Due papà, due mamme. Quali riflessioni per sfatare i pregiudizi verso le famiglie e le genitorialità omosessuali?

  • naturalistiche: esiste un unico modello naturale di famiglia, ovvero la famiglia legittima è quella impostata sulla differenza biologica tra uomini e donne, condizione naturale per garantire la procreazione e quindi l'assolvimento delle funzioni genitoriali fortemente connesse alle differenze di genere dei coniugi/genitori;
  • essenzialiste: esistono pochi elementi "essenziali" per descrivere un oggetto sociale; non esiste una complessità intrinseca all'oggetto famiglia, in quanto vi è un unico elemento che ne definisce essenza e struttura, ossia la differenza di genere dei coniugi;
  • eterocentriche: eterosessualità è l'unico orientamento sessuale possibile; l'omosessualità è una deviazione patologica dell'orientamento sessuale; l'unica forma di famiglia possibile è quella costituita da una coppia eterosessuale.

La scelta di un modello pluralista consente di promuovere la valorizzazione delle differenze contro ogni forma di dogmatismo che tenti di far passare per oggettiva una processualità discriminante, storicamente e culturalmente determinata. Tale approccio implica la decostruzione degli esiti dei processi di naturalizzazione dell’esistente, rivelando come le attuali tipologie di famiglia e genitorialità suggeriscano una trasformazione culturale, sociale e giuridica del costrutto di famiglia e genitorialità Assumere un modello pluralista vuol dire legare paradigmi di analisi politica, istituzionale, culturale, sociale, etc. a forme familiari/genitoriali che già esistono e richiedono criteri di legittimazione, riparando quello scollamento tra realtà e modelli di lettura della realtà stessa. In tal modo si sottrae terreno alla reiterazione di quei processi di discriminazione che sono oramai intollerabili all'interno di società civili che dovrebbero riconoscere il diritto di ogni individuo all'autodeterminazione, da intendersi come dinamica con profonde valenze relazionali, poiché essa non apre al relativismo, ma alla reciprocità, alla condivisione, al rispetto delle identità all’interno di una matrice intersoggettiva.

Assumere un modello pluralista vuol dire smontare la centralità attribuita al paradigma eterosessuale, destrutturando i presupposti di quel dispositivo di regolazione socio-simbolica di tipo eteronormativa che detta le regole e le norme per la continua esclusione di ciò che non si conforma al campo delle aspettative sociali e culturali legate alla sessualità e alle sue molteplici dimensioni, in funzione di una standardizzazione della realtà intesa come criterio di ordine sociale. Decostruire tale dispositivo vuole dire minare alla base le radici dell’omofobia istituzionalizzata, ossia quel sistema di credenze, rappresentazioni, atteggiamenti, comportamenti, azioni anti-omosessuali che reificano prassi violente e discriminatorie nei confronti di gay e lesbiche e dei/delle propri/e figli/figlie.

Assumere un modello pluralista implica addivenire ad un'idea famiglia omosessuale come dimensione che non determina disordine sociale, caos, minaccia, confusione, annientamento dei principi sociali, giuridici, antropologici su cui si regge la società, dal momento che tale concezione inerisce l'influenza di processi omofobici sulla base dei quali il sistema socio-culturale mette in atto il mantenimento dello status quo, la deumanizzazione delle persone omosessuali rispetto al loro progetto e desiderio genitoriale. Se il valore della famiglia è quello di consentire alla persona di realizzare la pienezza delle proprie relazioni, in base a quale criterio si può negare tale diritto, possibilità ed opportunità alle persone omosessuali e ai loro figli e figlie?

Interiorizzare modelli pluralisti vuol dire credere nel cambiamento, in una cultura del diritto e della relazione. Vuol dire incarnare un principio di responsabilità personale in cui ogni azione individuale diviene un tassello fondamentale per la costruzione di società autenticamente democratiche e scevre dal pregiudizio. Vuol dire agire, attraverso i propri posizionamenti identitari, per creare le premesse per un mondo migliore; un mondo fatto di riconoscimento di dignità, libertà, legami, cittadinanza, civiltà e, soprattutto tutela e garanzia di inalienabili ed inviolabili diritti umani di adulti e bambini/e.

 

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