Tale madre, tale figlio! Il pregiudizio etnico si trasmette in famiglia?

I risultati mostrano come il pregiudizio etnico latente delle madri predice il pregiudizio implicito dei figli non mostrando invece nessuna relazione con quello esplicito. Un livello più alto di parenting autorevole della madre è associato a più bassi livelli di pregiudizio etnico manifesto e latente della madre. Alti livelli di parenting autoritario e permissivo sono in relazione ad alti livelli di pregiudizio manifesto e latente della madre. Non c’è relazione tra le misure di pregiudizio esplicito e implicito dei bambini. 

Lo stile di parenting adottato dalle madri non influenza la relazione tra il loro pregiudizio latente e quello implicito dei loro figli. La trasmissibilità degli atteggiamenti interetnici si verificherebbe a prescindere dallo stile di parenting adottato dalla madre con il proprio figlio. Quindi, anche se una mamma utilizzasse uno stile educativo autorevole con il proprio bambino, questo non basterebbe a proteggere l’eventuale trasmissione del suo pregiudizio etnico al figlio. Anche se ad alti livelli di autorevolezza si associano bassi livelli di pregiudizio, questo viene comunque trasmesso. Al contrario, gli stili autoritario o permissivo non favoriscono tale trasmissione sebbene questi si trovino presenti in quantità maggiore in genitori che hanno più alti livelli di pregiudizio.

Infine, è emersa anche una chiara differenza nell’evoluzione del pregiudizio esplicito ed implicito nei bambini partecipanti alla ricerca: se il primo sembra differenziarsi in base all’età mostrandosi più elevato intorno ai 7-8 anni e decrescendo successivamente, intorno ai 9-10 anni, il secondo sembra mantenersi stabile, dai 3 ai 10 anni, non mostrando forti cambiamenti nel tempo. Non ci sono invece differenze tra maschi e femmine. Questo è in linea con le ricerche discusse precedentemente che mostrano come i due tipi di pregiudizio siano due fenomeni distinti e che seguano anche due differenti pattern di sviluppo.

 

Conclusioni

Gli atteggiamenti interetnici sono appresi e si formano nel contesto familiare ed è opportuno perciò prendere in considerazione i fattori che a livello sociale li influenzano. Questo studio, insieme ad altri già esistenti in letteratura, ci dice che è opportuno non fermarsi agli atteggiamenti consapevoli ma dare importanza ai processi automatici, poiché la loro trasmissibilità si manifesta soprattutto per via implicita. I nostri risultati suggeriscono che i pregiudizi dei bambini possono essere radicati nei comportamenti automatici o nei processi di influenza sociale inconsci attuati dai loro genitori, più che in quello che i genitori esplicitamente pensano (e probabilmente dicono) di gruppi etnicamente diversi dal proprio. Sono diversi gli studi che non hanno trovato associazioni tra atteggiamenti espliciti dei genitori e quelli dei loro figli (per una rassegna vedere Fishbein, 2002). C’è da dire che gli atteggiamenti espliciti, a differenza degli impliciti, rimanendo ad un livello più consapevole e superficiale, sono più facilmente influenzabili e quindi anche modificabili. Questo mette in evidenza come la trasmissibilità del pregiudizio etnico, la sua evoluzione ed espressione avvenga su due vie separate di elaborazione che sembrano essere indipendenti tra loro, una su un piano più consapevole e di maggior controllo e una su un piano non consapevole e spontaneo spiegando sia la differente evoluzione del pregiudizio etnico esplicito e implicito in base all’età, sia la sua più facile trasmissibilità sulla via automatica piuttosto che su quella deliberata. Questo ci indica che gli atteggiamenti razziali vengono trasmessi all’interno del contesto familiare, che i genitori possono delinearsi come responsabili di tale trasmissione e come il pregiudizio etnico possa risultare contagioso. Ci sono comunque limiti nel nostro studio come quello di aver utilizzato un questionario self-report per misurare il pregiudizio latente dei genitori in quanto chiedere a chi risponde di dare il suo grado di accordo rispetto a una determinata affermazione implica la sua presa di consapevolezza sul proprio atteggiamento rispetto al contenuto dell’item. Futuri studi potrebbero includere misure di rilevazione implicita anche degli atteggiamenti interetnici dei genitori. Lo stesso è per la misurazione del parenting. Ad esempio, crediamo che i genitori si siano scoraggiati nel fornire risposte attendibili a causa della desiderabilità sociale ad item come “sculaccio mio figlio quando non mi piace quello che fa o dice” nella scala di parenting autoritario. Sarebbe interessante includere anche altre misure relative a genitori e figli che possono modificare la trasmissione intergenerazionale degli atteggiamenti.  

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