In Difesa della Rabbia: Una necessità evolutiva e la sua applicabilità contemporanea

La società offre molti benefici alla propria popolazione (es., sicurezza, educazione, sanità, ecc.), ma per far ciò, quella stessa società deve essere ordinata. Tutto, dall’ospedale in cui si è nati, alla scuola frequentata, ai lavori ottenuti, al cimitero in cui saremo sepolti, richiede ordine. Non è difficile immaginare quindi che mantenere l’ordine sia una cosa molto importante e preziosa. La teoria sostiene che utilizziamo la rabbia per mantenere ordine all’interno della nostra società al fine di assicurarci benefici futuri. Ad esempio, se incorrere nel costo della rabbia aumenta il nostro potere contrattuale al punto di convincere gli altri ad essere più inclusivi nei confronti di immigrati e lavoratori stranieri, l’economia migliora grazie ad un aumento negli investimenti (Peri, 2013)7. Con un’economia migliorata, più risorse possono essere dedicate alla sanità8, e con una sanità migliorata9, l’aspettativa di vita aumenta, che significa che, in situazioni in cui saremmo altrimenti morti, potremmo vivere ed essere in grado di trasmettere i nostri geni10.

Considerando il piano individuale, arrabbiarsi per azioni che scardinano le regole sociali segnala che interesse a mantenere l’ordine sociale e, per estensione, a proteggere il benessere altrui. Questo ci farà apparire più attraenti, e quindi più capaci di assicurarci una maggior quantità o qualità di partner sessuali. Ad esempio, arrabbiarsi per la discriminazione può portarci ad essere percepiti come più attraenti segnalando agli altri che siamo liberi da pregiudizi, fintanto che il pregiudizio è visto come un attributo negativo nella società. Analogamente, se entriamo in un ristorante e cominciamo ad inveire contro un uomo perché sta mangiando un hamburger, potremmo risultare più attraenti agli occhi dei vegetariani in accordo con la nostra reazione, ma potremmo anche essere considerati meno attraenti dagli altri avventori che vogliono semplicemente godersi il loro panino.

Quindi la rabbia può essere vantaggiosa da una prospettiva evoluzionista, ma ciò non significa necessariamente che questo sia applicabile a situazioni contemporanee. Molte cose che erano vantaggiose o irrilevanti per la sopravvivenza dei nostri antenati non sono più utili oggigiorno (es., gli effetti positivi di pasti ad alto contenuto calorico). Nonostante questo, io affermo che la rabbia sia inevitabile e innegabilmente importante in termini di fluidità sociale.

Per quanto riguarda l’inevitabilità della rabbia, tornando al post “sai troppo di psicologia”, dopo qualche considerazione appare chiaro che comprendere il perché una cosa succede non permette di controllarla. Comprendere il perché una macchinetta per tatuaggi provoca dolore quando buca la pelle tremila volte al minuto non rende l’esperienza meno dolorosa – non si può controllare il dolore semplicemente comprendendo quanto è irrazionale. Anzi, Sprenger et al. (2012) hanno mostrato che distrarsi mentalmente allevia il dolore attraverso l’uso di oppiacei endogeni, quindi è proprio meglio non comprenderlo affatto11. Comprendere perché una persona agisce in un certo modo è un processo logico, ma l’emozione, per il fatto di essere un’emozione, è emotiva, e quindi non si basa su processi logici12. Posso logicamente accettare che il tizio che mi ha tagliato la strada nel traffico stava semplicemente cercando di arrivare a casa prima, e che non si trattava di un affronto personale, e che non stava consciamente pensando “il mio tempo è più prezioso del tuo”. Probabilmente stava solo pensando “Voglio tornare a casa prima possibile”, ma questo non mi rende meno irritato, perché alle mie emozioni non interessa la logica dietro le azioni di quella persona. Così come non posso controllare il dolore provocato da una macchinetta per i tatuaggi, non posso nemmeno controllare la rabbia13 provocata da un comportamento del genere nel traffico14. E anche se potessi, sarebbe una buona idea?

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