L’uomo ingranaggio: L’oggettivazione al lavoro

Capire quali siano i fattori determinanti dell’oggettivazione in questo campo e quali siano le caratteristiche del lavoro maggiormente oggettivanti potrà portare a un miglioramento della condizione sociale del lavoratore. In che modo la ripetitività dell’attività, la segmentazione o il controllo esterno influiscono sull’oggettivazione dell’operaio? Quali sono i principali fattori oggettivanti? Un altro possibile sviluppo riguarderà le conseguenze dell’oggettivazione: esistono delle conseguenze a livello comportamentale dovute all’oggettivazione? L’oggettivazione dell’operaio porta a comportamenti di avvicinamento o di allontanamento, induce atteggiamenti solidali o di sfruttamento? 

Sarà inoltre importante studiare le conseguenze psicologiche dell’oggettivazione sull’operaio. Il lavoro alienante può infatti avere un doppio effetto sul lavoratore: un effetto indiretto dovuto alla percezione oggettivante che gli altri hanno della persona e un effetto diretto su chi svolge il lavoro, dovuto alla ripetitività, alla monotonia e alla mancanza di senso della sua opera. Il riconoscimento sociale derivante dal lavoro provoca effetti positivi sull’identità e sulla realizzazione personale (Castel, 1998). La sua assenza potrebbe invece causare un’auto-oggettivazione dell’operaio. Sarebbe interessante verificare l’esistenza di questa possibile auto-oggettivazione e la relazione fra oggettivazione, auto-oggettivazione, esperienze psicologiche e prestazioni lavorative. 

Infine, può essere importante ampliare il campo di studi ad altre categorie lavorative. Molte occupazioni sono caratterizzate da alti ritmi, controllo della performance, incertezza della continuità lavorativa e conseguente perdita di senso (vedi, ad es., l’indagine sui call center di Pierantoni et al., 2007). Il lavoro, inoltre, negli ultimi anni sta cambiando: lo strumento principale delle esigenze produttive è diventato il lavoro temporaneo e flessibile (Sarchielli & Fraccaroli, 2010). L’attuale tendenza porta a un’oggettivazione diffusa: il lavoratore temporaneo è una risorsa utile per i bisogni momentanei dell’azienda, può essere sostituito, si adatta e non può agire di propria iniziativa, deve essere pronto a mettere in atto quello che gli viene detto, deve andarsene quando necessario secondo le esigenze del mercato (Andreoni, 2005). Non sono forse questi dei rapporti lavorativi che implicano per definizione strumentalità, fungibilità, violabilità, diniego dell’autonomia e diniego della soggettività?

Il campo di ricerca si estende quindi al lavoro in generale. Il lavoro, momento principale della vita adulta, fonte di soddisfazione e arricchimento personale, fondamentale per la definizione dell’identità e per il riconoscimento sociale, rischia di diventare sempre più, nella nostra società, un fattore di oggettivazione. 

Glossario

Sguardo oggettivante: Con sguardo oggettivante ci si riferisce allo sguardo attraverso cui si vede l’altro come simile a un oggetto. Lo sguardo oggettivante non riguarda solo gli incontri interpersonali e sociali di tutti i giorni, ma anche particolari media come film, pubblicità, programmi televisivi, video musicali e riviste femminili in cui la donna è presentata e trattata come un oggetto. Lo sguardo oggettivante non è sotto il controllo della donna, che quindi non può controllare, eliminare o evitare contesti potenzialmente oggettivanti.

Stati mentali: Con stati mentali ci si riferisce a stati interni attraverso cui si articolano pensieri e comportamenti e che riflettono le capacità mentali legate alla volontà, al pensiero, all’intenzione, alla percezione e alle emozioni.

SC-IAT: Il Single Category Implicit Association Test (Karpinski & Steinman, 2006) è una variante dell’Implicit Association Test (Greenwald, McGhee & Schwartz, 1998), una misura implicita che permette di misurare la forza dei legami associativi tra concetti rappresentati in memoria. I partecipanti svolgono un compito al pc in cui devono categorizzare degli stimoli che appaiono al centro dello schermo utilizzando due tasti differenti. Se nella rappresentazione cognitiva di una persona esiste una forte associazione tra due concetti, allora, quando i partecipanti devono utilizzare lo stesso tasto per categorizzare i due concetti, la risposta sarà più facile rispetto a quando devono usare tasti differenti. La facilità nella risposta viene misurata attraverso i tempi di reazione, la velocità e l’accuratezza, nello svolgere il compito di categorizzazione.

Bibliografia

Andreoni, P. (2005). Tempo e lavoro. Storia, psicologia e nuove problematiche. Milano: Mondadori.

Andrighetto, L., Volpato, C., & Baldissarri, C. (2012). (Still) Modern Times: Evidence of objectification in working domain. Manuscript submitted for publication.

Castel, R. (1998). Centralité du travail et cohésion social. In J. Kergoat. J. Boutet, H. Jacot, & D. Linhart(Eds.), Le monde du travail (pp. 50-60). Paris, France: La Découverte.

Chaplin, C. (Producer & Director). (1936). Modern Times [Film]. United States: United Artists.

Ford, H. (1980). La mia vita e la mia opera (Benco, S., Trans). Milano: La Salamandra (Original work published 1922).

Fredrickson, B., & Roberts, T. A. (1997). Objectification theory: Toward understanding women’s lived experiences and mental health risks. Psychology of Women Quarterly, 21, 173-206.

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