Le determinanti psicosociali dell’azione collettiva: Il modello SIMCA

Secondo il SIMCA di van Zomeren e colleghi (2008, 2011), l’identità sociale ha un impatto forte e diretto sulla disponibilità delle persone ad agire collettivamente. Più nello specifico, gli autori sostengono che l’identità sociale motiva l’azione collettiva non solo direttamente, ma anche indirettamente attraverso maggiori emozioni di rabbia e maggiori credenze di efficacia di gruppo (cioè, le credenze che il gruppo di appartenenza è in grado di raggiungere i propri obiettivi o risultati desiderati; Bandura, 2001).

 

La rabbia

Le emozioni sono centrali nel guidare i pensieri e i comportamenti delle persone (Lazarus, 1991). La valutazione cognitiva del contesto sociale sviluppa determinate emozioni, che permettono alle persone di mettere in atto azioni adattive (Scherer, Schorr, & Johnstone, 2001; Smith & Lazarus, 1990). In altre parole, le persone valutano date situazioni e provano relative emozioni. Tali emozioni consentono di regolare la propria condotta e di comportarsi in maniera adeguata.

Molte teorie e studi empirici suggeriscono che la rabbia è l’emozione più importante per l’azione collettiva (ad esempio, Martin, Scully, & Levitt, 1990; Yzerbyt, Dumont, Wigboldus, & Gordijn, 2003). La rabbia, infatti, è un’emozione che porta le persone ad agire (in inglese, action-oriented emotion; Carver & Harmon-Jones, 2009) in risposta a situazioni valutate come ingiuste (Frijda, 1986; Runciman & Runciman, 1966; Walker & Smith, 2002). Inoltre, l’emozione della rabbia può essere provata non solo a livello individuale, ma anche a livello collettivo (Smith, Seger, & Mackie, 2007). Come spiegato da Mackie, Devos e Smith (2000): “Quando le valutazioni del contesto sociale avvengono a livello collettivo, l’emozione viene provata a nome del gruppo di riferimento e tale gruppo diventa il target dell’emozione stessa” (p. 603). Coloro che valutano una situazione come ingiusta, infatti, provano rabbia proprio per il fatto che il gruppo svantaggiato subisce un danno. 

Nel modello dell’identità sociale dell’azione collettiva (SIMCA; van Zomeren et al., 2008, 2011), la rabbia rappresenta uno dei fattori motivazionali chiave per la mobilitazione. Nello specifico, van Zomeren e colleghi (2008, 2011) propongono che tanto più alta è l’identificazione con il gruppo svantaggiato, tanto maggiore è la rabbia per la situazione di svantaggio esistente e, di conseguenza, tanto maggiori sono le intenzioni di azione collettiva contro tale situazione.

 

L’efficacia di gruppo

La letteratura suggerisce che le credenze di efficacia giocano un ruolo fondamentale nel motivare le persone a partecipare all’azione collettiva (Thomas & McGarty, 2009; Winston, 2013). Per “credenze di efficacia” si intendono le credenze circa le capacità individuali di produrre determinati risultati (Bandura, 2001). Una persona si reputa efficace quando ritiene di possedere le abilità necessarie per raggiungere i propri obiettivi e conseguire i risultati desiderati. 

È stato dimostrato che nonostante i forti sentimenti di rabbia nei confronti di situazioni ingiuste, le persone tendono a non agire collettivamente se credono di essere poco efficaci nell’ottenimento dei cambiamenti richiesti (Folger, 1987; Martin, Brickman, & Murray, 1984). Le persone partecipano all’azione collettiva solamente se credono che tale azione avrà successo nel raggiungere il risultato desiderato (Pecukonis & Wencour, 1994). Utilizzando le parole di Thomas e McGarty (2009): “è più probabile che le persone agiscono collettivamente per supportare una causa quando credono che agire possa fare la differenza” (p. 116).

In modo simile alla rabbia, le credenze di efficacia possono essere sviluppate non solo a livello individuale, ma anche a livello collettivo (van Zomeren, Spears, Fischer, & Leach, 2004). Credere che un problema possa essere affrontato più efficacemente attraverso uno sforzo collettivo fornisce alle persone un maggior senso di potere in qualità di gruppo e aumenta le loro percezioni circa l’essere in grado di ottenere i risultati desiderati. Così, l’azione collettiva può essere determinata dall’aspettativa che gli sforzi messi in atto dal gruppo saranno efficaci nel cambiare in positivo la situazione di svantaggio (Mummendey, Kessler, Klink, & Mielke, 1999).

Nel modello dell’identità sociale dell’azione collettiva (SIMCA; van Zomeren et al., 2008, 2011), l’efficacia di gruppo rappresenta un altro fattore motivazionale chiave per la mobilitazione. Nello specifico, van Zomeren e colleghi (2008, 2011) propongono che tanto più alta è l’identificazione con il gruppo svantaggiato, tanto maggiori sono le credenze di efficacia di gruppo e, di conseguenza, tanto maggiori sono le intenzioni di azione collettiva contro la situazione di svantaggio.

 

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