Dottor Jekyll o Signor Hyde? Il Ruolo della Moralità nella Percezione Sociale

Il ruolo decisivo della moralità nella percezione intergruppi non riguarda unicamente le impressioni globali e le risposte affettive, ma coinvolge anche le intenzioni di comportarsi in un certo modo. Brambilla, Hewstone e Colucci (2013), sempre considerando il gruppo degli immigrati, hanno mostrato che l’attribuzione di caratteristiche morali agli immigrati è associato al desiderio di interagire con loro e con la volontà di promuovere politiche a favore dell’immigrazione. 

Adottando un approccio sperimentale, Brambilla, Sacchi, Pagliaro e Ellemers (2013) hanno confermato l’importanza della moralità, rispetto a socievolezza e competenza, nel predire il desiderio di interagire e cooperare con i membri degli outgroup (in questo caso un target indiano). Gli autori mostrano che tanto più un membro dell’outgroup è percepito come immorale quanto più è percepito come minaccioso per la sopravvivenza e l’ordine pubblico. È tale percezione di minaccia, poi, a determinare una tendenza comportamentale a valenza negativa. 

Nel complesso, l’insieme di evidenze riportate in questo articolo mostra non solo come la moralità costituisca una dimensione distinta da socievolezza e competenza ma anche la sua centralità nella percezione sociale e nel processo di formazione di impressione. Le caratteristiche morali, infatti, sembrano essere determinanti nel definire se un’altra persona – vista sia come un singolo individuo che come membro di un gruppo sociale – è positiva o negativa, buona o cattiva. Alcuni degli studi citati non solo hanno mostrato la rilevanza psicologica dei tratti morali nella rappresentazione degli altri ma hanno cercato di comprendere il perché di questa primarietà. A questo proposito, alcune ricerche hanno sottolineato come le informazioni sulla moralità siano cruciali proprio perché ci permettono di chiarire un punto essenziale per il buon adattamento all’interno del nostro contesto, ovvero se l’altro costituisca una possibile risorsa, qualcuno di cui ci si può fidare, con cui si può cooperare oppure un pericolo, una minaccia simbolica e realistica all’integrità del Sé o all’integrità del gruppo (Brambilla et al., 2012; Brambilla et al., 2013). Poiché le relazioni tra individui, gruppi e categorie sociali differenti che entrano in contatto tra loro sono spesso minate da pregiudizio e stereotipi, comprendere quale sia la dimensione dominante nella percezione sociale è cruciale, ad esempio, per pianificare in modo adeguato gli eventuali interventi mirati alla riduzione del pregiudizio e alla promozione di inclusione sociale.

Glossario

Percezione sociale. È quella parte della psicologia sociale che si occupa di comprendere come ci formiamo delle impressioni sulle altre persone presenti nel nostro contesto sociale – siano singoli individui o gruppi – e come arriviamo a formulare un giudizio su di loro. 

Formazione di impressioni. È un processo cognitivo attraverso cui gli individui selezionano le informazioni, le accumulano, le elaborano e le organizzano in memoria al fine di giudicare gli altri e di pianificare nei loro confronti l’interazione e il comportamento più adeguato (approccio vs. evitamento).

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