percezione che quel comportamento derivi da caratteristiche stabili dell’attore ed implica una più diretta generalizzazione del comportamento a tutti gli altri membri del gruppo.
Pregiudizio Implicito: Nella ricerca in psicologia sociale, con il termine pregiudizio implicito si fa riferimento ad un insieme di atteggiamenti automatici e inconsci, ovvero non consapevoli, delle persone nei confronti di alcuni gruppi sociali. Questa forma di pregiudizio si differenzia dal pregiudizio esplicito che invece si riferisce ad atteggiamenti sociali consapevoli e deliberati.
Autore/i dell'articolo
Parole chiave dell'articolo
Newsletter
Keep me updated about new In-Mind articles, blog entries and more.