La relazione tra infraumanizzazione e ideologie sociali nei bambini: Il ruolo della giustificazione del sistema

Questa tendenza si sviluppa in età precoce, nel momento in cui le differenze di status vengono acquisite all’interno delle interazioni sociali e, a partire dai 5 anni, i bambini sono in grado di utilizzare una serie di interpretazioni coerenti con lo status quo nel tentativo di giustificare e dare un senso alle disparità (Baron & Banaji, 2009). Bigler, Arthur, Hughes e Patterson (2008), in uno studio condotto prima della candidatura alla presidenza di Barack Obama e Hillary Clinton, chiesero ad un campione di bambini statunitensi tra i 6 e gli 11 anni di spiegare il motivo per cui, secondo loro, non fossero mai stati eletti presidenti donne, ispanici o afroamericani. In generale, i bambini sostennero che gli uomini e i bianchi fossero più competenti o più interessati alla candidatura e che il pregiudizio di genere ed etnico che, secondo la loro opinione, aveva influito sulla scelta degli elettori in passato oggi non fosse più un fattore determinante nella scelta del candidato. La strategia adottata dai bambini per spiegare una situazione discriminatoria risulta dunque basata su una visione positiva dell’ordine sociale coerentemente con lo status quo (Olson, Dweck, Spelke, & Banaji, 2011). Tale tendenza non è così rigida: almeno in alcune circostanze, i bambini sopra i 7 anni utilizzano strategie contrarie alla giustificazione del sistema. Per esempio, è stato mostrato, in un compito di distribuzione delle risorse all’ingroup e all’outgroup, come i bambini più grandi utilizzassero una strategia di distribuzione che rettificava, invece di perpetuare, lo status quo (Olson et al., 2011). Questo risultato può essere compreso alla luce della teoria dello sviluppo morale secondo cui una serie di fattori inciderebbe positivamente sulla possibilità che i bambini trascendano, in alcuni casi, le differenze sociali nei giudizi intergruppi. Essi sono: la consapevolezza del punto di vista altrui, acquisita nel corso dello sviluppo, l’accesso a informazioni storiche e attuali relative ai diversi gruppi sociali, l’esposizione a norme sociali riferite al principio di equità e giustizia, la consapevolezza dell’arbitraria distribuzione delle risorse a favore dei gruppi ad alto status. 

Nonostante queste conoscenze, le ideologie che giustificano il sistema emergono sempre e a scapito dei gruppi più svantaggiati. È quindi necessario approfondire tali risultati che mettono in luce la possibilità di “correggere” un sistema di credenze, atteggiamenti e comportamenti a favore di un assetto sociale ingiusto. Questi studi risultano tanto più importanti se consideriamo che l’esposizione sistematica alle differenze sociali porta ad un maggior bisogno di giustificarle e questo non fa altro che mantenerle nel tempo (Olson et al., 2011).

Nella ricerca qui presentata, l’obiettivo principale è stato di analizzare il ruolo della giustificazione del sistema nell’espressione dell’infraumanizzazione nei ragazzi. Il presente contributo si basa su uno studio realizzato in un centro urbano italiano (nord-ovest) di piccole dimensioni dove, da anni, si realizzano interventi formativi all’interno degli istituti scolastici (scuole primarie e secondarie), finalizzati all’interculturalità con particolare attenzione all’integrazione dei rom. È stata ipotizzata una relazione tra la tendenza a giustificare il sistema e l’infraumanizzazione in un campione di 243 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni (M = 14.71 anni, DS = 1.46; 62.3% maschi). I partecipanti hanno completato, durante l’orario scolastico, un questionario contenente una misura dell’infraumanizzazione e una sulle ideologie sociali. Più specificamente, per rilevare l’infraumanizzazione veniva chiesto di confrontare l’ingroup e l’outgroup (ragazzi rom) attraverso l’attribuzione di emozioni primarie e secondarie (Brown et al., 2007); i partecipanti leggevano due scenari con protagonisti appartenenti all’ingroup e due scenari con protagonisti appartenenti all’outgroup. Ad ogni scenario seguiva una lista di otto emozioni, quattro primarie e quattro secondarie, tra cui scegliere per descrivere cosa provassero i protagonisti. La misura della giustificazione del sistema era invece composta da sei item (Kay & Jost, 2003) rispetto ai quali esprimere il proprio grado di accordo su una scala Likert a cinque gradi (1 = completamente in disaccordo, 5 = completamente d’accordo). 

I risultati hanno mostrato non solo la tendenza a infraumanizzare l’outgroup, ma anche la relazione tra giustificazione del sistema e infraumanizzazione. In particolare, è emerso come una più alta adesione allo status quo porti a una maggior tendenza a infraumanizzare i membri dell’outgroup. La nostra ricerca, quindi, mette in luce l’importanza di considerare la giustificazione del sistema quale ideologia alla base del bias di umanità; essa mette in luce anche l’importanza di considerare tali costrutti nei bambini e nei ragazzi.

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