Solo a Sanremo? Disparità di genere nel settore culturale e creativo

Dopo 10 anni, finalmente una donna ha vinto il Festival di Sanremo. Cosi hanno titolato alcuni giornali all’indomani della finale, felicitandosi anche della presenza di ben due artiste sul podio quest’anno. Quante erano però le artiste in gara? Un terzo, non di più. La conduzione è stata affidata a un uomo; come è consuetudine, la direzione artistica anche. Questi dati ben esemplificano la presenza delle donne nel più ampio settore culturale e creativo italiano. Questo settore - che comprende ambiti vari quali musica, cinema, televisione, teatro, danza, arti figurative, oltre a professionalità molto diverse come regia, produzione, creazione artistica, supporto tecnico - vede una partecipazione delle donne generalmente limitata. Il recente rapporto annuale dell’Osservatorio per la parità di genere del Ministero della Cultura (2022) ne offre un quadro piuttosto dettagliato[1]. Iniziamo dal mondo degli audiovisivi (dati 2017-2021). Le registe sono circa il 20%; dato che scende al 9% quando si considerano solo i lungometraggi, produzioni economicamente più impegnative; percentuali simili si osservano per le sceneggiatrici (21%) e per la produzione (27%). In teatro (dati 2017-2020), le donne registe (21,6%) e drammaturghe (20,7%) rappresentano anche esse una minoranza. Se si tiene conto che i direttori di teatro sono quasi tutti uomini (sia nella prosa sia per la danza), ciò che viene visto su un palco o in un film è raramente frutto di decisioni prese da donne. Il divario di genere riguarda solo le posizioni di leadership? Non solo, le artiste ricevono in genere anche meno visibilità. Le attrici nei principali teatri sono circa il 37%. Le mostre dedicate ad artiste all’interno delle istituzioni museali sono state circa il 19% (dati 2017). In una delle più importanti vetrine della musica italiana, il Festival di Sanremo, le artiste non hanno mai superato il 36% negli ultimi 10 anni. Le donne in realtà non sono del tutto assenti, quanto piuttosto concentrate in alcuni ruoli professionali. Ad esempio, nella musica si occupano soprattutto di comunicazione, mentre sono poco presenti nelle occupazioni onstage e backstage (Paraciani, 2023). Nella produzione di audiovisivi, rappresentano la maggioranza delle addette ai costumi e al trucco; più scarsa è la presenza delle donne nel montaggio e negli effetti speciali. Il quadro che ne emerge non è molto diverso da quello di altri settori economici-produttivi. Poche donne ai vertici. Le donne sono presenti soprattutto in professioni che anche fuori dall’ambito culturale e creativo sono a prevalenza femminile, mentre sono sottorappresentate nei ruoli creativi (ad es., drammaturgia, etc.) e legati alla tecnologia (ad es., produzione musicale, ed effetti speciali).

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