Gli Impercettibili Segnali della Fecondità Femminile: Dagli Aspetti Evoluzionistici a quelli Culturali
Keywords: fecondità femminile; colori; competitività intra-gruppo
Non sono rare le espressioni artistiche in cui il colore rosso è stato associato in maniera allusiva al desiderio sessuale: si pensi, in ambito letterario, alla Lettera scarlatta di Hawthorne o, nella tradizione cinematografica, a La signora in rosso, film diretto e interpretato da Gene Wilder. Per citare ambiti comunicativi più quotidiani si pensi allo spot pubblicitario di alcuni anni fa che associava una donna affascinante destinata a disfarsi di un abito rosso fuoco all’immagine di un famoso aperitivo di cui si celebrava il colore con la sintetica espressione “campari…red passion.”
Ancora più esplicito il legame tra colore rosso e attrazione esercitata dalle modelle che indossano eleganti abiti da sera appartenenti alla collezione di un noto stilista della moda italiana: rosso Valentino è il nome dato alla linea di abbigliamento il cui colore dominante è appunto un rosso carminio. Per finire possiamo citare la più diretta ed esplicita associazione grazie alla quale la zona di Amsterdam che ospita ambienti specializzati nel consumo sessuale viene chiamata “quartiere a luci rosse”.
Gli esempi fin qui proposti testimoniano la forza di una associazione tra desiderio sessuale e colore rosso rilevata grazie ad una sorta di condizionamento culturale. Potrebbe però essere che il fenomeno rivela una predisposizione innata a percepire il rosso come un segnale di tipo sessuale. Dati favorevoli a questa interpretazione sono stati ottenuti recentemente nell’ambito di una ricerca condotta in una piccola comunità del Burkina Fasu (ad es., Elliot, Tracy, Pazda, & Beall, 2013). Ai giovani partecipanti maschi, interrogati a proposito della piacevolezza di immagini fotografiche in bianco e nero, venivano presentati, uno alla volta per 5 secondi, i volti di donne dell’Africa occidentale inseriti, a seconda della condizione sperimentale, in una cornice rossa, oppure in una cornice blu. Dopo ogni immagine i partecipanti dovevano esprimere il grado in cui consideravano la donna attraente, e rivelare il desiderio di stringere una relazione affettiva. Confrontando i giudizi di piacevolezza emessi nella condizione cornice rossa vs. cornice blu si poté rilevare che i dati confermavano i risultati ottenuti nel contesto culturale occidentale (per una rassegna, si veda Elliot & Niesta, 2008): Le donne risultavano più eccitanti quando la loro immagine era inserita in un contesto rosso piuttosto che blu. È interessante notare che nella piccola e segregata comunità del Burkina Fasu dove si svolse la ricerca, le associazioni con il colore rosso condivise su base culturale, quando erano espresse in maniera esplicita, riguardavano concetti di tipo negativo come la cattiva sorte, la malattia, la morte. È inoltre opportuno sottolineare che in situazioni come quella appena descritta i partecipanti non dovevano esprimere giudizi di tipo estetico a proposito del colore di cornice, ma limitarsi a valutare la piacevolezza e la desiderabilità dei volti presentati.
Se questa è la tendenza di giudizio riscontrata nei maschi di ogni cultura, un interrogativo interessante riguarda le possibili cause che rendono il colore rosso associato alle immagini femminili così attraente ai loro occhi. Per tentare di dare una risposta a questa domanda è opportuno individuare i meccanismi biologici e le loro manifestazioni di tipo sociale e cognitivo che sono a carico di uomo e donna e che prendono corpo durante il ciclo di ovulazione della donna.
È noto che la fertilità della donna raggiunge i valori più alti attorno alla metà del suo ciclo di ovulazione. Dato che è più probabile che il concepimento si realizzi all’interno di questa finestra temporale, le teorie evoluzioniste suggeriscono di attribuire a maschi e femmine “responsabilità complementari.” Sul versante maschile si avanza l’ipotesi che l’individuo faccia ricorso a meccanismi di adattamento messi a punto per rendere più probabile il successo riproduttivo nell’accoppiarsi con la donna durante il picco del suo periodo di fertilità. In buona sostanza, gli uomini preparati a cogliere i segnali, spesso deboli e sotto traccia, che provengono da una donna nei momenti più favorevoli del ciclo di ovulazione, sono capaci di investire le loro risorse ed energie nel corteggiamento di una donna fertile e dimostrano di aver guadagnato un significativo vantaggio riproduttivo rispetto ai potenziali competitori.
Parecchie ricerche (Miller & Maner, 2011) hanno sottoposto ad esame l’associazione tra modificazioni del grado di fertilità femminile e giudizi emessi dagli uomini a proposito della loro capacità di attrazione. Si è riscontrato che gli uomini tendono a giudicare come maggiormente attraenti certe caratteristiche delle donne quando queste sono prossime al periodo di picco della loro fertilità. E’ il caso del profumo del corpo, del tono della voce, della simmetria del volto. Ad esempio, i maschi sono in grado di cogliere sottili differenze olfattive dovute alla selettiva presenza di ormoni durante le fasi del ciclo della donna. Si è potuto constatare che i maschi giudicano l’odore di una t-shirt indossata da una ragazza durante il periodo fertile del ciclo più seducente rispetto a quello di una t-shirt indossata durante il periodo di non fertilità (Singh & Bronstad, 2001).
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