“Non sono razzista ma…” - Le manifestazioni non verbali del pregiudizio etnico

Gli studi sul comportamento non verbale nelle relazioni interetniche mostrano che, spesso, nonostante le persone ritengano di provare sentimenti positivi nei confronti di chi appartiene a etnie diverse dalla propria (ritengono, cioè, di non avere pregiudizi espliciti), manifestano segnali negativi a livello di comportamento non verbale (Hebl & Dovidio, 2005). Le incoerenze tra manifestazioni verbali e non verbali del pregiudizio si osservano tipicamente nei bianchi all’interno di interazioni interetniche (Crosby, Bromley, & Saxe, 1980).

Le ragioni di queste incoerenze possono essere diverse. Le persone, come abbiamo visto, possono essere preoccupate dalla paura di mostrare pregiudizio (Gaertner & Dovidio, 1986) e potrebbero impegnarsi nel gestire la conversazione a livello verbale, mentre il comportamento non verbale sfugge più facilmente al controllo consapevole: ciò favorisce l’espressione di comportamenti non verbali spontanei (Patterson, 1995). Un’altra causa delle incoerenze tra comportamento verbale e non verbale è l’esistenza delle due dimensioni del pregiudizio: poiché possono non essere coerenti tra loro, influenzano il comportamento in modi diversi e possono veicolare messaggi contrastanti. In generale, gli studi relativi alle relazioni interetniche mostrano che i partecipanti bianchi tendono a focalizzarsi sugli aspetti espliciti dei propri atteggiamenti e a controllare gli aspetti verbali della comunicazione, manifestando segnali negativi attraverso il comportamento non verbale. I partecipanti, inoltre, possono mostrare bassi livelli di pregiudizio esplicito e, al contempo, avere pregiudizi di cui non sono consapevoli (Dovidio et al., 2001; Dovidio et al., 2002). Di conseguenza, spesso, pensano di mostrare atteggiamenti positivi mentre i partner di interazione sono in grado di percepire le incoerenze e possono usare gli indizi non verbali per inferire la presenza di pregiudizio, questo perché quando non c’è coerenza tra comportamento verbale e non verbale le persone usano il comportamento non verbale per interpretare il comportamento altrui (Mehrabian, 1968, 1972).

Il comportamento non verbale può, quindi, essere particolarmente importante nelle relazioni intergruppi perché influisce sulla possibilità di costruire relazioni positive, specialmente tra gruppi etnici differenti: la dissociazione tra atteggiamenti espliciti e impliciti influenza il comportamento, portando le persone a creare messaggi contraddittori che minano l’efficacia della comunicazione e la fiducia tra le parti (Dovidio et al., 2002). Ciò è particolarmente rilevante perché ha ripercussioni sulla vita quotidiana: ad esempio è stato dimostrato come i medici possano mostrare atteggiamenti meno positivi quando interagiscono con pazienti di colore (Johnson, Roter, Powe, & Cooper, 2004), mentre gli insegnanti possono mostrare maggiori apprezzamenti verso studenti bianchi rispetto a studenti di colore (Feldman & Orchowsky, 1979). Risulta evidente, quindi, l’importanza di studiare e conoscere la relazione tra comportamento non verbale e pregiudizio nelle relazioni intergruppi, al fine di poter favorire una comunicazione efficace tra le parti e la costruzione di relazioni positive.

 

 

Glossario

 
Categorizzazione sociale: processo di semplificazione dell’esperienza dovuto alla necessità di ridurre l’ampiezza e la complessità delle informazioni presenti nell’ambiente. Tramite questo processo le persone vengono aggregate in gruppi diversi a seconda delle loro caratteristiche: ad esempio italiani vs francesi, cattolici vs musulmani, eccetera.
Distanza interpersonale: distanza o vicinanza che le persone interpongono tra loro quando interagiscono le une con le altre.

 

 

Bibliografia

 

Bonaiuto, M., & Maricchiolo, F. (2009). La comunicazione non verbale (seconda edizione). Roma: Carocci editore.

Chen, M., & Bargh, J. (1997). Noncoscious behavioral confirmation processes: The self-fulfilling consequences of automatic stereotype activation. Journal of Experimental Social Psychology, 33, 541-560.

Crosby, F., Bromley, S., & Saxe, L. (1980). Recent unobtrusive studies of black and white discrimination and prejudice: A literature review. Psychological Bullettin, 87, 546-563.

DePaulo, B. M.. & Friedman, H. S. (1998). Nonverbal communication. In D. T Gilbert. S. T. Fiske. & C. Lindzey (Eds.). Handbook of Social Psychology (Vol. 2, pp. 3-40). New York, NY: McGraw Hill.

Dovidio, J. F. & Gaertner, S. L. (2004). Aversive racism. In M. P. Zanna (Ed.), Advances in experimental social psychology (Vol. 36, pp. 1-51). San Diego, CA: Academic Press.

Dovidio, J. F., Kawakami, K., & Beach, K. (2001). Implicit and explicit attitudes: Examination of the relationship between measures of intergroup bias. In R. Brown & S. L. Gaertner (Eds.), Blackwell handbook of social psychology (Vol 4, pp. 175-197). Oxford, UK: Blackwell.

Dovidio, J. F., Kawakami, K., & Gaertner, S. L. (2002). Implicit and explicit prejudice and interratial interactions. Journal of Personality and Social Psychology, 82(1), 62-68.

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