Affrontare la Morte in Età Avanzata: Alcune Prospettive sulla Gestione del Terrore Durante l’Invecchiamento (traduzione italiana)

I giovani adulti esposti a questi stimoli diventano sempre più difensivi e protettivi verso se stessi e verso il loro modo di vedere il mondo. Per esempio, mostrano una maggiore inclinazione ad aumentare la propria autostima che si manifesta attraverso un aumentato impegno in compiti rilevanti per se stessi o in attribuzioni al servizio di sé (e.g., Mikulincer & Florian, 2002; Peters, Greenberg, Williams, & Schneider, 2005); mostrano inoltre un orientamento difensivo verso la propria visione culturale (Florian & Mikulincer, 1997) ed una aggressività verso le persone che sfidano i loro valori culturali (McGregor et al., 1998). Ci si potrebbe chiedere che cosa la difesa dell’autostima e della propria visione del mondo culturale abbia a che fare con la morte. La difesa di questi costrutti è definita difesa distale (si veda glossario). Anche se non logicamente o semanticamente correlata alla morte, la difesa distale fornisce una protezione contro l'ansia esistenziale, consentendo alle persone di vedere se stessi come preziosi elementi di un universo significativo e duraturo. Esistono anche difese più specifiche contro la morte, definite difese prossimali (si veda glossario). Queste includono tentativi logici per affrontare l'ansia della morte, volti a distanziare se stessi dalla morte: Mangiare sano, fare esercizio, e prendere altre misure volte a ritardare il declino fisico e la morte. Le difese prossimali tendono ad emergere quando la morte è al centro dell’attenzione consapevole; a causa dell’intensa ansia associata alla la morte, le persone preferiscono allontanare il pensiero della morte e impegnarsi in comportamenti sani, ignorando i fattori associati alla morte precoce e adottando delle abitudini associate alla longevità (per una rassegna, si veda Goldenberg & Arndt, 2008). Le difese distali appaiono quando la morte non è più al centro dell’attenzione; quando i pensieri sulla morte si soffermano ai margini della coscienza, le persone rafforzano la loro visione del mondo culturale e la loro autostima (si veda Pyszczynski, Greenberg, & Solomon, 1999, per una panoramica di questo duplice modello di difesa contro la morte).

La gestione del terrore in età avanzata

Se consideriamo che gli adulti percepiscono il futuro in modo più ampio rispetto agli anziani (Lang & Carstensen, 2002), è logico pensare che le risposte ai pensieri sulla morte possono variare in funzione dell'età. Dato l'atteggiamento difensivo che i giovani presentano pensando alla morte, nonostante la loro visione più ampia del futuro, è probabile che gli anziani, la cui prospettiva temporale è più limitata, ne siano ancora più turbati. Inoltre, la vicinanza al concetto della morte dovuta alla perdita di persone care o alla consapevolezza di un proprio problema di salute sembra creare uno stato cronicamente elevato di consapevolezza della morte. A peggiorare le cose, inevitabili cambiamenti nei valori culturali possono portare ad una visione obsoleta e meno efficace del mondo. Gli anziani sono anche consci di essere meno in grado di soddisfare gli standard culturali di bellezza, di forza, o di produttività, il che potrebbe avere un impatto negativo sull’autostima. Prendendo spunto dalle posizioni difensive e l’aggressività osservata tra i partecipanti più giovani, potremmo immaginare bande di anziani arrabbiati e difensivi.

Tuttavia, anche se l'occasionale adulto anziano scontroso non è una novità, chiunque sia esposto alle persone anziane è consapevole del fatto che la vecchiaia non è generalmente caratterizzata da rabbia e risentimento. Prima di preoccuparsi troppo degli anziani scontrosi, terrorizzati dalla morte, ricordiamo la chiave per una gestione efficace del terrore. In questo modo possiamo suggerire una traiettoria più ottimista per l’invecchiamento. Gli anziani possono aver avuto maggiori opportunità di stabilire e mantenere la loro visione del mondo culturale e la loro autostima, pertanto possono essere meglio attrezzati per affrontare la vita e la morte. Forse, come risultato, gli anziani esprimono una maggiore affettività positiva e una minore affettività negativa rispetto agli adulti più giovani (ad es., Mroczek & Kolarz, 1998), e sono meno soggetti alla maggior parte dei disturbi psicologici che si riscontrano invece nei giovani (ad es., Kessler et al., 2005), suggerendo un benessere psicologico intatto.

Durante l'invecchiamento si possono avere molti momenti di riflessione sulla propria vita. Il pensionamento può essere visto come un’occasione per riflettere sui risultati ottenuti e un’occasione per prendere in considerazione nuovi hobby e nuove amicizie. D'altra parte, alcuni vedono la pensione come il momento di lasciar andare la carriera che li ha definiti fino ad allora. Sperano di trovare un modo per riempire le giornate, avendo a volte la sensazione che i loro giorni migliori siano passati. Per fortuna, anche in età adulta si cambia e ci si adegua. I cambiamenti evolutivi nel modo in cui le persone affrontano il problema della morte sono una parte importante dell’invecchiamento - è improbabile che persone di 80 anni possano pensare alla morte allo stesso modo dei diciottenni.

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