Scopo raggiunto? Il ruolo degli obiettivi sessuali nell’influenzare percezioni e atteggiamenti delle donne nelle relazioni sessualmente oggettivanti
Un recente modello teorico proposto da Gervais e dalle sue collaboratrici e collaboratori (2020), chiamato Social Interaction Model of Objectification (SIMO), evidenzia come esistano una moltitudine di fattori (individuali, interpersonali, sociali) in grado di modellare la percezione e le intenzioni comportamentali delle donne che si vedono coinvolte in scambi sessualmente oggettivanti con degli uomini. Ad esempio, dal momento che, come abbiamo detto, all’interno delle società occidentali, l’oggettivazione femminile non solo è normalizzata, ma anche incoraggiata, può essere che le donne stesse siano portate ad accettare l’oggettivazione sessuale come una parte normale delle interazioni sociali, auto-oggettivandosi e basando, quindi, la loro autostima sul modo in cui sono percepite dagli uomini, portandole a cercare approvazione attraverso relazioni sessualmente oggettivanti. Inoltre, alcune donne potrebbero ritrovarsi all’interno di relazioni in cui alcune dinamiche di potere sbilanciate impediscono loro di interrompere interazioni oggettivanti (ad es., relazioni lavorative o relazioni in cui se la donna attuasse un comportamento assertivo potrebbe subire conseguenze negative). Il SIMO suggerisce, inoltre, che gli obiettivi sessuali delle persone coinvolte nella relazione oggettivante e la loro (non) compatibilità abbiano un ruolo fondamentale nell’influenzare la percezione della relazione e le intenzioni comportamentali dei soggetti. In particolare, nella società occidentale l’attivazione dei goal sessuali negli uomini può concretizzarsi con la messa in atto di comportamenti sessualmente oggettivanti. Diversamente, nelle donne l’attivazione di obiettivi sessuali si manifesta principalmente attraverso l’attuazione di comportamenti auto-oggettivanti e di controllo del proprio aspetto fisico. Secondo il SIMO, se entrambe le persone coinvolte nello scambio hanno degli obiettivi sessuali attivi (condizione di compatibilità degli obiettivi sessuali) allora la relazione verrà percepita in maniera positiva: in particolare, i benefici dello stare nello scambio supereranno i costi. Diversamente, in una condizione di incompatibilità degli obiettivi sessuali come quella descritta nel secondo scenario dell’introduzione a questo articolo, dove gli obiettivi sessuali dell’uomo non erano “compatibili” con quelli di una persona il cui obiettivo era invece quello di passare del tempo con le amiche e gli amici, i costi supereranno i benefici e quindi l’interazione sarà percepita come negativa. Il SIMO evidenzia, quindi, l’effetto della compatibilità (o incompatibilità) dei goal sessuali sui costi e i benefici dello stare in uno scambio sessualmente oggettivante. L’analisi costi-benefici (si veda il Glossario, per una definizione) è un meccanismo cognitivo il cui esito, a seguito di uno scambio sessualmente oggettivante, risulta cruciale. Se i benefici percepiti superano i costi, è più probabile che la persona scelga di rimanere nell’interazione e che desideri una maggiore vicinanza con la persona con cui interagisce. Diversamente, se sono i costi percepiti a superare i benefici, la persona sarà più incline a terminare l’interazione e, di conseguenza, a distanziarsi dall’altro individuo. La relazione tra compatibilità e incompatibilità degli obiettivi sessuali, analisi costi-benefici e intenzioni comportamentali (ossia rimanere o terminare l’interazione) era stata, però, finora proposta solo a livello teorico. In una recente ricerca (Pecini et al., 2023), abbiamo testato i presupposti del SIMO chiedendo a delle partecipanti di immaginare uno scambio sociale con un uomo dagli obiettivi sessuali attivi che metteva in atto, nei loro confronti, una serie di comportamenti oggettivanti a livello sessuale (ad es., sguardi sessualizzanti, commenti sul corpo). I risultati hanno confermato come l’interazione tra l’attivazione e la (in)compatibilità dei propri obiettivi sessuali con quelli dell’interagente abbiano effetti sulla percezione della relazione stessa e sulle relative intenzioni comportamentali. Infatti, i risultati hanno dimostrato che, in caso di attivazione di obiettivi sessuali sia nella donna sia nell’uomo (ossia, condizione di compatibilità), le partecipanti percepivano “conveniente” (ossia, benefici > costi) rimanere nello scambio sociale riportando, come conseguenza, anche maggiori intenzioni a proseguire tale relazione. Alla luce di questi risultati, possiamo tentare una prima risposta alla domanda di ricerca che ha motivato questi studi: come mai, a fronte di tutte le conseguenze negative associate all’oggettivazione sessuale nelle relazioni sociali, le donne, in alcuni casi, desiderano proseguire un’interazione con un uomo che mette in atto comportamenti sessualmente oggettivanti? Dai dati ottenuti da questa ricerca, sembrerebbe che il ruolo degli obiettivi sessuali possa andare a influenzare il come una interazione sessualmente oggettivante venga percepita e, di conseguenza, le intenzioni comportamentali delle donne coinvolte nello scambio. La ricerca sull’oggettivazione sessuale, infatti, ha finora considerato le donne come soggetti passivi e privi di obiettivi all’interno degli scambi sociali con gli uomini. I nostri studi, in realtà, dimostrano che, manipolando l’attivazione dei goal sessuali delle donne, si ottiene un effetto sul come uno scambio sessualmente oggettivante viene percepito e sulle intenzioni a rimanere o lasciare l’interazione. Questo non corrisponde, ovviamente, ad affermare che una relazione sessualmente oggettivante può essere una relazione positiva.
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