L'insostenibile pesantezza dell'apparire: influenze socioculturali e immagine corporea nelle donne
Chirurgia estetica: Apparire migliori per sentirsi bene?
Molte donne cercano di perseguire, attraverso vari mezzi, gli ideali corporei interiorizzati (Cash & Smolak, 2011; Park et al., 2010). La chirurgia estetica è sempre più vista come una rapida soluzione ai problemi relativi alla propria apparenza fisica (Wang et al., 2019). Oggi, infatti, molte persone scelgono di sottoporsi a miglioramenti cosmetici nel tentativo di avvicinarsi agli standard desiderati o per soddisfare esigenze psicosociali, tra cui il raggiungimento degli ideali di bellezza proposti a livello socioculturale (Rajanala et al., 2018). La crescente importanza attribuita al corpo dalla cultura contemporanea e il fatto che la ricerca di un aspetto giovanile e attraente siano considerate una priorità assoluta nelle culture occidentali, hanno contribuito a normalizzare il ricorso alla chirurgia estetica quale strategia per intervenire sul proprio aspetto (Martel et al., 2020; Sun, 2020). Da un punto di vista socioculturale, le donne molto spesso credono che la loro autostima e il loro valore siano inestricabilmente legati alla percezione di essere fisicamente attraenti; pertanto, esse cercano di perseguire tale scopo al fine di aumentare il senso del proprio valore (Walker et al., 2019). Secondo la International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS, 2021), il ricorso agli interventi di chirurgia estetica è in costante crescita nei Paesi occidentali, con l’Italia che si pone ai primi posti tra i Paesi con una più alta richiesta a tale riguardo. È opportuno considerare che, sebbene il sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica possa avere conseguenze positive sul piano del benessere psicologico (Di Mattei et al., 2015; Honigman et al., 2004), dall’analisi della letteratura emerge come i rischi associati a questi interventi siano molteplici. In particolare, è stata riscontrata l’insorgenza di una serie di complicazioni mediche post-operatorie e, nei casi più estremi, il decesso (Golinski & Hranchook, 2018). Bradbury (2009), in un’indagine sui rischi psicologici associati alle varie tipologie di interventi di chirurgia estetica, ha mostrato la presenza di problematiche psicologiche di gravità variabile: Da una persistente e duratura insoddisfazione corporea a sintomi ansiosi e depressivi, episodi psicotici e Disturbo da Stress Post-Traumatico (per una review, si veda Honigman et al., 2004). Tali risultati hanno trovato conferma anche in studi più recenti (Sarwer, 2019; Sobanko et al., 2018).
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