Tale madre, tale figlio! Il pregiudizio etnico si trasmette in famiglia?

Lo sviluppo infantile degli atteggiamenti interetnici espliciti e impliciti

I bambini già prima del loro primo compleanno mostrano una preferenza per i volti di persone della loro stessa etnia (Kelly et al. 2007), preferiscono qualcuno che parli la loro stessa lingua e selezionano giocattoli che gli vengono mostrati da un parlante nativo (Kinzler, Dupoux, & Spelke, 2007). La preferenza dei bambini per persone familiari inizia, quindi, ancor prima che si manifesti la loro tendenza a vederli come appartenenti all’ingroup (cui sono attribuiti aspetti positivi) e distinti dall’outgroup (cui si associano caratteristiche negative). Questa preferenza, sul piano esplicito, emerge già intorno ai 3-4 anni di età (Aboud, 1988; Augoustinos & Rosewarne, 2001; Bigler & Liben, 2006), sembra arrivare al picco massimo intorno ai 7/8 anni e in seguito declinare gradualmente. Sul piano implicito non sembra invece diminuire con l’età. All’età di 10 anni, quindi, l’asimmetria tra i due tipi di atteggiamento diventa evidente: mentre il livello degli atteggiamenti impliciti rimane costante, la preferenza esplicita per la propria etnia inizia a decrescere sostanzialmente. Questo potrebbe essere spiegato con il fatto che i bambini nel tempo imparano le norme per cui l’espressione di atteggiamenti razziali negativi è sanzionabile, andando a sopprimere la loro espressione aperta ma allo stesso tempo mantenendo il bias e esibendolo implicitamente.

 

Somiglianze genitori–figli nel pregiudizio etnico

Lo sviluppo degli atteggiamenti intergruppo nell’individuo è il risultato dell’interazione tra predisposizioni genetiche, influenze sociali e determinanti situazionali (Hatemi et al., 2009; Verhust & Hatemi, 2013). Gli atteggiamenti dei bambini dipendono fortemente dalle esperienze di socializzazione precoce e sono influenzati dagli adulti significativi (Bigler & Liben, 2007; McGlothlin & Killen, 2010). Le teorie psicologiche dello sviluppo e sociali suggeriscono che gli atteggiamenti intergruppo esibiti dai bambini sono simili agli atteggiamenti intergruppo dei loro genitori (Aboud &Amato, 2001; Allport, 1954; Bandura, 1977; Nesdale, 2001; Radke-Yarrow et al., 1952). Altre ricerche che si soffermano maggiormente sugli atteggiamenti interetnici dei genitori e dei loro figli, ne evidenziano una forte similarità (Meeusen, 2014; Dhont, Roets, & Van Hiel, 2013; Dhont & Van Hiel, 2012; Jaspers, Lubbers, & de Vries, 2008; O’Bryan et al., 2004; Rodríguez-García & Wagner, 2009). Altre, invece, hanno trovato solo una limitata corrispondenza (Aboud & Doyle, 1996; Hello, Scheepers, Vermulst, & Gerris, 2004; Vittrup & Holden, 2011). Una recente metanalisi condotta da Degner and Dalege (2013) ha confermato lo stesso trend. Inoltre, la trasmissione intergenerazionale diventa più forte quando gli adulti presentano una relazione stretta con i loro figli (Sinclair et al. 2002) o quando i bambini si identificano fortemente con loro (Sinclair et al. 2005). I bambini, quindi, imitano i loro genitori.

La stessa similarità tra atteggiamenti espliciti dei genitori e quelli dei figli è stata trovata anche per gli atteggiamenti impliciti (Vezzali, Giovannini, Capozza, 2012; Castelli, Zogmaister, & Tomelleri, 2009; Dunham, Baron, & Banaji, 2006; Sinclair, Dunn, & Lowery, 2005). Ad esempio, nella ricerca di Castelli e collaboratori (2009), si evidenzia come l’atteggiamento interetnico implicito delle madri misurato con lo strumento Implicit Association Test (Greenwald, McGhee, & Schwartz, 1998) predice l’atteggiamento razziale dei figli in età prescolare misurato con una prova di attribuzione di caratteristiche positive e negative a immagini di bambini bianchi o neri.

Tuttavia, sebbene molte ricerche si siano concentrate su questo tema, c’è da dire che gli atteggiamenti espliciti hanno ricevuto più attenzione, mentre quelli impliciti hanno bisogno di essere studiati più approfonditamente al fine di chiarire il ruolo di variabili ambientali ed educative sul loro sviluppo ed espressione. Inoltre, queste ricerche portano ad ipotizzare che gli atteggiamenti impliciti vengano acquisiti all’interno della famiglia e che probabilmente iniziano con esperienze di socializzazione precoce. Nessuno di questi studi però prende in considerazione gli atteggiamenti impliciti di bambini al di sotto dell’età scolare.  

 

Stili di parenting e atteggiamenti interetnici nei bambini

Per parenting si intende l’insieme delle cure date al bambino che lo preparano a gestire i compiti della vita (Bornstain, 2013). La differente modalità di fornire queste cure al proprio figlio determina lo stile di genitorialità. Robinson (2001) delinea tre stili di parenting: autorevole, autoritario e permissivo. Lo stile di parenting autorevole si caratterizza come uno stile in cui i genitori forniscono ai loro figli amore e supporto emotivo ma allo stesso tempo definiscono regole per quello che considerano un comportamento appropriato. In contrasto, in quello autoritario i genitori adottano un approccio punitivo che include minacce, critiche e rinforzi di regole dettate unilateralmente. Essi non forniscono supporto emotivo, tipico di uno stile di parenting autorevole. I genitori con uno stile di parenting permissivi forniscono rinforzo a regole incoerenti.

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