“Siamo pronti per il cambiamento!” Intervista a Daniel Lakens e Klaus Fiedler sulle sfide attuali nel campo della ricerca psicologica.

Fiedler: Le collaborazioni sicuramente miglioreranno il nostro campo. Cosi come la condivisione dei dati. Condividere anche le ipotesi e pre-registrare ciò che si ipotizza di trovare (prima di iniziare uno studio sperimentale) aiuterà sicuramente a migliorare la qualità della ricerca. Forse non mi crederete, ma anche io contribuisco a questa tendenza. Anche se in modo differente (dice ridendo). A un mio collega piacciono i tornei. Quindi ci è venuta l’idea di organizzare un torneo per scienziati.

Ecco l’idea: se ci sono diverse spiegazioni per un dato fenomeno, indiciamo una competizione tra diversi modelli scientifici e ricercatori. Il modello che meglio spiega e predice il fenomeno vince il torneo. Questo approccio potrebbe aiutare a superare certi comportanti irrazionali e scorretti. In questo modo, le collaborazioni avrebbero il valore aggiunto di essere più’ informative, perché’ potrebbero aiutare a scoprire risultati che da soli non si sarebbero ottenuti. In più’ sarebbe divertente e fonte d’ispirazione.

Daniel Lakens spiega i vantaggi di portare avanti collaborazioni (Foto di Alex Koch)

Daniel Lakens spiega i vantaggi di portare avanti collaborazioni (Foto di Alex Koch)

 

In-Mind: Considerando queste sfide, come può la psicologia con i suoi risultati raggiungere un pubblico più’ ampio?

Lakens: Spesso i non addetti ai lavori non hanno un’idea molto chiara di come funzionino la scienza e il processo scientifico. Perciò penso che gli studenti dovrebbero studiare come funziona la ricerca scientifica già durante le scuole superiori. I professori dovrebbero spiegare la scienza a scuola, in modo tale che la gente abbia gli strumenti per comprendere per esempio le notizie nei media. Inoltre, in quanto scienziati dobbiamo imparare a spiegare i nostri risultati e le relative limitazioni chiaramente, con linguaggio semplice e senza gli specifici dettagli scientifici, cosicché le persone possano capire più facilmente.

Fiedler: Se si vuole pubblicare qualcosa per un pubblico di non addetti ai lavori, è importante adottare un atteggiamento di trasparenza. E’ molto importante trasmettere sicurezza, autenticità e fiducia al proprio pubblico. Non si può sistemare qualcosa che non è autentico. E’ anche importante mostrare questo atteggiamento quando si parla coi giornalisti. Questo aiuta a trasmettere il fatto che si può avere fiducia nella ricerca psicologica, e che le informazioni che forniamo al pubblico generalista sono credibili. Quello che voi fate con la rivista In-Mind è esattamente ciò che intendo. Lo scopo di In-Mind è di fare da interfaccia tra quello che gli scienziati fanno e quello che il pubblico può comprendere. Questo è fondamentale. Abbiamo trascurato questo aspetto per troppo tempo, nonostante sia il vero obiettivo. Quindi la rivista In-Mind è veramente un miglioramento sotto questo punto di vista.

 

In-Mind: Grazie mille per il vostro tempo e per questa intervista.

 

Bibliografia

 

Kelly, G. A. (1955). The psychology of personal constructs. Vol. 1. A theory of personality. Oxford, England: W. W. Norton.

Fiedler, K. (2004). Tools, toys, truisms, and theories: Some thoughts on the creative cycle of theory formation. Personality and Social Psychology Review, 8, 123-131.

 

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