Affrontare la Morte in Età Avanzata: Alcune Prospettive sulla Gestione del Terrore Durante l’Invecchiamento (traduzione italiana)
Anche se la ricerca sulla gestione del terrore ha coinvolto sia studenti universitari che trentenni, di recente anche gli anziani sono stati inclusi in questa ricerca. In termini di paura esplicita della morte, la ricerca suggerisce che con l'età, nelle persone diminuisce l'ansia correlata alla morte (ad es., DePaola, Griffin, Young, & Neimeyer, 2003). Tuttavia, la ricerca suggerisce che l'ansia della propria morte non sempre riflette accuratamente come le persone rispondono alla consapevolezza della morte; infatti, i giovani che hanno un livello di ansia inferiore reagiscono in modo più difensivo agli stimoli che ricordano la morte (ad es., Greenberg et al, 1995). Così, fin dall'inizio della ricerca sulle strategie della gestione del terrore negli anziani, non è stato chiaro se gli anziani siano meno sensibili, più reattivi, o reattivi in un modo diverso alla salienza della morte.
Come punto di partenza, gli anziani sono stati inclusi nel tradizionale paradigma sperimentale della TMT, al fine di confrontare le risposte degli anziani e dei giovani in seguito all’indizione di salienza della morte. Maxfield e colleghi (2007) hanno scoperto che gli anziani cui viene resa saliente la propria morte, mostrano una minore tendenza a punire coloro che trasgrediscono ad una visione culturale comune – in pieno contrasto con una maggiore tendenza a punire da parte dei giovani. Forse attraverso l’esperienza di vita acquisita in 70 o 80 anni, le persone imparano modi più positivi per rispondere ad una maggiore consapevolezza della morte. È interessante notare che gli anziani non sono più indulgenti in generale; nella condizione di controllo, gli anziani sono significativamente più punitivi rispetto ai giovani, suggerendo che la minor volontà di punire deriva da una contemplazione della morte, piuttosto che da uno spostamento generale verso la clemenza.
In uno studio successivo (Maxfield et al., 2012) è stata valutata anche la memoria dei partecipanti, le funzioni esecutive, la salute (auto-valutazione), e il benessere psicologico in generale. Le funzioni esecutive (funzioni cognitive, come la pianificazione, il ragionamento e l’auto-controllo) influenzano le risposte degli anziani: In seguito all’induzione di salienza della morte la tendenza a punire era minore per gli anziani con un elevate funzioni cognitive, mentre era maggiore per gli anziani con basse funzioni cognitive. Le funzioni esecutive dei giovani non influenza le risposte alla salienza della morte, e la memoria, la salute e il benessere non influenzano le risposte alla salienza della morte in entrambe le fasce di età. Questi risultati suggeriscono che il mantenimento dei processi cognitivi superiori è importante in età avanzata per adattarsi alla morte (e forse anche per accettarla).
Otre ad una ridotta tendenza a punire tra gli anziani, studi recenti suggeriscono che essi rispondono alla salienza della morte con un maggiore desiderio di offrire qualcosa alle generazioni future (Maxfield et al., 2013). In due studi, gli anziani hanno mostrato un maggiore interesse per le generazioni future dopo l’induzione di salienza della morte; nei giovani invece l’interesse per le generazioni future non è influenzato. Questa maggiore preoccupazione per le generazioni future presente negli anziani va oltre la semplice eredità lasciata ad una persona vicina o il desiderio di erigere un monumento a se stessi. Il pensiero della morte aumenta il desiderio da parte degli anziani di lasciare un'eredità che potrebbe migliorare il benessere degli altri piuttosto che una semplice eredità che li faccia ricordare. Questi risultati suggeriscono che un orientamento pro-sociale altruista potrebbe essere un modo particolarmente utile per affrontare l’avvicinarsi della propria morte.
I pochi studi che hanno confrontato le difese prossimali in diverse fasce d’età hanno prodotto risultati discordanti (ad es., Bevan, Maxfield, & Bultmann, in press; Bӧzo, Tunca, & Simsek, 2009; Taubman Ben-Ari & Findler, 2005). Il tenore generale dei risultati sembra essere che, in seguito all’induzione di salienza della morte, sia i giovani adulti che gli anziani rispondono con un maggiore desiderio di impegnarsi in comportamenti salutari. Sembra che tra i giovani e gli anziani (ma forse non tra le persone di mezza età), vi sia una forte tendenza a posticipare la morte attraverso la razionalità (difesa prossimale), ad esempio impegnandosi di più in comportamenti di promozione della propria salute, anche se gli anziani non sembrano essere impegnati nelle stesse difese distali (si veda glossario) simboliche adottate dalle persone più giovani. Questi risultati sono però incerti, pertanto sono necessarie altre indagini sulle difese prossimali (si veda glossario) in persone di età diversa.
Autore/i dell'articolo
Newsletter
Keep me updated about new In-Mind articles, blog entries and more.